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Michele Di Toro Piano Solo
Echolocation
Volume Records (2012)
1. la favola continua
2. 15 luglio
3. …al chiaro di luna
4. Il giardino segreto
5. echolocation
6. senza te
7. dr. Jekyll e mr Hide
Appunti e disappunti/ suite:
8. l'arrogante bartok
9. prokofiev il visionario
10. Chick Corea il giocoliere
11. debussy l'adulatore
12. stravisnky il logorroico
13. distorti saluti
Michele Di Toro - piano solo
Quello che si avverte in questa lunga sequenza di piano solo, registrata in un solo
pomeriggio, è fondamentalmente un grande senso di libertà musicale e mentale.
Michele Di Toro,
lo sappiamo tutti, è un eccellente musicista classico e un ottimo jazzista che ama
riversare nella sua musica queste due grandi passioni. Quello che cattura nella
sua musica, nei concerti dal vivo in particolare e in dischi come questo, è la grande
facilità con cui i vari piani si intersecano. Certo questo è dovuto a una tecnica
eccellente e una vasta cultura musicale ma, anche e soprattutto ad una concezione
dell'arte autenticamente libera e aperta. Musicisti come lui non si limitano ad
elaborare cocktail di generi, cercano con grande sincerità ed efficacia linguaggi
nuovi senza aver paura di confrontarsi con il "vecchio". Si potrebbe ad esempio
dire che quasi tutti i brani iniziali di "Echolocation" siano debitori, fin troppo
a volte, della lezione di
Keith
Jarrett.
D'altronde il maestro di Allentown è anche colui che ha lamentato la progressiva
morte della melodia nella nostra cultura musicale. Ed è, quindi, abbastanza normale
che un musicista fondamentalmente "classico" come di Toro ne sia fortemente influenzato.
Peraltro, nella seconda parte del disco il pianista abruzzese disegna una serie
di divertenti e impegnativi ritratti musicali che fanno uscire il disco dal clima
un eccessivamente romantico delle prime tracce (nella quale appare comunque anche
un brano molto interessante e in qualche maniera sperimentale come quello che da
il titolo al disco).
Il cd si chiude con un omaggio esplicito alla tradizione del pianismo afro-americano;
un brano in stile honky tonky, dal suono volutamente "sporco".
Leggerezza e lirismo, ironia e romanticismo: di questo è impastato Echolocation.
Michele Di Toro
è un vero virtuoso della tastiera (guardare alcuni suoi video su youtube per convincersene),
ma in questo disco rinuncia a qualsiasi sfoggio di tecnica, concentrandosi tutto
su una sua intima poetica.
Un bel viaggio musicale quello da lui compiuto in quel pomeriggio d'aprile del
2011; fra chiari di luna e memorie di qualche
locale da ballo di infimo ordine in qualche ghetto statunitense. Il viaggio di un
artista e di uno spirito liberi.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 15/02/2014
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