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Franco Cerri e Paolo Cattaneo
"Dialogare con la musica"
Museo della Scienza e della Tecnica - Sala delle Colonne - Milano, 21 ottobre 2004
di Veronica Vismara

Foto di Alberto Gottardelli

Nessun altro luogo poteva meglio accogliere (metaforicamente e non) il quintetto che giovedi' 21 ottobre abbiamo avuto il privilegio di ascoltare. Museo della Scienza, intesa come arte, creatività e invenzione...e il Maestro Franco Cerri ha rivestito e riveste un ruolo fondamentale in questi tre paragrafi musicali. E la tecnica, intesa come studio approfondito e rigoroso, talmente acquisito da poter essere miscelato con libere interpretazioni.

Franco Cerri è generoso di idee e di affetto, e chiunque resta sedotto dalla sua delicatezza, che in alternanza ad una intensa passionalità crea dei vortici sonori in cui è molto dolce naufragare.

Lo affianca il Prof. Paolo Cattaneo, eccellente chitarrista e pianista ma soprattutto musico-terapeuta affermato, tanto da ricoprire una cattedra universitaria di "Comunicazione Musicale".

Con doti da vero trovatore medioevale affronta l'argomento della musicoterapia coinvolgendo il pubblico.

Dialoga scherzosamente con Franco Cerri sulle proprietà terapeutiche della musica, spiegando come ascoltare, fare, partecipare alla musica in generale contribuisca al benessere psico-fisico dell'individuo.

In effetti ascoltare buona musica induce uno stato interno positivo che si ripercuote sulla vita emotivo-affettiva, e di conseguenza in tutti i contesti importanti della vita.

Cerri ratifica queste informazioni dicendo che finora la musica è stata il mezzo che lo ha aiutato e lo aiuta a superare i momenti difficili; Franco Cerri è in effetti l'esempio vivente più calzante per dimostrare l'efficacia della musica come terapia!

Al contrabbasso Marco Ricci, che con la classe che lo contraddistingue sa creare un magico supporto ritmico al gruppo, regalandoci ad ogni assolo sensazioni di intensità e lirismo assolutamente personali. Scherzoso e ironico in alcuni brani, dolcissimo e intenso in altri; sempre ipnotico quando usa l'archetto...

Stefano Bagnoli alla batteria è versatile e perfetto come sempre, e con Marco crea un interplay che mostra tutto l'affiatamento di cui hanno saputo fare tesoro durante gli anni della loro collaborazione.

Eleonora D'Ettole sa plasmare la sua dolcissima voce alle sonorità che il gruppo o i singoli musicisti ogni volta le propongono. Il suo garbo e la sua grazia risuonano come l'educata risposta ad un invito galante...Sensuale ed intensa quanto naturale e scevra da esibizioni tecnicistiche nonostante le oggettive difficoltà dei pezzi, Eleonora profuma di profonda autenticità, e regala una carezza morbida a chi la ascolta.

L'obiettivo del "Dialogare con la musica", come recita il titolo della serata, è pienamente raggiunto: la comunicazione si respira nell'interplay tra i musicisti, affiatati e flessibili nel passarsi il testimone musicale ad ogni assolo. Ma anche i commenti di Paolo Cattaneo, i suoi inviti all'ascolto attivo, le spiegazioni di Franco Cerri (molti dei brani eseguiti sono suoi), e le traduzioni dei testi in inglese da parte di Eleonora contribuiscono a creare un ambiente familiare e rilassato, dove veramente ascoltatore ed esecutore "interagiscono all'interno di una relazione sonora scaturita spontaneamente dalla condivisione dell'esperienza musicale".

La serata inizia con un brano scritto da Franco Cerri per Franco Donatoni. Inizialmente il titolo era "Per Franco", ma lo spirito del Maestro Cerri è vivace e allegro, gli piacciono gli acronimi spiritosi, così quel brano si è chiamato S.O.S., dove la prima S sta per schietto (e cioè Franco), la O sta per Offre (e cioè Dona) e l'ultima S sta per Suoni (e cioè Toni)!!!!. Chi lo segue sa che ama questi giochi di parole, che ritroveremo anche nel corso della serata. S.O.S. è un blues con un giro armonico ovviamente non totalmente scontato...

Con "It could happen to you" fa il suo ingresso in scena Eleonora, che esegue il tema dopo l'esposizione da parte di Franco Cerri.

Lo splendido "All the things you are" vede un brano strumentale dove si alternano ai soli Cerri e Cattaneo.

"Polka Dots And Moonbeams" è anch'esso, come "It could happen to you" un brano di J. Van Hausen. Questo personaggio, narra Cerri, era un aziendalista che per diletto scriveva brani jazzistici, tra cui "Like someone in love" e "Imagination". Il nome non è il suo reale, ma uno pseudonimo scelto per caso con il suo discografico, che lamentava di non poter editare i brani senza avere un nome. Van Hausen, imbarazzato per il suo reale lavoro, non volle usare il suo vero nome e così prese in prestito quello di una famosa industria di camicieria sita nella stessa strada dove viveva lui!!

"Slow boat to China", pezzo strumentale che cantava Louis Prima negli anni '50, riarrangiato amorevolmente da Cerri è eseguito solo strumentale.

A questo punto il Maestro Cattaneo esegue un brano di Mozart preso da una composizione per clarinetto e orchestra e ci gioca, facendo notare che a Mozart hanno attinto anche autori molto moderni e insospettabili. Dopo questa bella esibizione Paolo Cattaneo si sposta al pianoforte e con Eleonora esegue "Deep you", altro brano di Franco Cerri a me particolarmente caro perchè ho avuto l'onore di scriverne il testo, che peraltro Eleonora ha tradotto con grazia ed eleganza pari a quella con cui lo ha interpretato.

"One more twelve bars", un blues sempre di Cerri solo strumentale, ma mai scontato, così come uno splendido "Autumn Leaves", dove il tema si evidenzia solo alla fine, dopo le diverse improvvisazioni.

"My Funny Valentine", dolcissimo ed espressivo, con Eleonora sempre sostenuta meravigliosamente da tutti i musicisti e infine "Bluesette" di Toots Thielemans, che comincia in 3/4 e continua e finisce con un tempo di bossa.

Bruno De Filippi è chiamato per il bis, ma non ha l'armonica con sé. Cerri gli cede la chitarra e il gruppo, completato anche da Michele di Toro al piano, sempre invitato da Cerri, conclude con un "Doodlin" veramente irresistibile.

La serata è stata un crescendo di emozioni e di approfondimenti culturali non comuni. Paolo Cattaneo ci ha avvicinati ad un mondo parallelo a quello della musica, la musicoterapia, e ci ha mostrato quanto piacevole possa essere l'integrazione delle due cose.

La musica quindi va intesa come occasione per comunicare, ed in effetti illustri studiosi della comunicazione umana (Beateson) hanno scoperto che l'efficacia di una comunicazione dipende solo per il 7% dal contenuto della comunicazione stessa, il resto è dovuto all'uso che viene fatto della voce, con tutte le sue sfaccettature (comunicazione paraverbale) e della fisicità (comunicazione non verbale). Il suono ha quindi una posizione privilegiata nel suscitare e gestire le emozioni che sorgono a seguito di una relazione comunicativa, e la musica jazz che abbiamo ascoltato, commistione di libertà e rigore, di coscienza esecutiva e improvvisazione creativa, ha avuto la funzione di un rimedio dolce ed efficace prescritto da un musicoterapeuta attento a portare i suoi ascoltatori in un mondo di emozioni pulite e calde, da cui è stato difficile e un po' triste uscire alla fine della serata.

L'evento fa parte delle "Conversazioni Musicali – Incontri in Jazz" organizzate da TDK e Deloitte al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, nelle quali viene concepito un incontro col pubblico in forma aperta, oltre l'ufficialità del concerto, dove la performance diventa una preziosa occasione per riappropriarsi della musica alla luce delle sue molteplici implicazioni emotive e comunicazionali.

Un particolare ringraziamento a Debora Chiodoni del Museo della Scienza e della Tecnica per la collaborazione, la gentilezza e l'autorizzazione all'uso delle fotografie eseguite "live" da Alberto Gottardelli nella Sala delle Colonne durante il concerto.








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Data pubblicazione: 27/12/2004

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