Franco Cerri
Chitarrista Jazz, Compositore e Didatta
Tesi di Laurea di:
Marco Vitali
Relatore:
Prof. Vincenzo Caporaletti
Anno Accademico 2007/2008
- Parte 5 -
Aspetti dello stile performativo e creativo: My Funny
Valentine
Passiamo ora ad analizzare My Funny Valentine un altro brano molto
celebre riarrangiato dal maestro Cerri. La prima cosa che colpisce immediatamente
la nostra attenzione è che il brano riarmonizzato differisce dalla tonalità originale.
Il brano originale è in Do minore mentre la riarmonizzazione è in La minore, una
sesta sopra. Gli intervalli della melodia restano pressoché invariati mentre vi
sono delle piccole variazioni ritmiche. Un'altra cosa che va immediatamente notata
è la presenza della linea di basso nella versione di
Franco Cerri.
Il maestro come già accennato è solito indicare in molte sue composizioni la parte
esatta delle note che il basso deve suonare. Di norma nella musica jazz la linea
di basso non viene indicata e viene lasciata all'improvvisazione o più precisamente
all'estemporizzazione [1] del musicista.
Nella versione originale gli accordi delle prime
otto battute vengono ripetuti fatta eccezione per le battute quindici e sedici mentre
la melodia sale di una terza minore. Entrambe le versioni iniziano con un accordo
minore. Già nella seconda battuta Cerri inserisce una cadenza VI / V minore.
Nella battuta cinque l'accordo di Ab(7+) viene sostituito con due accordi
il primo minore settima e il secondo di sesta un semitono sopra. Le note della melodia
diventano le quinte dell'accordo. Nella battuta otto si ha una sostituzione di tritono
e il Bb7 usato da Cerri prende il posto di quello che sarebbe dovuto essere un accordo
di E7. Anziché lasciare invariati gli accordi delle prime otto battute come nella
versione originale Cerri inserisce alcuni altri accordi per poter dare al brano
delle variazioni. Inserisce alla battuta dodici una cadenza II / V così come alle
battute quattordici e quindici dove vi è una progressione cromatica discendente.
La sezione infine si conclude a battuta sedici su un accordo sospeso che poi passa
su un accordo di settima anche se in questo caso non viene cambiata l'armonia originale.
Da questo punto in avanti la versione di Cerri si discosta molto dall' originale
e il confronto andrebbe fatto addirittura battuta per battuta andando ad appesantire
e a rendere enormemente più intricata questa analisi. Possiamo comunque notare che
spesso vengono inserite delle cadenze II / V tipiche della musica Jazz nelle battute:
ventuno, ventidue, ventitre, ventisette, ventotto e trentuno. Un'altra cosa che
non possiamo fare a meno di notare è l'insolita chiusura del brano in Fa maggiore
una tonalità differente da quella di impianto. Infatti viene sfruttata la stessa
sostituzione di tritono già analizzata per la battuta otto e l'accordo di Bb7 viene
fatto risolvere una quarta sotto con una cadenza plagale.
Veniamo ora ad analizzare la parte di basso. Anzichè con il classico walking
bass in semiminime (quattro note per battuta) Cerri fa muovere il basso con minime
e semibrevi rispettivamente con 2 e 1 nota per battuta. Il basso si muove spesso
sulla tonica dell'accordo e ove possibile cerca di creare delle linee discendenti
per grado congiunto sempre muovendosi sulle note dell'accordo. Per permettere ciò
Cerri sfrutto gli accordi aggiunti nella riarmonizzazione che permettono alla linea
di basso di muoversi agevolmente. L'unica eccezione è nelle battute trentuno e trentadue
dove il basso si muove con due terzine di 2/4 e inserisce una nota di passaggio
tra la tonica e la terza dell'accordo.
[1] Cfr. Vincenzo Caporaletti, I processi improvvisativi
nella musica. Un approccio globale, Lucca, LIM, 2005, p.104 e sgg.
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COMMENTI | Inserito il 3/12/2009 alle 13.44.30 da "jensing" Commento: Grazie! Lezioni così sono proficue e fanno bene al cuore di che ama ( e quindi canta) jazz. | |
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Data pubblicazione: 15/11/2009
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