Chi meglio di lui rappresenta la tradizione del jazz italiano?
Franco Cerri
va avanti per la sua strada ed il suo jazz si dimostra ancora inossidabile al tempo
che impetuoso avanza perché ancora sono in tanti che ne apprezzano i tratti rassicuranti,
rilassanti, di facile approccio. Sessantacinque anni di carriera per il chitarrista
milanese che ad ottantadue si mostra sempre più entusiasta e ispirato in un disco
dai toni soffici, offerti con eleganza e sobrietà sonora senza fasti e senza inutili
frivolezze. Essenziale e anche un po' old fashioned il trio che lo accompagna,
vista la presenza dell'organo Hammond affidato ad Alberto Gurrisi, che si
completa con Mattia Magatelli al contrabbasso e Riccardo Tosi alla
batteria.
Undici gli episodi che compongono la selezione musicale contenuta nel
cd con due composizioni firmate dallo stesso
Cerri,
di cui una, S.O.S., dedicata all'amico compositore
e scrittore Franco Donatoni. Il resto del cd è costellato da una manciata
di godibilissime versioni di classici del jazz - a parte il consueto excursus nel
repertorio della musica brasiliana con la Brasil
di Barroso - tra le quali si evidenziano le riuscitissime riproposizioni di brani
come But not for me di Gershwin,
It Could Happen To You di Van Heusen,
The Days Of Wine And Roses per finire con l'omaggio
a New Orleans grazie alla rilettura di When the saints
go marchin'in. Poco altro da aggiungere, se non consigliarne l'ascolto
soprattutto se si amano le coordinate definite e accoglienti del linguaggio jazzistico
di un musicista che è stato anche un appassionato studioso della musica afroamericana
e che ha contribuito, con incommensurabile impegno, a diffondere il jazz nel nostro
paese.
Giuseppe Mavilla per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 11/10/2009
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