CdPm Lion 2006
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Alvise Bortolini
L'ultima gioventù
1. Assenze
2. La terra e il cielo
3. Ti ferirò
4. Ora l’amore non ha più fine
5. Profumi lontani
6. Dellamore Della morte
7. Groove
8. Solitude
9. Solo un bacio
10. Brava gente
11. Non più con te
12. Suoni di un sogno
13. Smile
14. Assenze (suite)
Alvise Bortolini -
voce
Gabriele Comeglio - sax soprano,
sax alto, flauto, programmazione
Alessandro Gallo - chitarra
Andrea Cassaro - basso
Marco Serra - batteria
Bob Mintzer - sax tenore
Phil Markowitz - piano
Rufus Reid - contrabbasso
John Riley - batteria
Claudio Angeleri
- piano
Marco Esposisto - basso
Vittorio Marinoni - batteria
Alessandro Gibellini - chitarra
Emilio Soana - tromba e flicorno
Mauro Parodi - trombone
Paola Milzani - guest vocalist
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A distanza di quattro anni dalla sua ultima prova, il cantautore bellunese
torna a proporsi con un album, tema dominante l'amore, che presenta ben 14 brani
tra jazz e pop. In questa prova è accompagnato da musicisti di assoluto rilievo
che avrebbero potuto donare al cd quell'atmosfera internazionale che, in parte per
qualche interpretazione "azzardata" in parte per qualche passaggio testuale, pare
non essere completamente raggiunta.
La voce di Alvise Bortolini è pulita, in grado di esprimere un
buon fraseggio nelle gradevoli ottave (piuttosto alte) che possiede; la tecnica
non manca ma, a parere di chi scrive, è corretto intravedere un discreto margine
di miglioramento soprattutto nella timbrica, garbata, piacevole, accattivante anche
se talvolta leggermente monocorde e priva di quella pastosità e di quella profondità
indispensabile alle blue notes.
E' per questo motivo che pare azzardato definire il cd di Bortolini
opera jazz; o meglio, lo è finché sono gli interventi impeccabili di Gabriele
Comeglio in particolare al sax soprano, di Bob Mintzer al tenore o
Phil Markowitz al piano a catturare chi ascolta.
Il vocalist nelle proprie liriche esprime con stile piano e garbato
ricordi, istanti vissuti e narrati con delicatezza, anche se non del tutto convincenti
dal lato "poetico", i quali prendono tutt'altro colore quando, opportunamente e
con classe limpida, si fa strada l'interplay dei musicisti scelti per realizzare
il progetto. Nell'album sono presenti due covers:
Solitude e
Smile. Gli omaggi sono
rispettosi ma non entusiasmano; del resto quando ci si vuole confrontare con
evergreens di tal genere il rischio è sempre in agguato, così come spontaneo
si pone – inevitabilmente - il paragone con "voci storiche" che hanno reso celebri
sia la ballad di Duke Ellington che quella di Chaplin. Senz'altro i risultati
appaiono più convincenti quando i ritratti sonori s'accostano a suggestioni sudamericane,
quando il lirismo si fa semplice e si lascia andare ad emozioni che meglio si confanno
alle capacità interpretative del Nostro.
Gli arrangiamenti musicali esaltano l'espressività delle varie formazioni
che si susseguono nell'album, secondo un mood tutt'altro che statico nel
quale si fanno luce le personalità e le nitide capacità improvvisative dei solisti,
rendendo di ottima fattura ogni loro intervento. Da elogiare in tal senso, come
già rimarcato, il sax soprano di Comeglio, in grado di spaziare con disinvoltura
attraverso la voce dello strumento, donando fascino e luminosità ad atmosfere
sia mediterranee sia di matrice più strettamente jazzistica: qualunque sia il viaggio
nello stile, la sua sensibilità meditativa appare spontanea, avvolgente, equilibrata.,
come in Assenze e
Ora l'amore non ha più fine,
track nella quale appare come guest Paola Milzani, un'artista dotata
di una finezza vocale davvero al di fuori del comune.
Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/06/2006
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