"The Sax Four Fires", con la gradita partecipazione di Bob Mintzer,
in "In the time forever" propongono un'intelligente
e generosa rivisitazione di brani ellingtoniani, all'insegna del buon gusto e di
un estro decisamente brillante: l'insolito meeting di 5 fiati soddisfa le
esigenze di chi intende non dimenticare la genialità del Maestro, senza mai suscitare
dubbi (fatto in definitiva insolito) sull'opportunità del progetto.
Quanto mai convincente ed opportuna la scelta dei
brani: da "It don't mean a thing" a "Sophisticated
Lady", da una dinamica e swingin' "Take The
A Train" ad un'originale e fluida "Just squeeze
me", per finire con "Perdido", segnata
da un cromatismo imprevedibile e da uno stilismo di deciso fascino.
La scelta di quali brani scegliere era cosa tutt'altro che facile: in 52
anni di attività Ellington diede vita ad una produzione prodigiosa, probabilmente
maggiore di quella di ogni altro protagonista della storia della musica degli ultimi
80 anni.
Nel cd i cinque non smettono mai di esplorarne ogni meandro espressivo, insito
nelle varie combinazioni strumentali, per momenti di ampio respiro e di creatività
evidente e di gran qualità.
La fattura dell'album risulta di pregevole fattura, in particolare per quei
pentagrammi che divennero parte integrante della storia della composizione jazz
così come per quelli che da tempo vengono riconosciuti come apporti determinanti
all'immenso repertorio della canzone americana.
Solare impatto ritmico, verve solistica, ottimo interplay,
corretta proposizione del linguaggio strumentale: l'elegante tributo appare tanto
istintivo quanto ben ideato, lasciandosi guidare i cinque da un approccio forse
inconsapevolmente – per fortuna – restio a violare le regole armoniche del Maestro,
pur senza rinunciare, per naturale propensione, a spontanei virtuosismi.
Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 10/04/2008
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