Non è come credete. Liberiamo la mente da preconcetti
che possono materializzarsi guardando la track list: sono quasi tutti standard,
ma suonati come Dio comanda! Con passione, profonda conoscenza storica ed una buona
dose di convinta poesia. Un evento sonoro agonistico ed enfatico, frutto di una
situazione concreta, dell’interagire immediato tra persone, tra musicisti e non
un semplice attingere dal Gradus ad Parnassum al quale si è, normalmente,
abituati.
Tanto proviene da un talento settantaseienne, stanato dallo stetoscopio
naturale di Sergio Veschi ed al suo secondo disco. E già, Vittorio Gennari
è nato nel 1933 in quel di Pesaro e nella sua costa adriatica è parecchio conosciuto.
Ciò che sbalordisce è che non abbia avuto giusto onore nel resto dello stivale,
almeno fino ad ora.
Il contraltista marchigiano parte dal principio del “rasoio di Occam”:
la spiegazione migliore è sempre la più semplice, ovvero non bisogna presumere che
esistano più cose del necessario. Il suo fraseggio è sorprendentemente pulito e
musicale, ricco e vario, vivace e scattante nei tempi veloci. Struggente e dosato
nei medi e negli slow. Prova ne sono On The Sunny Side
Of The Street, Time After Time e
Moanin’ che mettono in bella evidenza la tecnica
disinvolta del solista, mentre Bachi al pianoforte dimostra di essere un
eccellente accompagnatore, complice il sostegno solido ed imprescindibile di
Massimiliano Tonelli al contrabbasso e l’approccio ritmico, vitalistico di
Joe Pagnoni alla batteria. O, ancora, in My Favourite
Things di Richard Rodgers alla quale vengono restituiti, con eleganza,
i passaggi armonici modalizzati da Coltrane nel 1960.
Tonelli, il leader e Bachi si ritagliano un piccolo anfratto con
tre loro composizioni, una di fila all’altra: E la pioggia
continua a cadere, ricca di sottili sfumature di colore sottolineate
dallo stile billevansiano del pianista romano; Lorenzo
mette ancora in luce le rotondità melodiche e timbriche di Gennari. Le atmosfere
ricercate di Romolina, stilisticamente integrata
nel contesto, chiude il trittico autobiografico e chiude anche questo disco dal
Big Sound.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 3.672 volte
Data pubblicazione: 26/06/2009
|
|