abbiamo avuto il privilegio
di ascoltare. Museo della Scienza, intesa come arte, creatività e invenzione...e
il Maestro Franco Cerri ha rivestito e riveste un ruolo fondamentale in questi
tre paragrafi musicali. E la tecnica, intesa come studio approfondito e rigoroso,
talmente acquisito da poter essere miscelato con libere interpretazioni.
Franco
Cerri è generoso di idee e di affetto, e chiunque resta sedotto dalla sua delicatezza,
che in alternanza ad una intensa passionalità crea dei vortici sonori in cui è molto
dolce naufragare.
Lo affianca il Prof. Paolo Cattaneo, eccellente chitarrista e pianista
ma soprattutto musico-terapeuta affermato, tanto da ricoprire una cattedra universitaria
di "Comunicazione Musicale".
Con doti da vero trovatore medioevale affronta l'argomento della musicoterapia
coinvolgendo il pubblico.
Dialoga scherzosamente con Franco Cerri sulle proprietà terapeutiche
della musica, spiegando come ascoltare, fare, partecipare alla musica in generale
contribuisca al benessere psico-fisico dell'individuo.
In
effetti ascoltare buona musica induce uno stato interno positivo che si ripercuote
sulla vita emotivo-affettiva, e di conseguenza in tutti i contesti importanti della
vita.
Cerri ratifica queste informazioni dicendo che finora la musica è stata
il mezzo che lo ha aiutato e lo aiuta a superare i momenti difficili; Franco Cerri
è in effetti l'esempio vivente più calzante per dimostrare l'efficacia della musica
come terapia!
Al contrabbasso
Marco Ricci,
che con la classe che lo contraddistingue sa creare un magico supporto ritmico al
gruppo, regalandoci ad ogni assolo
sensazioni
di intensità e lirismo assolutamente personali. Scherzoso e ironico in alcuni brani,
dolcissimo e intenso in altri; sempre ipnotico quando usa l'archetto...
Stefano
Bagnoli alla batteria è versatile e perfetto come sempre, e con Marco
crea un interplay che mostra tutto l'affiatamento di cui hanno saputo fare tesoro
durante gli anni della loro collaborazione.
Eleonora
D'Ettole sa plasmare la sua dolcissima voce alle sonorità che il gruppo
o i singoli musicisti ogni volta le propongono. Il suo garbo e la sua grazia risuonano
come l'educata risposta ad un invito galante...Sensuale ed intensa quanto naturale
e scevra da esibizioni tecnicistiche nonostante le oggettive difficoltà dei pezzi,
Eleonora profuma di profonda autenticità, e regala una carezza morbida a chi la
ascolta.
L'obiettivo del "Dialogare con la musica", come recita il titolo
della serata, è pienamente raggiunto: la comunicazione si respira nell'interplay
tra i musicisti, affiatati e flessibili nel passarsi il testimone musicale ad ogni
assolo.
Ma
anche i commenti di Paolo Cattaneo, i suoi inviti all'ascolto attivo, le
spiegazioni di Franco Cerri (molti dei brani eseguiti sono suoi), e le traduzioni
dei testi in inglese da parte di Eleonora contribuiscono a creare un ambiente
familiare e rilassato, dove veramente ascoltatore ed esecutore "interagiscono
all'interno di una relazione sonora scaturita spontaneamente dalla condivisione
dell'esperienza musicale".
La serata inizia con un brano scritto da Franco Cerri per Franco
Donatoni. Inizialmente il titolo era "Per Franco",
ma lo spirito del Maestro Cerri è vivace e allegro, gli piacciono gli acronimi spiritosi,
così quel brano si è chiamato S.O.S.,
dove la prima S sta per schietto (e cioè Franco), la O sta per Offre (e cioè Dona)
e l'ultima S sta per Suoni (e cioè Toni)!!!!. Chi lo segue sa che ama questi giochi
di parole, che ritroveremo anche nel corso della serata. S.O.S. è un blues
con un giro armonico ovviamente non totalmente scontato...
Con
"It could happen to you"
fa il suo ingresso in scena Eleonora, che esegue il tema dopo l'esposizione da parte
di Franco Cerri.
Lo splendido "All the things you are"
vede un brano strumentale dove si alternano ai soli Cerri e Cattaneo.
"Polka Dots And Moonbeams" è anch'esso, come
"It could happen to you" un brano di J. Van Hausen. Questo personaggio, narra
Cerri, era un aziendalista che per diletto scriveva brani jazzistici, tra cui "Like
someone in love" e "Imagination". Il nome non è il suo reale, ma uno
pseudonimo scelto per caso con il suo discografico, che lamentava di non poter editare
i brani senza avere un nome. Van Hausen, imbarazzato per il suo reale lavoro, non
volle usare il suo vero nome e così prese in prestito quello di una famosa industria
di camicieria sita nella stessa strada dove viveva lui!!
"Slow
boat to China", pezzo strumentale che cantava Louis Prima negli anni
'50, riarrangiato amorevolmente da Cerri è eseguito solo strumentale.
A questo punto il Maestro Cattaneo esegue un brano di Mozart preso
da una composizione per clarinetto e orchestra e ci gioca, facendo notare che a
Mozart hanno attinto anche autori molto moderni e insospettabili. Dopo questa bella
esibizione Paolo Cattaneo si sposta al pianoforte e con Eleonora esegue "Deep
you",
altro
brano di Franco Cerri a me particolarmente caro perchè ho avuto l'onore di scriverne
il testo, che peraltro Eleonora ha tradotto con grazia ed eleganza pari a quella
con cui lo ha interpretato.
"One more twelve bars",
un blues sempre di Cerri solo strumentale, ma mai scontato, così come uno splendido
"Autumn Leaves", dove il tema si evidenzia solo
alla fine, dopo le diverse improvvisazioni.
"My Funny Valentine", dolcissimo ed espressivo,
con Eleonora sempre sostenuta meravigliosamente da tutti i musicisti e infine "Bluesette"
di Toots
Thielemans, che comincia in 3/4 e continua e finisce con un tempo di bossa.
Bruno
De Filippi è chiamato per il bis, ma non ha l'armonica con sé.
Cerri gli cede la chitarra e il gruppo, completato anche da Michele di Toro
al piano, sempre invitato da Cerri, conclude con un "Doodlin"
veramente irresistibile.
La serata è stata un crescendo di emozioni e di approfondimenti culturali
non comuni. Paolo Cattaneo ci ha avvicinati ad un mondo parallelo a quello
della musica, la musicoterapia, e ci ha mostrato quanto piacevole possa essere l'integrazione
delle due cose.
La musica quindi va intesa come occasione per comunicare, ed in effetti
illustri studiosi della comunicazione umana (Beateson) hanno scoperto che
l'efficacia di una comunicazione dipende solo per il 7% dal contenuto della comunicazione
stessa, il resto è dovuto all'uso che viene fatto della voce, con tutte le sue sfaccettature
(comunicazione paraverbale) e della fisicità (comunicazione non verbale). Il suono
ha quindi una posizione privilegiata nel suscitare e gestire le emozioni che sorgono
a seguito di una relazione comunicativa, e la musica jazz che abbiamo ascoltato,
commistione di libertà e rigore, di coscienza esecutiva e improvvisazione creativa,
ha avuto la funzione di un rimedio dolce ed efficace prescritto da un musicoterapeuta
attento a portare i suoi ascoltatori in un mondo di emozioni pulite e calde, da
cui è stato difficile e un po' triste uscire alla fine della serata.
L'evento fa parte delle "Conversazioni Musicali – Incontri in Jazz"
organizzate da TDK e Deloitte al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano,
nelle quali viene concepito un incontro col pubblico in forma aperta, oltre l'ufficialità
del concerto, dove la performance diventa una preziosa occasione per riappropriarsi
della musica alla luce delle sue molteplici implicazioni emotive e comunicazionali.
Un particolare ringraziamento a Debora Chiodoni del Museo della
Scienza e della Tecnica per la collaborazione, la gentilezza e l'autorizzazione
all'uso delle fotografie eseguite "live" da
Alberto
Gottardelli nella Sala delle Colonne durante il concerto.