Quattro chiacchiere con...Maurizio Patarino
e Stefania Lonero marzo 2015 di Alceste Ayroldi
click sulle foto per ingrandire
In occasione dell'uscita del disco "Carosonissimo" (edizioni
Fo(u)r), ne parliamo con Maurizio Patarino e Stefania Lonero.
Maurizio sei un chitarrista e hai voluto riservare il tuo
personale omaggio a un pianista: perché Renato Carosone?
Carosone è uno dei massimi autori della tradizione Italiana, un po' dimenticato
ultimamente e il cui valore come jazzista non è stato ampiamente riconosciuto.
Quali difficoltà hai trovato
nel tradurre nel linguaggio chitarristico il vocabolario pianistico di Carosone?
In realtà poche non avendo inserito il pianoforte nel disco ho reinterpretato chitarristicamente
le idee musicali di Carosone più che la sua maniera di esprimerle.
Era da tempo che avevi in serbo questo progetto? Come è
nato e come hai scelto i tuoi compagni d'arte?
In realtà è nato da una idea di Stefania poi pian piano ha preso corpo nella mia
mente sia il repertorio che come volevo suonasse: da qui la scelta dei musicisti.
C'è un ospite: Renato D'Aiello e il suo sassofono.
Se avessi potuto scegliere un altro strumento, quale avresti scelto?
La tromba senza dubbio. E' il mio strumento preferito, sono cresciuto ascoltando
Chet Baker.
Stefania, quindi sei tu l'artefice che ha dato il primo
impulso al progetto: come è nato il tuo rapporto con la musica di Carosone?
E' nato più o meno quando sono nata io... in famiglia li ho sentiti canticchiare
da sempre e poi anche suonare dal vivo da piccole band che mio nonno invitava ad
esibirsi in casa...
Per i testi, per la pronuncia napoletana come ti sei regolata?
Beh con l'ascolto....come si fa con gli standard in americano o con i brani Bossa
Nova in portoghese, il napoletano è una lingua a sé e si presta straordinariamente
meglio dell'italiano allo swing, perché tante parole non finiscono con una vocale.
C'è qualche altra interprete che si è cimentata nel repertorio
di Carosone alla quale ai fatto riferimento?
Di interpreti di Carosone ce ne saranno migliaia, ma poche donne che non lo cantino
alla maniera neomelodica. Ho ascoltato delle belle interpretazioni solo di alcuni
brani di Mina con dei begli arrangiamenti, però rigorosamente pop!
Comunque, chi è la tua vocalist di riferimento?
In assoluto? O chi lo è stata per questo progetto? Maria Pia De Vito
è una che da sempre lavora trasformando egregiamente brani antichi in moderni, poi
è napoletana verace, quindi non poteva che essere il mio faro...
Maurizio, e il tuo chitarrista di riferimento chi è?
Ho deciso di imparare a suonare la chitarra dopo essere andato ad un concerto di
Pat Metheny
agli inizi degli anni Ottanta, ma anche Barney Kessell è un chitarrista che
mi ha sempre affascinato.
Secondo te si può dire che i brani di Carosone sono degli
standard?
Assolutamente sì, brani come "Maruzzella" e "Amaramente" non hanno
nulla da invidiare alle ballads americane e lo swing che pervade "Tu vuo' fa
l'americano" ne fa un monumento della musica jazz made in Italy.
A tuo avviso a quale autore, compositore del songbook americano
potrebbe essere rapportato Renato Carosone?
Forse Cole Porter per la vena ironica di alcuni testi dei suoi brani
Quanto è attuale la musica di Renato Carosone?
Come tutta la musica scritta bene è sempre attuale!
Perché il contrabbasso di Dario Di Lecce e anche
il basso elettrico di Giuseppe Battista in due brani ("Guaglione" e "Torero")?
Dario è uno dei miei pupilli, uno dei tanti bravi allievi a cui ho avuto il piacere
di insegnare. Giuseppe oltre che essere un amico di vecchia data è stato il bassista
del progetto sin dal principio. Volendo dare spazio ad entrambi ho scelto per il
basso elettrico i brani che meglio si adattavano (per me swing = contrabbasso)
A quale brano di Carosone hai dovuto rinunciare a malincuore?
Sicuramente a "Pianofortissimo", ma ho in mente un arrangiamento anche per
questo brano per i prossimi concerti.
"O'Sarracino" in 5/4 con un break di batteria alla Joe
Morello. Perché questa scelta?
E' uno dei brani più intriganti del repertorio di Carosone. dopo averlo sentito
diventare un ballo di gruppo gli ho voluto restituire dignità avvicinandolo di più
al jazz e quindi mi è venuto in mente "Take Five" brano tra i più conosciuti
del repertorio jazzistico
Quali sono state le linee che hanno determinato la tua
scelta negli arrangiamenti?
Ho ragionato brano per brano cercando di non essere ripetitivo e di essere il più
originale possibile, chiaramente distaccandomi da quelle che erano le idee di Carosone
e inserendo la mia maniera di vedere la sua musica
Maurizio, sei anche un didatta di vaglia e insegni presso
la scuola Il Pentagramma di Bari. Qual è la prima cosa che insegni ai tuoi allievi?
Il rispetto verso gli altri musicisti/strumentisti per sentirsi parte di un solo
suono. Infatti mi piace lavorare soprattutto sui gruppi di musica d'insieme.
Qual è l'approccio con il jazz dei più giovani?
A volte di scetticismo come se il jazz fosse una musica ' datata' ma poi una volta
che lo conoscono bene diventano appassionati.
A tuo avviso, nella musica leggera italiana chi ha un po'
di swing?
Ascolto poco la musica leggera ma non vedo nessuno forse a parte Giorgia.
Dopo "Carosonissimo" quali altri progetti/idee hai/avete
in mente?
Sia io che Stefania siamo appassionati di musica brasiliana, ho anche scritto dei
brani originali di cui lei ha scritto i testi. Non escludo che il prossimo lavoro
sarà proprio sulla bossa nova.