Music Center - 2009
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Tommaso Starace Quartet
Don't Forget
1. Prelude to Isfahan
2. Isfahan
3. Divieto di Sosta
4. Seven Blues
5. Overjoyed
6. Farewell Capa
7. Confused
8. Go Tom!
9. Bohemia After Dark
10. Don't Forget
Tommaso Starace
- sassofono
Michele Di Toro
- pianoforte
Attilio Zanchi - contrabbasso
Tommy Bradascio - batteria
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Alla sua terza produzione discografica come leader,
Tommaso Starace
si presenta alla testa di una formazione di tutto rispetto formata dal talentuoso
pianista Michele
Di Toro e da due colonne storiche del jazz italiano come Attilio
Zanchi al contrabbasso e Tommy Bradascio alla batteria.
Il disco impressiona per tutte le qualità che
Starace
mette in bella mostra sia al soprano che all'alto con discrezione e sagacia. Non
delude nemmeno la formula più convenzionale del modern mainstream proposto, con
un quartetto che suona magnificamente bene e offre freschezza, esuberanza e un fantastico
interplay.
Prodotto ottimamente registrato, "Don't Forget" raccoglie standards
poco sfruttati (come la bella "Isfahan" di B. Strayhorn o la title track
"Don't Forget" di
P. Metheny),
che ispirate composizioni (come la dolcissima "Farewell Capa" dello stesso
Starace,
l'irruente "Confused" di M. di Toro o la geniale "Go Tom" di Zanchi)
costruite con un'architettura originale e ben definita che permette eccellenti ed
originali sviluppi solistici che esaltano le notevoli qualità dei musicisti.
Tutto è molto preciso, intenso, in alcuni momenti affascinante, con il leader
che sa come muoversi sulla ritmica con assoli che ne svelano l'assoluta padronanza
dello strumento e una tecnica invidiabile dotata di un fraseggio rapido, lucido,
tagliente. Ogni sua nota colpisce nel segno, ma non solo, rivela anche capacità
di leadership notevoli e grande senso organizzativo.
Michele Di Toro
è preziosissimo sia negli accompagnamenti, creando trame ricche di pregiate intuizioni
armoniche, che negli assoli, snocciolando incantevoli frasi in cui le note sembrano
file di perle che sgocciolano da un contenitore colmo di idee, precise ad inanellarsi
nella logica dei brani eseguiti. Tutto questo grazie anche alla presenza di una
ritmica precisa oltre ogni limite, fantasiosa ed estremamente solida ed al contempo
elegante, garantita da due veri "mostri sacri" come Attilio Zanchi e Tommy
Bradascio.
Questo è davvero un lavoro impeccabile degna testimonianza di un gruppo ben
amalgamato, dal sound efficace che cattura ed ammalia l'ascoltatore per la finezza
della ricerca e per i temi proposti, coerenti e ricchi di contenuti narrativi.
Alessandro
Carabelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 01/01/2010
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