El Gallo Rojo torna con una delle sue produzioni e come sempre ci troviamo
di fronte a un progetto particolare e di pregio. Questa volta in un paesino nelle
alpi –Comeglians- si trova una mini big band di nove elementi per un jazz libero,
a tratti sfrenato e…d'alta quota.
Daniele D'agaro, sax tenore e clarinetto, propone
una manciata di pezzi di sua composizione sulla quale la band procede ad una improvvisazione
aperta, gioiosa. E' il caso del brano d'apertura, Ultramarine,
dove tutti i musicisti si scaldano in una alternanza di pieni sonori e zone fatte
di echi e silenzi. Diversi momenti del disco sono imperniati sull'intreccio articolato
e imprevedibile dei fiati della band, che sfruttano tutta una gamma coloristica
poco utilizzata, dalla tuba al clarinetto basso mentre il tessuto ritmico, sempre
molto creativo è reso ancor meno convenzionale dalla presenza di Saverio Tasca
al vibrafono e marimba e dall'assenza del pianoforte, sostituito –in alcuni momenti
dal suono soul di un organo.
Ci sono occasioni di puro swing, come l'ultimo brano del cd,
Chicago Beer coaster, indiavolato, frenetico, con
in evidenza tutti i solisti e il sostegno orchestrale a vamps, rinforzato dall'organo
di Bruno Marini.
Ospite d'eccezione della formazione è il batterista Han Bennink,
famoso per non tirarsi indietro di fronte alle musiche più avventurose.
E' il caso della bellissima Adriatic polka,
dove i clarinetti e la tromba con sordina, accompagnati dal basso tuba, al passo
di marcia mescolano la polka con New Orleans. Tutti i solisti che si succedono non
perdono mai di vista la gioiosa melodia del brano, neanche quando per un attimo
l'allegro incedere da ballo popolare sembra inciampare in un free furibondo, ma
è solo un attimo! Se volete scoprire come si può suonare la batteria con ironia,
ascoltate il lavoro di Bennink per questa polka-jazz.
Si diceva all'inizio un lavoro particolare e di pregio, perché sentire
improvvisare liberamente, ma con tanto gusto e rispetto della melodia e dell'orchestrazione,
non è affatto scontato. L'incisione è live e – sicuramente - chi ha avuto la fortuna
di assistere al concerto ha potuto godersi una musica che non è il classico minestrone
jazz ma un piatto nuovo.
Franco Bergoglio per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 06/07/2008
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