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Claudio Angeleri
Seven Steps To Hendrix
Cdpm (2011)
1. Third stone frome the sun
2. Up from the skyes
3. Foxy lady
4. Little wing
5. Manic depression
6. Purple haze
7. Angel
8. Voodoo chile
Claudio Angeleri
- Rhodes piano, piano
Rino Cirinnà - Tenor sax
Gabriele Comeglio - Alto sax
Alberto Amato - double bass (tracks 2-3-6-7-8)
Marco Esposito - electric bass (tracks 1-4-5)
Tony Arco - drums
Negli ultimi tre anni si è registrato un forte ritorno di interesse per la figura
di Jimi Hendrix, mitico chitarrista che avrebbe compiuto settant'anni nel
2011. In Italia ha iniziato Giovanni Falzone
nel 2009 (a quarant'anni dalla morte) con un
"Around Jimi" piuttosto sofisticato e intellettuale, un viaggio nei dintorni
e dentro la musica del musicista americano, collegato alla passione per Miles
Davis sempre viva nel trombettista siciliano. Una specie di proiezione fantastica
di un incontro mai avvenuto su un palco fra i due musicisti simbolo dei rispettivi
strumenti.
Claudio Angeleri riprende nel 2011
il filo del discorso dedicando questo "Seven Steps..." al chitarrista di
Seattle, realizzando un cd curato, ben costruito, ed "educato". Le composizioni
di Hendrix, il suo modo di suonare duro e provocatorio, non lasciano presagire arrangiamenti
lisci e levigati. La sua musica si alimenta e trasmette energia, incandescenza,
trasgressione. Qui si è scelto di contenersi entro dei limiti, evitando di spingersi
fino in fondo ma esponendo una certa abilità nel mettere a fuoco gli aspetti melodici
del repertorio hendrixiano. Così "Angel" diventa una vera e propria ballad
con il sax alto di Gabriele Comeglio a cantare il motivo con trasporto e
un certo pathos. "Third Stone From The Sun" scivola su un ritmo latineggiante
piuttosto variegato con protagonista inizialmente ancora l'alto, a seguire un solo
incisivo del piano fender rhodes e la tonitruante batteria di Tony Arco.
"Up from the skyes" è piena di swing e utilizzata per far "sfogare"
i due sax con un'alternanza di interventi in un clima complessivo da jam session.
Anche Angeleri sta al gioco con un solo di piano sulla stessa lunghezza d'onda.
"Foxy lady" è molto gilevansiana, un po' "maleducata" e si raccomanda
come il vertice dell'intero disco. Ci sono effetti wah wah, dialoghi serrati fra
i fiati, un basso pregno di funky e le percussioni "groove". Tutti escono fuori
con forza dal clima non abbastanza "violento" di altre tracce. "Little wing"
si apre con un gustoso intermezzo romantico del pianoforte. Poi il brano prende
quota, ma forse non ha il tempo per raggiungere l'acme della tensione rimanendo
su toni "soft". "Manic depression" e "Purple haze" hanno
un trattamento jazzistico puro e semplice non destando sorprese. Il finale con "Voodoo
child" invece tira su il cuore con una versione esuberante e ricca di funky.
Una vera "hit" del repertorio selezionato dove tutti ci "danno dentro" senza
remore o con il freno a mano tirato. Occorre ancora ricordare che il cd è stato
inciso dal vivo, in parte a Bergamo e in parte a Canicattini Bagni.
Il percorso scelto dal pianista bergamasco ha quindi privilegiato una rilettura
inevitabilmente vicina alla sua sensibilità e al suo modo di intendere il jazz cercando
di chiudere in uno spazio ristretto una musica che, per sua natura, deborda e si
slega da ogni laccio e da ogni costrizione.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 17/03/2012
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