Il crollo di Wall Street Impone al governo americano una cura drastica
che, grazie al presidente Roosvelt, risolleva le sorti del paese. Il "new deal",
cioè la nuova ripresa degli Stati Uniti, necessita degli sforzi di tutti i cittadini
inclusi i neri che quindi possono partecipare maggiormente alla vita del paese anche
sotto il profilo imprenditoriale. Nasce in quegli anni la nuova borghesia nera, fatta
principalmente da commercianti e piccoli artigiani.
Nel
1935
la crisi appare superata quasi del tutto e la musica riprende a moltiplicarsi
nelle grandi città, soprattutto a New York. Dopo la grande paura, tutti, bianchi
e neri, hanno voglia di divertirsi e di cercare svago nel ballo. La musica asseconda
i movimenti della danza ed il ritmo diventa più fluido e levigato così come le sonorità
delle orchestre. Ecco, quindi, che da una motivazione commerciale prende avvio un
nuovo modo di concepire il tempo sul quale si baserà tutto il jazz moderno del
dopoguerra. Si passa infatti da un tempo essenzialmente binario ad uno quaternario,
sottolineato dalla scansione del beat dal piatto sospeso della batteria (ride),
dal contrabbasso, dal pianoforte e, quando utilizzata, dalla chitarra. In altre
parole si incomincia a sfruttare il walking bass. Il pianoforte abbandona spesso
l'andamento stride e raddoppia la linea del contrabbasso, poco udibile in orchestra, aggiungendo le decime (walking tenth).
Esempio 11 -
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Per agevolare l'esecuzione delle decime si può arpeggiare velocemente l'intervallo aggiungendo la quinta dell'accordo (quando si tratta di accordi di tonica o minore
settima), la quinta diminuita sugli accordi semidiminuiti o la settima diminuita
sugli accordi diminuiti. Sul quarto beat solitamente si esegue una inversione delle
decime costituita da terza maggiore, tonica e quinta (partendo dalla nota più grave).
Esempio 12 -
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Alcuni pianisti come Art Tatum
(Arthur Tatum, Jr.: Toledo, OH, 13 ott 1909 - Los Angeles, 5 nov 1956)
, aggiungono la settima alla decima.
Esempio 13 -
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Anche il fraseggio della mano destra diventa più fluido e legato, con l'inserimento
di note di valore superiore all'ottavo: terzine e sedicesimi.
I pianisti che determinano il passaggio dallo staccato di Hines al nuovo fraseggio
in legato sono Teddy Wilson
(Theodore Shaw Wilson: Austin, TX, 24 nov 1912 - New Britain, CT 31 lug
1986)
e Art Tatum. Entrambi sono degli abilissimi accompagnatori
anche se, per l'esuberanza musicale e il perfezionismo tecnico, armonico e melodico,
Tatum si fa apprezzare maggiormente come solista.
Wilson, prima di collaborare con il re dello swing Benny Goodman, suona
con molti solisti e cantanti (come Billie Holiday), acquistando un notevole senso
della misura ed una eleganza melodica e armonica che lo pone in una posizione di
rilievo nel jazz moderno.
È invece difficile schematizzare lo stile di Art Tatum senza banalizzare qualche
aspetto tecnico, formale ed esecutivo della sua enorme personalità musicale. È
senz'altro influenzato più da Fats Waller che da James P. Johnson ed in generale dal blues
nero, proprio per le sue origini (proviene infatti dall'Ohio cioè dal nord e non
dal sud) ma il suo stile diventa in fretta personalissimo e originale. La condizione
di non vedente lo spinge a curare l'aspetto spettacolare delle sue esecuzioni basate
spesso più sull'imprevedibilità e varietà delle soluzioni che sulla continuità.
Proprio per questo, oltre all'ammirazione incondizionata di tutti i pianisti classici
e jazz, ha raccolto qualche critica da studiosi di fama come Andrè Hodeir
(Parigi, 22 gen 1921). Tatum
suona quasi esclusivamente songs, di cui rielabora in modo magistrale la melodia.
In altre parole sceglie la via della "variazione sul tema" più che la ricerca compositiva.
Ma le variazioni sono talmente straordinarie da assumere spesso una autonomia
propria sotto forma, quasi, di un concerto per pianoforte.
Esempio 14 -
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Sotto il profilo pianistico Tatum porta nel jazz molti procedimenti della
musica
colta che conosce e suona con successo. (Ricordiamo a tal proposito anche alcune
"jazzificazioni" di brani classici come
Humoresque
di Dvorak). Ama suonare spesso
a "tutta tastiera", facendo passare le melodie dalla destra alla sinistra con un
tocco che ha già in se le caratteristiche del moderno legato jazz, ma al tempo stesso
la precisione e la nitidezza dello staccato. Tatum è un fanatico della tecnica a
cui dedica parecchie ore al giorno. Si dice anche che tenesse sempre in mano una
nocciolina per mantenere la muscolatura delle mani sempre calda e scattante.
Non bisogna infine dimenticare la sua competenza armonica derivata dagli studi sia
della letteratura romantica che delle esperienze d'avanguardia di Ravel. Tatum ha
influenzato moltissimi pianisti dei periodi successivi tra cui lo stesso Bud
Powell e, soprattutto, Oscar Peterson da molti considerato l'unico vero continuatore dell'opera
di Tatum.
Il termine swing perciò è un ombrello molto ampio sotto cui si collocano varie esperienze
nel decennio che va dal
1935
al
1945
circa. C'è comunque da dire che le proposte
più conosciute e diffuse con il termine swing sono principalmente bianche, come
quelle di Benny Goodman, Jimmy e Tommy Dorsey, Glenn
Miller e delle loro
big bands. A Ciò nonostante lo swing bianco apre ancora una volta indirettamente
la strada alle orchestre nere e soprattutto a quella di Duke Ellington
e Count Basie (trasferitosi nel
1936
a New York), dando vita ad uno tra i periodi
più straordinari e creativi della loro carriera. Ellington, a differenza dei bianchi,
non ha mai ceduto completamente a compromessi commerciali. Anche nelle melodie
più orecchiabili e accattivanti scritte appositamente per ballare i si può sempre
ammirare la profondità armonica delle sezioni e l'uso sapiente dell'arrangiamento.
Le estensioni dei voicings secondo la codifica in A e B forms (cara a Bill Evans),
si possono già vedere chiaramente nelle armonizzazioni delle ance (con l'aggiunta
del quinto sax in basso) così come nell'uso del pianoforte.
Da questo punto di vista si può riconoscere l'importanza di Ellington pianista:
ha portato cioè sulla tastiera la ricchezza armonica dell'orchestra. Ellington è
partito dallo stride, che suona con maestria, mettendo gradualmente a punto uno
stile personale che si può ben apprezzare negli organici ridotti della sua orchestra
(dopo il
'50), in trio con
Mingus e Roach o nei lavori con Coltrane negli anni
'60.
È interessante notare il grande senso dello spazio dato da Ellington ai soli di
pianoforte rotti talvolta da frammenti dissonanti (undicesime eccedenti, none minori
come, da lì a poco, farà Thelonious Monk).
L'influenza bianca dello swing ha effetto anche sul blues e cioè sulla componente
più nera del jazz. Il blues viene trasformato in una progressione armonica tonale
con l'inserimento di altri accordi di settima con funzione di dominanti secondarie
(batt. 8 - Es. 16) o di estensioni (batt. 6 - Es. 16: F#° è praticamente F7b9).
Tale manipolazione si rivela ben presto un arricchimento armonico del blues che
mantiene allo stesso tempo la sua componente modale. Si dà così avvio a quel processo
di sintesi tra modalità e tonalità che si rivela ancora oggi il modo più moderno
e attuale di suonare jazz.
Parker forzerà ulteriormente le progressioni armoniche mantenendo però, soprattutto
nel blues e nei rhythm changes, sempre il senso complessivo del centro tonale e
della scala relativa (scala blues, ionica bop ecc.).
Più tardi Davis e Coltrane escluderanno completamente la progressione degli accordi
per mantenerne uno solo. L'improvvisazione avverrà perciò completamente sulle scale:
sarà perciò modale.
A ben vedere anche il concetto di riff, tipico del jazz Kansas City, si rifà alla
concezione moderna di modalità seppure in una dimensione embrionale. Una sequenza
di note, eseguite nella stessa tonalità, viene infatti ripetuta ciclicamente mentre
gli accordi si spostano secondo la progressione armonica. Si tenga presente, comunque,
che il concetto di tonalità è di origine bianca occidentale, mentre quello di modalità
è più nero ed ha agganci anche col retroterra africano.
Il jazz, in quanto espressione afro-americana, attua perciò una sintesi tra
queste due concezioni musicali.
Lo swing è inoltre un periodo fecondo per quanto riguarda il rinnovamento del repertorio
jazzistico. Gershwin compone moltissimi songs suonati ancora oggi così
come Cole Porter, Irving Berlin, Jerome kern, Rodgers
e Hart.
Nel
1937
Rodgers e Hart, alla ricerca di nuove soluzioni per i musical, scrivono
una canzone il cui bridge costituirà, vent'anni dopo, il manifesto delle
progressioni armoniche rivoluzionarie di Coltrane.
Have you met miss Jones, infatti, sposta i centri tonali secondo intervalli di terze
maggiori.
L'artificio armonico serve per concludere una semplicissima modulazione momentanea
sul IV grado (Bb) e ritornare quindi nella tonalità di partenza (F). In realtà la
progressione porta con sè anche la melodia offrendo notevoli spunti improvvisativi.
Suddividendo infatti una scala cromatica per terze maggiori si ottengono tre centri
tonali che girano continuamente su se stessi.
Rodgers e Hart interrompono il moto perpetuo con una cadenza composta in F, scendendo
cioè cromaticamente da Gb a F. Coltrane invece sceglie di rimanere nell'incertezza
tonale e continua, nel suo famoso
Giant Steps, a girare nelle tre tonalità del brano
(seppure con una maggiore insistenza nella tonalità di Eb).
Tra le innovazioni introdotte dai musicisti swing, è importante sottolineare il
nuovo ruolo della sezione ritmica che, oltre a sostenere efficacemente le sezioni
delle big bands e gli interventi dei solisti, acquista una propria autonomia anticipando
la concezione moderna del combo bebop.
La batteria sottolinea l'andamento in quattro con il supporto del walking bass
del
contrabbasso e della mano sinistra del pianoforte.
L'aggiunta della chitarra alla sezione ritmica obbliga spesso il pianoforte
ad abbandonare la continuità dell'accompagnamento a quarti. Per questo motivo si
incomincia a introdurre una nuova tecnica di accompagnamento pianistico a
"strappi" che verrà ampiamente sfruttata e sviluppata nei periodi successivi.
L'esempio migliore di questi nuovi procedimenti è dato dalla sezione ritmica di
Count Basie costituita da Walter Page al contrabbasso, Jo Jones
alla batteria, Freddie Green alla chitarra ed il leader al pianoforte.
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Data pubblicazione: 13/12/2003
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