Red Records, 1998 |
Red Records All Star
Victor Lewis Bobby Watson Jerry Bergonzi
Together Again For The First
Time
1. Out House (Bergonzi) – 4.03
2. De Voyeur a Voyeur (Lewis)
– 7.56
3. Look At You (Finck) – 4.45
4. Neptunian Verses (Bergonzi) – 11.51
5. That's All Folks !!! (Watson) – 7.44
6. New York Attitude (Barron) – 6.24
7. Out Of The Frying Pan (Watson) – 6.11
8. Free Movement (Lundy) – 6.00
9. Those Who Get From Having Not (Lewis) – 4.28
Victor Lewis,
batteria
Jerry Bergonzi,
sax tenore
Bobby Watson,
sax alto e soprano
Kenny Barron, piano
David Finck, contrabbasso
(1, 2, 3, 4, 6, 9)
Curtis Lundy,
contrabbasso
(5, 7,
8) |
Together again for the
first time
è una sorta di saggio accademico di Bop in tutte le sue tradizionali varianti, dall'Hard- al Post- e soprattutto al Be-bop. I musicisti di punta della Red Records – Victor Lewis, Bobby Watson e Jerry Bergonzi – nel 1996, hanno chiamato a raccolta altri straordinari jazzisti – Kenny Barron al piano,
David Finck e Curtis Lundy al contrabbasso –, che in veste di leader hanno inciso e incidono per l'etichetta italiana, per registrare un cd che, nonostante sia composto di tutti originals, rappresenta un tributo di altissimo livello al
mainstream della musica improvvisata afro-americana.
Considerando la spiccata personalità artistica e l'abitudine da solista di ognuno dei musicisti, una registrazione che sarebbe stato facile aspettarsi nella forma di una
jam-session, si è rivelata invece essere il prodotto organico e strutturato di una formazione dall'affiatamento già ben allenato e provato. Forse, proprio pensando alla facilità di suonare insieme, è stato scelto il titolo di questa
reunion: Together again for the first time. Tuttavia, i Red Records All stars hanno potuto suonare insieme per la prima volta come se questa non fosse effettivamente tale perché ognuno di loro a suo modo è oggi prosecutore e innovatore di quell'epoca d'oro del jazz che sono gli anni
'50
e '60.
Comunque, nonostante siano banditi i protagonismi, l'impatto sonoro di
Together again for the first time è decisamente affidato alla front-line dei
saxes di Bergonzi
(tenore) e
Watson
(alto e soprano): il loro continuo e costante interplay rappresenta l'aspetto più interessante della registrazione. Due personalità e due sensibilità musicali così diverse, se non quasi opposte, sono state in grado di trovare un sicuro equilibrio e una preziosa complementarietà che molto hanno contribuito all'omogeneità dell'intero progetto. Il suono istintivo e diretto, sporco di blues e gospel, di
Watson e quello più "istruito" e obliquo di Bergonzi non sono mai entrati in conflitto, anzi hanno saggiamente alternato la predominanza della loro presenza in base al mood del brano. Così, ad esempio, nel blues di
De Voyeur a Voyeur
e nel gusto latino di Out of the Frying Pan
emerge il sax di
Watson, mentre nelle newyorchesi
Out House
e
Look at you
Bergonzi può esprimere tutta la varietà sonora del suo tenore. Tuttavia, particolarmente in
That's All Folks!!!, probabilmente la traccia più significativa di
Together again for the first time, la sinergia tra
Watson e
Bergonzi è perfetta per conferire al brano una complessità sonora che non lo priva affatto della sua immediatezza e freschezza espressiva e comunicativa. Seppure, rispetto ai fiati, il piano di
Barron sia spesso relegato alla sezione ritmica, oltre a riuscire comunque a distillare tutta la sua grande classe anche in questo ruolo, quando si conquista la parte solista, Barron fornisce sprazzi di notevole talento improvvisativo, come nella stessa That's all Folks, nella swingante
New York Attitude
e in Out of the Frying Pan.
Una annotazione a parte merita Victor Lewis non soltanto per le sue indiscutibili qualità di musicista, ma anche per essere l'autore dei due momenti più "caldi" dell'intero cd,
De Voyeur a Voyeur
e Those Who Get from Having Not, e per la sensibilità con cui in tali
brani è riuscito a orchestrare in modo perfettamente equilibrato gli interventi
dei suoi ingombranti compagni di registrazione.
Together again for the first time è un lavoro densissimo, una vera e propria miniera di riferimenti e suggestioni per i cultori della più classica espressione della musica afroamericana, ma è anche un cd che ad ogni ascolto conserva intatta tutta la sua energia vitale e freschezza, a cui chiunque può attingere.
Dario Gentili per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 17/07/2004
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