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Il Turismo Culturale si veste di Jazz
L'Hotel Universo di Lucca, un Jazzhotel "D.O.C."

Intervista a Marianna Marcucci e Igor Palmieri
aprile 2010
di Alceste Ayroldi

Che Lucca sia una città vocata alla musica, lo dice la storia, anche del glorioso Teatro del Giglio – opera che risale ad oltre tre secoli or sono - oltre che i natali di Giacomo Puccini.
Sempre la storia, più recente, ci consegna l'angolo buio della detenzione di Chet Baker nel carcere – di particolare pregio architettonico anch'esso – allocato nella città, nei pressi della porta S. Donato. Però, che la tradizione musicale fosse estesa anche ad un turismo jazzistico, non era cosa nota ai più. A proposito di Chet e delle sue peripezie peripatetiche, proprio di fronte al Teatro del Giglio stanzia da oltre centocinquant'anni una dimora storica che ha ospitato il celeberrimo trombettista di Yale. La struttura ricettiva, per vicissitudini varie, annegava nell'indifferenza dalla salvaguardia delle proprie radici e dell'antica bellezza. Fortuna vuole che nel 2001 una giovanissima appassionata di jazz (anche sassofonista), Marianna Marcucci decise di recuperare l'albergo, restituendo gli antichi fasti che la "locanda" possedeva ed aveva vissuto. A completamento di tale opera, ha dato voce e visibilità alla oramai famosa stanza n.15, lì dove Chet Baker trascorse le sue vacazioni lucchesi. Un hotel dove il jazz è di casa e non solo per il vissuto di Chet, ma anche per il sottofondo discreto e continuo della musica diffusa e per il fatto che la hall, con cadenza quindicinale, assume le inconsuete sembianze di jazz club, sia per gli ospiti che per i "jazz-cats" del circondario. Ne parliamo con Marianna Marcucci, procuratrice della società che gestisce l'hotel Universo e con Igor Palmieri, direttore artistico dell'Universo Jazz Club.



Le prime notizie che ho dell'Universo, come struttura ricettiva, risalgono al 1850 circa. Il locandiere dell'allora "Locanda Universo e Tosca" ospitò alcuni militari mandando poi la richiesta di pagamento di 9,23 lire. Fu in seguito trasformato in Hotel, nel 1857, sotto il nome di "Royal Hotel Universo e Tosca" rispondendo alla sempre crescente voglia di internazionalità. Allora fu classificato come un 3 stelle e così ho voluto mantenerlo anche quando, nel 2001, ho preso le redini di questo vecchio signore e gli ho dato qualche "ritocchino" per farlo nuovamente risplendere come si merita. I saloni, le camere, gli spazi per gli ospiti sono arredati con sobrietà e semplicità, mantenendo l'atmosfera dei tempi passati. Spesso mi aggiro per i mercatini dell'antiquariato e riesco a scovare qualche pezzo irresistibile, in realtà sono io che non riesco a resistere, perchè lì quella scrivania/comodino/ecc ci voleva davvero! Il Jazz Club, invece, è nato nel 2009 per soddisfare la nostra voglia di proporre della buona musica, dopo aver fatto le "prove generali" ad aprile, con un concerto gratuito, e aver ricevuto feedback molto positivi. " (Marianna Marcucci)


Come è nata l'idea di un Jazz Hotel?

Sono un'accanita consumatrice di letteratura, arte e musica e avevo già prestato le sale dell'Hotel a mostre di scultura e presentazioni di libri. Avevo voglia di trasformare il tipo di offerta dell'albergo non ponendo limiti alle sua potenzialità e soprattutto riportare la musica in un luogo dove è sempre stata. La svolta è stata la conoscenza di Igor, con lui abbiamo concretizzato quello che era una fantasia e abbiamo dato vita all'idea.

E la tua passione per il jazz?

Da sempre...quando ero piccolina il mio babbo ascoltava i grandi...Armstrong, Gillespie e poi Davis, Coltrane e Chet Baker ovviamente. La mamma – corsa - dal canto suo mi ha insegnato ad amare Grappelli e Reinhardt. Bello, considerando poi che nessuno dei due ha mai suonato uno strumento, puri ascoltatori! Crescendo, cresceva anche la curiosità di scoprire tutto quello che la musica jazz poteva darmi, compresa una breve esperienza con il sassofono. Ho trascorso un periodo da Indiana Jones, l'avventuriera della scoperta jazz. Ascoltavo tutto e più un musicista era sconosciuto e più ero soddisfatta di averlo "scoperto". Poi sono cresciuta e non è cambiato nulla!

L'Hotel Universo ruota intorno alla storica stanza n. 15 che ha ospitato, più volte, Chet Baker. Ma l'Universo è anche una dimora storica che affonda le radici nella musica.

Come accennavo prima l'Universo nasce come Locanda e diventa Hotel nel periodo in cui nasce e diventa sempre più frequentato il Teatro del Giglio che si trova proprio di fronte e che fu inaugurato per la seconda volta, dopo un incendio che lo distrusse a fine seicento, nel 1819. Per tutto l'ottocento il teatro ospitò le migliori compagnie italiane che poi sostavano all'Hotel Universo. Sembra di vedere un ideale immagine di due vecchi signori che si scambiano pettegolezzi sui rispettivi ospiti. L'Universo ha quindi ospitato i più grandi nomi dell'opera che si sono esibiti nel teatro: Puccini e la Malibran, Nicola Tacchinardi e Gilbert Duprez fino ai giorni nostri con Sviatoslav Richter e Uto Ughi. A me interessava però un unico personaggio che qui soggiornava spesso e di cui tutti i lucchesi "storici" mi parlavano non appena saputo che avevo preso le redini dell'Hotel: Chet Baker. Mi raccontavano che si sedeva sul davanzale della finestra della camera e suonava, alle ore più impensabili della notte e la gente passava incuriosita e ascoltava. Ho poi ritrovato una foto che lo ritrae proprio su quel davanzale e la camera non potevo non dedicarla a lui! Uno dei suoi soggiorni a Lucca non fu dei migliori. Fu, infatti, incarcerato a San Giorgio per droga. Si racconta che quando uscì dal carcere usasse andare sulle mura che circondano la città, nel punto in cui le mura sono vicine alle finestre del carcere, e suonasse per i suoi ex compagni di cella.

Esiste un turismo "jazz"? Chi ti richiede espressamente di dormire nella stanza n.15?

Si, esiste un turismo di questo tipo ed è il più variopinto. Ci sono appassionati che prenotano da ogni parte del mondo e chiedono espressamente della camera 15. Vogliono sapere quando Chet è stato qui, cosa facesse, dove andasse, chi fossero le persone che conosceva...vaglielo a spiegare che sono troppo giovane per ricordarmelo! E poi ci sono i musicisti che rimangono sorpresi dall'emozione che una stanza può trasmettere dopo tanto tempo.

La musica jazz è il sottofondo continuo che si ascolta in hotel: qualcuno ha mai protestato?

Certamente, quando finisce il cd!

Naturale evoluzione è stata la creazione del jazz club: l'identità di albergo e quella di club sono perfettamente integrate o ci sono punti di contrasto?

Con Igor abbiamo cercato di unire le forze e le rispettive conoscenze dei due mondi in maniera da dare il meglio durante i concerti senza disturbare il normale svolgimento della vita alberghiera. Devo dire,però, che gli ospiti dell'Hotel spesso si sono lamentati di non aver trovato posto al concerto, hanno rinunciato ad uscire per rimanere ad ascoltare, a volte anche seduti sulla scalinata dell'ingresso! Un signore americano mi ha scritto una bellissima lettera per ringraziarmi di aver reso il suo soggiorno indimenticabile con un "great jazz quartet" che si è esibito mentre lui era qui. Bello, no?

Igor, tu sei un musicista che ha assunto la direzione artistica dell'Universo Jazz Club. Quale brand ha la tua programmazione?

La programmazione cerca di alternare musicisti 'noti' con altri forse 'meno noti' ma altrettanto di talento: in questo modo la qualità musicale non scende e l'offerta si amplia notevolmente. Inoltre i musicisti hanno l'opportunità di rientrare all'interno di una rassegna prestigiosa, di esibirsi in un ambiente elegante e confortevole e davanti ad un pubblico attento e preparato quale è il pubblico dell'Universo.

Come ha accolto il pubblico la nascita del club?

Molto bene. Il pubblico, sempre molto numeroso, ha apprezzato questa nostra iniziativa: piace l'idea di poter assistere ai concerti all'interno di un Hotel prestigioso e ricco di storia come l'Universo; inoltre è piaciuta molto la cura con la quale abbiamo preparato la rassegna, come l'abbiamo allestita e la programmazione. Del resto credo che, come ha detto Donald Eugene Cherry, "quando la gente crede nei confini, ne diventa parte".

I progetti e le strategie future?

Abbiamo attivato una serie di contatti con altre associazioni in Italia e all'estero che intendono sposare il nostro progetto. Così, già dalla prossima rassegna (questa volta dedicata a Bill Evans e che partirà il 15 settembre 2010, a 30 anni esatti dalla morte del grande jazzista statunitense) strizzeremo l'occhio all'estero invitando, oltre a musicisti Italiani, anche jazzisti americani. Inoltre vorremmo organizzare, in un futuro non troppo lontano, altre iniziative. Ma di questo riparleremo! Infine, dobbiamo e vogliamo ringraziare Filippo Mariano, un amico e collaboratore che con la sua "Comunicare Cultura" si è occupato di tutta la parte promozionale.

Info: www.universolucca.com - www.universojazzclub.com










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COMMENTI
Inserito il 27/4/2010 alle 11.53.36 da "zambonini.p"
Commento:
Ciao sono un architetto che vive vicino al paese natale del mio amico Igor.
Volevo solo augurare a tutti e due un buon proseguo del vostro lavoro perché é ricco di cultura, buon gusto, tenacia e tanta passione.
Spero di poter venire a visitare il vs. hotel con la mia bambina.
Con affetto, Paola e Elisabetta.
 


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Data pubblicazione: 25/04/2010

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