Music Center – REEAL
cover photo Alberto Gottardelli |
Michele Di Toro
Special Guest: Franco Cerri
Playing With Music
1. Sabrina (Michele Di Toro)
2. Sensual Thought (Michele Di Toro)
3. Honeysuckle Rose (T. “Fats” Waller)
4. How Insensitive (A.C. Jobim – V. De Moraes)
5. L'importante è finire (A. Anelli – C. Malgioglio)
6. My Funny Valentine (R. Rodgers – L. Hart)
7. In A Sentimental Mood (D. Ellington – I. Mills – M. Kurtz)
8. Playing “à la Turque” (Michele Di Toro)
9. Farmer’s Trust (Pat Metheny)
10. See You! (Michele Di Toro)
11. Marrakech (Michele Di Toro)
Michele Di Toro - pianoforte Franco Cerri - chitarra Marcello Sebastiani - contrabbasso Alberto Biondi - batteria Marco Vaggi - contrabbasso Tony Arco - batteria
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E' uscito da poco, su etichetta Music Center – REEAL, "Playing With Music" che vede il trentenne
Michele Di Toro, originario di Sant'Eusanio del Sangro cimentarsi con brani originali e standard jazz oltre che con altri celebri brani quali "L'Importante è Finire" (A. Anelli – C. Malgioglio) e Farmer's Trust (Pat Metheny). In My Funny Valentine il pianista suona con Franco Cerri alla chitarra, mentre nel brano "L'Importante è Finire", troviamo Marco Vaggi al contrabbasso e Tony Arco alla batteria. Alcuni brani che fanno parte della track list sono stati registrati live in vari teatri, tra cui il Conservatorio "G. Verdi" di Milano e il teatro Strehler di Milano. L'album contiene cinque brani originali, tra i quali segnaliamo in particolare due brani, uno diverso dall'altro, ma impregnati della sua personalità e del suo gusto musicale: il delicato "Sabrina" e "See You!", brillante e swing. Non a caso l'album è stato intitolato "Playing With Music":
Michele Di Toro con la musica ha un rapporto giocoso, che emerge con calore dalle sue nitide note e dai suoi fraseggi precisi, delicati ed eloquenti. Una sua particolarità sono le introduzioni, alle quali il giovane e virtuoso pianista riserva parecchia attenzione e tempo. Dotato di indubbio talento e di un raffinato gusto musicale,
Michele Di Toro si esprime con la propria voce, uscendo dal coro.
Ecco alcune citazioni illustri che descrivono il pianismo di Di Toro:
" Il Jazz. Il linguaggio del jazz che Michele riesce a fondere, in sintesi, con altri materiali sonori. Gusto, sapienza, conoscenza. Un suono… di oggi. E pensare che Gulda quarant'anni fa era solo. Questa evoluzione del linguaggio jazzistico, questo percorso, questo "saper fare" ci porterà molto lontano. Lontani." (Enrico Intra)
"…è un modo particolare di concepire l'invenzione pianistica, a metà strada tra lettura ed improvvisazione, determinazione e indeterminazione, cuore e cervello, ordine e caos, memoria e oblio, passato e presente. Dietro ad ogni battuta si cela l'anelito dell'invenzione: e più alta sarà allorquando la sabbia della creazione esecutiva cancella quasi del tutto l'impronta dell'autore originale senza mai privarcene del tutto." (Claudio Ricordi)
"…. Lo studio di Scott Joplin, Jelly Roll Morton, Earl Hines, Fats Waller, Art Tatum e via dicendo, ha lasciato una traccia forte e chiara, che si traduce in uno swing elastico e rilassato, in un calore e colore che raramente si ritrovano in pianisti "specializzati" in jazz moderno. A queste doti si devono aggiungere un tocco delicato ma anche robusto, un fraseggio nitido che permette di distinguere tutte le note, una lodevole ricerca della varietà espressiva nella scelta dei temi e nell'ambito di ciascun brano, una concentrazione assoluta e una straordinaria capacità di coinvolgere emotivamente chi ascolta." (Antonio Berini)
Eva Simontacchi
per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/04/2005
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