Un disco eterogeneo, ricco di scenari a volte contrapposti – come nel
caso di D.E.B. e Jazz
Folk (J.Abercrombie) – che rivela però un sound preciso e ben caratterizzato.
Ascoltando via via le tracce non si resta sorpresi dei numerosi cambiamenti di umore
perché, al di là del differente respiro di ciascuna composizione, emerge un comune
denominatore che riesce a cementare sottilmente tra loro tutte le composizioni.
Dalla sognante D.E.B. (A.Zanchi)
che apre il disco, ai toni più accesi del brano successivo Jazz Folk; fino
a un pezzo tradizionale piemontese Rusignol
passando per La Fille Aux Cheveux De Lin, malinconico
preludio di Claude Debussy rivisitato con accenti jazzistici.
Senza soffermarsi sui singoli brani, esercizio che richiederebbe maggiore
tempo e spazio, sembra però giusto porre in evidenza la straordinaria fluenza del
discorso musicale di questo trio: agili sono le intersezioni strumentali, dove basso
e batteria, più che "accompagnare" la voce solistica del piano, dialogano con questo
stimolandolo ritmicamente, caratterizzando l'insieme sonoro con un intreccio solido
e bene amalgamato.
Emerge con forza la compattezza del sound e l'intesa tra questi ottimi
musicisti, sia nelle atmosfere rarefatte e sognanti che in quelle più energiche
e tirate.
Un trio che in questo disco, "Distanze", dimostra un altissimo
grado si maturità conferendo al proprio linguaggio un sapore attuale che riesce
contemporaneamente a riflettere colori e sfumature del passato. I soli strumentali
non sono mai gli unici protagonisti – come quello, bellissimo, del pianoforte, in
Rusignol – incorniciati da un partecipazione più che mai viva degli altri
strumenti.
Musica che va al di là degli steccati stilistici per abbracciare una concezione
"totale" in cui tutto è lecito, pur che sia ispirato dal cuore.
Marco De Masi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 21/10/2007
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