La didattica musicale ai tempi del Covid-19
A cura di Alceste Ayroldi
Claudio Angeleri
Cdpm Bergamo
Claudio, tu sei il Presidente del Centro Didattico produzione
Musica di Bergamo. Quali effetti hanno provocato le restrizioni in conseguenza del
Covid-19 sull'attività dell'istituzione da te diretta?
Bergamo ha il triste primato di essere stata purtroppo la città maggiormente colpita
dalla pandemia nel mondo. Tra il 20 febbraio e il 31 marzo abbiamo avuto una mortalità
del 568% quando in Italia la media era del 49,4%. Una situazione drammatica che
purtroppo era difficile da raccontare e persino da credere per noi stessi. Quindi
abbiamo dovuto immediatamente chiudere il centro, sospendere l'attività didattica
con oltre 300 studenti, annullare decine di eventi, le lezioni concerto con Bergamo
Jazz che avevano già l'adesione di 2400 studenti, cancellare un mese intero di programmazione
concertistica già predisposta per l'International Jazz day. Mentre anche all'interno
della nostra scuola, si ammalavano in molti e, purtroppo qualcuno ci ha anche lasciato.
Durante la quarantena, quali attività sono state svolte
al fine di proseguire la didattica?
Non ci siamo persi d'animo e dopo la chiusura del 28 febbraio abbiamo rimodulato
tutta l'attività e già il 2 marzo, grazie alla competenza e disponibilità di tutti
i docenti, avevamo già 25 classi di strumento in remoto e la settimana dopo abbiamo
attivato 20 corsi complementari: lettura, teoria, armonia funzionale, piano complementare,
aural e anche musica d'insieme. Lo dico con un certo orgoglio in quanto bisognava
invece agire subito su diversi livelli. Innanzitutto, per esprimere vicinanza a
tanti giovani a cui sono mancate persone a loro vicine e senza un punto di riferimento
importante come la musica. Poi per garantire una continuità e competitività didattica
per tutti, dai più giovani fino a chi sta preparando gli esami di diploma EQF rilasciati
dal nostro centro. Infine, per garantire il lavoro di tanti docenti che non hanno
garanzie di uno stipendio fisso. Vorrei aggiungere anche l'esperienza del jazz day
nato all'interno dell'associazione Il jazz va a scuola da una idea di Angelo Bardini
e mia. Siamo riusciti a raggiungere 250 classi in tutta Italia con 130 musicisti
jazz italiani per un totale di 8.000 studenti entrando nelle lezioni a distanza
già in atto in tutte le scuole italiane. Il jazz non era mai entrato nella scuola
con questi numeri e con la qualità didattica di tanti eccellenti jazzisti italiani.
Una giornata storica davvero emozionante.
Quali sono le prospettive future
e come vi state organizzando al fine di tutelare gli allievi e i docenti nel momento
in cui ci sarà la ripresa delle attività?
Il fatto di aver iniziato da subito ci ha consentito di sperimentare e testare tutte
le possibilità della didattica on line, individuando le criticità e trovando soluzioni
alternative. Adesso non è ancora finita e stiamo quindi programmando tutti i concerti
di fine corso, in diretta streaming attraverso delle piattaforme pubbliche create
ad hoc dal CDpM. Grazie ad una indagine realizzata su un campione significativo
di studenti di musica abbiamo predisposto un nuovo progetto didattico che si svolgerà
in modalità mista, sia in presenza sia a casa in remoto a partire da settembre.
Crediamo infatti che ci siano attività didattiche on line con potenzialità maggiori
di quelle in presenza. Ne parlerò appunto durante la settimana della musica del
Ministero dell'Istruzione promossa dal Comitato per l'apprendimento pratico della
musica con il Jazz va scuola. Ovviamente per fare musica ed in particolare jazz,
è fondamentale l'approccio audio-tattile e quindi siamo convinti che con gli opportuni
protocolli sanitari si potrà riprendere l'attività in presenza. Per non parlare
della propedeutica musicale 0-6 in cui la presenza fisica è fondamentale.
La vostra istituzione si occupa anche dell'organizzazione
attività concertistiche. Hai già in mente qualche progetto futuro, tenendo in conto
tutte le misure poste a detrimento della diffusione della malattia?
Dopo aver espresso i lati positivi dell'on line ammetto di non prevedere un futuro
dei concerti in streaming. Sono utili solo in una fase transitoria. I musicisti
e il pubblico hanno bisogno di un contatto diretto sebbene distanziato e con tutti
i dispositivi di protezione possibili. In ambito culturale e artistico quindi occorre
provare a convivere con passione e intelligenza con il virus. Ne va del nostro benessere.
In altri ambiti – le fotografie dell'apericena sui navigli sono negli occhi di tutti
- però vedo ancora una grande incoscienza e pressapochismo che rischiano di compromettere
i settori più fragili come quello appunto della cultura e in generale del lavoro.
In questi casi sarei davvero inflessibile.
Il mondo dello spettacolo è letteralmente in ginocchio.
A tuo avviso, quali interventi ritieni siano auspicabili per cercare di rimettere
in sesto il settore?
Sono uno dei referenti Lombardi di MIDJ e credo che la nostra associazione abbia
fatto davvero grandi cose in questo periodo. Oltre agli interventi di sostegno a
chi non lavora, ha contribuito alla creazione di un Forum dell'arte e dello spettacolo
con la partecipazione di tantissimi artisti, non solo jazz, e anche di professioni
legate al sistema musica e associazioni di settore. Le idee non mancano ma soprattutto
le azioni concrete e immediate che diverse istituzioni hanno recepito come la SIAE,
il Nuovo Imaie e il MIBACT. Sono fiducioso.
Alcuni link:
https://youtu.be/R3xwKfFJBoY
https://youtu.be/VMREyFUiVHw
https://youtu.be/0lT5axEVFoQ
https://youtu.be/Xz-LJ-Q0giw
30 aprile 2020
Centro Didattico produzione Musica
Associazione Il Jazz va a scuola
MIUR Comitato nazionale per l'apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti
Italia
Cari amici,
oggi, come ben sapete, ricorre la nona celebrazione annuale dell'International Jazz
Day.
Questo giorno speciale è stato originariamente concepito come un mezzo per promuovere
il jazz e il suo ruolo diplomatico e inclusivo in tutti gli angoli del globo. Siamo
orgogliosi e grati di avere preziosi partner in oltre 190 paesi in tutto il mondo.
A causa dell'attuale minaccia del COVID-19, tuttavia, oggi non è andato come previsto.
Avrei voluto tanto che la commemorazione mondiale dell'International Jazz Day si
fosse potuta svolgere in migliori circostanze.
Il popolo italiano conosce meglio di tutti il prezzo altissimo di questa pandemia.
Eppure, esattamente come i tantissimi musicisti che in tutto il mondo continuano
a svolgere attività artistiche nonostante le difficoltà della quarantena e dell'auto-isolamento,
anche voi riconoscete il potere rigenerativo e pieno di speranza della creatività
attraverso l'espressione musicale individuale.
È stata una gioia conoscere i modi in cui l'Italia sta realizzando le celebrazioni
virtuali della Giornata internazionale del jazz 2020, anche con il progetto efficacemente
intitolato "Il jazz day va a scuola (da casa)!".
Sono particolarmente toccato dal fatto che voi abbiate posto gli studenti e le future
generazioni al centro dei programmi online per il Jazzday.
Desidero esprimere la mia sincera gratitudine a voi, ai vostri partner, a tutti
gli studenti, gli insegnanti e le scuole partecipanti e, davvero, a tutta l'Italia
per il vostro spirito positivo e l'umanità dimostrata, specialmente durante questo
momento difficile per tutti.
Siete dei veri esempi della missione dell'International Jazz Day.
Cordiali saluti,
Herbie Hancock
artista Unesco per il dialogo interculturale
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
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Data pubblicazione: 23/05/2020
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