Due album vicini sia dal punto di vista cronologico (solo un anno di distanza!) che da quello strutturale. É un jazz fresco e "pimpante" quello proposto da
Tatsu Kisaragi, chitarrista sanguigno e mordace, e dal suo gruppo. La sua musica si muove lungo la direttrice di quel tipo di musica che ha forti ascendenti nella musica dei vari Stern, Brecker, Berg etc…
Unisoni mozzafiato della chitarra di
Kisaragi e il sassofono tenore di Jerry Bergonzi si alternano alle variegate trame improvvisative che i brani, quasi tutti provenienti dalla penna di Kisaragi, propongono. La tranquillità e la rilassatezza del fraseggio di Bergonzi, maestro di gusto e sapiente
improvvisatore, fa da contraltare al chitarrista orientale, vulcano instancabile di note col suono acustico, più controllato e nei ranghi, senza eccessivi virtuosismi, col suono distorto.
Il taglio moderno e molto "americano" dato a questo lavoro discografico si evince da brani come