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Pablo Bobrowicky
Southern Blue
Red Records (2011)
1. Sos Vos? (P. Bobrowicky)
2. Barbados (Parker)
3. Luiza (T.Jobim)
4. La Anera (Atahualpa Yupanqui)
5. Cotton Tail (Ellington)
6. Rhythm A Ning (Monk)
7. Idle Moments (Duke Pearson)
8. I'm Beginning to See the Light (Ellington)
9. Eclipse de Luna (Margarita Lecuona)
10. La Reparada (P. Bobrowicky)
11. C Jam Bles (Ellington)
Pablo Bobrowicky
- Guitar
Ben Street - Bass
Pepi Taveira - Drums
Recorded in B. Aires – Argentina – January 2009.
Pablo Bobrowicky,
chitarrista argentino, è stato scoperto al di qua dell'atlantico da Sergio Veschi,
"patron" della Red Records,
per la quale ha inciso quattro album da leader nell'arco di quindici anni circa.
La sua espressività, seppur influenzata da suggestioni popolari etniche ed atmosfere
latino-americane, si inserisce perfettamente nel solco della grande tradizione della
chitarra bop e post bop, con i classici punti di riferimento di
Jim Hall
– di cui è Pablo stato allievo per circa due anni – di Kenny Burrell e di Grant
Green. Ed è proprio l'influenza di quest'ultimo che sembra prevalere in questa occasione:
non a caso il pezzo più importante dell'album – gli otto minuti di una bellissima
rivisitazione di "Idle Moments" – un "classico" che porta l'illustre firma
di Duke Pearson - fu inciso da Green nell'omonimo album Blue Note del 1963.
Il disco è perfettamente bilanciato tra scattanti riletture di standard del jazz,
brani originali e suggestioni latino-americane. Nei pezzi veloci, ripresi tra i
classici - "Barbados" di Charlie Parker, "Rythm A Ning" di Monk e
tre pezzi forti del repertorio di Duke Ellington: "Cotton Tail", "Im'
Begginning to See the Light" e "C-Jam Blues" - nulla appare scontato
o ripetitivo: lo stile di Pablo, asciutto ed espressivo, rifugge da ogni inutile
spettacolarità, e la sezione ritmica a riesce davvero a sorprendere per swing, compattezza
ed efficacia davvero fuori dal comune. Questi brani e questi autori si ricollegano
idealmente al progetto di rilettura già contenuto nell'album "Where
We Are", inciso sempre in trio nel 2000.
La vena più romantica ed intimista emerge invece nella sognante "Luiza"
di Tom Jobim e nei due brani privi di accompagnamento: "La Reparada"
a firma dello stesso Bobrowicky, e soprattutto "La Anera", altra vetta espressiva
del disco, nella quale Pablo accarezza le corde della sua chitarra classica.
Un album riuscito, all'apparenza non spettacolare, ma che cresce ad ogni successivo
ascolto, perfettamente inserito nel solco della tradizione dell'etichetta.
Roberto Biasco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 16/12/2012
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