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Girardi, Recchia, Senni, Burk
Spinoza



Improvvisatore Involontario (2011)

1. La mente o il corpo
2. Virtù e ragione
3. L'uomo libero
4. La cosa più utile all'uomo è l'uomo stesso
5. Falsità o privazione
6. Essere per esistere
7. La forza degli affetti
8. Le idee e le cose: ordine e connessione
9. Amore intellettuale eterno
10. Enti metafisici
11. La mente: azione e passione.

Greg Burk - piano, glockenspiel
Davide Recchia - chitarra
Stefano Senni - contrabbasso
Alberto Girardi - batteria, perc.


Spinoza? Spinoza e il jazz? Con questo interrogativo iniziano le note di copertina di Davide Poggi, autorevole studioso dell'università di Verona, nonché presente con un "readings" in alcune tracce del disco. In effetti l'accostamento è tra i più audaci, ma la musica funziona, "gira bene" e tanto basta per giustificare questo tipo di operazione.
Il cd si struttura su undici titoli, tutti ricavati dall' "Ethica", l'opera principale del filosofo olandese.
Si comincia con "La mente o il corpo", dove ogni musicista sembra andare per suo conto, fino alla scoperta di un accordo raggiunto in divenire, sottolineato dalle parole dette in modo asciutto senza espressione, come scelta di campo, da Davide Poggi.



"Virtù e ragione" è il brano più lungo, epìtome di tutto quanto si svolgerà dopo e quanto si è svolto prima. Greg Burk picchia sugli ottantotto tasti con vigore, o accarezza la tastiera con delicatezza. Davide Recchia punteggia il discorso dei partner con note staccate ben delineate, o segue un riff e lo ripete ad libitum con la sua chitarra, creando una discrepanza o una consonanza, a seconda dei momenti, nel tessuto complessivo del pezzo. Alberto Girardi prende assoli senza soluzione di continuità. E' spesso coloristico con un uso insinuante dei piatti. Stefano Senni accompagna o prende in mano la situazione utilizzando il contrabbasso in maniera melodica o ritmica, sapientemente.
"L'uomo libero" si annuncia con un dialogo stretto fra glockenspiel e basso archettato con la batteria a suggerire un tempo sospeso per aria. La parola sentenziosa di Davide Poggi apre ad un altro scenario. Precipitiamo in una sorta di etno-jazz danzante dove tutti collaborano per tenere vivo un clima gioioso che improvvisamente viene troncato, quasi a giustificare l'assunto di partenza: "In Spinoza sono compresenti istanze apparentemente contraddittorie e "dissonanti" ", proprio come in questo cd.
"La cosa più utile all'uomo è l'uomo stesso" vede Girardi intarsiare con le spazzole l'iniziativa del pianista consistente in blocchi di accordi che si mostrano prima con forza, fino a scomporsi in una linea severa di suggestione vagamente lirica. Sembra quasi che certe atmosfere siano schivate come opzione di fondo o subentrino di soppiatto, senza darlo troppo a vedere....
"Falsità o privazione" è un bozzetto in stile tardoromantico appannaggio esclusivo di Greg Burk, che qui si stacca dal clima di altri segmenti e libera tutto il suo personale background, tenuto a freno in altri brani o incanalato inevitabilmente nell'estetica di base del progetto.
In "Essere per esistere" il batterista porta avanti un lungo solo, dove brevi pause interrompono a tratti un eloquio funkeggiante sì, ma contenuto nei toni e nei modi.
"Le idee e le cose: ordine e confusione" racchiude una frase ripetuta dalla chitarra e dal pianoforte e mantiene un andamento swingante, con la ritmica che, sottotraccia, accompagna in modo più "traditional" sempre con le dovute riserve e cautele.

Stefano Senni si appropria in solitudine di "Amore intellettuale eterno", un breve, succoso intermezzo che serve a far calare la tensione.
E' rumoristica "Enti metafisici". Si ascoltano battiti di mani, suoni del pianoforte ottenuti pizzicando le corde, i martelletti all'interno dello strumento. Si sentono note aliene della chitarra e sfigolii delle percussioni. Tutto in attesa di un qualcosa che non arriva, se non verso la fine con la declamazione o meglio la non declamazione del professore veronese di una pillola dell'"Ethica". Poi tutto rifluisce nuovamente nel disordine e nella dissonanza.
Chiude "La mente: azione e passione" a completa disposizione di Davide Recchia, che riassume gli obiettivi del disco con un assolo chitarristico a tratti bluesy e in certi punti spigoloso e acuminato.
"Spinoza" conferma il coraggio di un'etichetta, l'"Improvvisatore involontario" nel concedere carta bianca a musicisti impegnati in progetti bizzarri come questo, perlomeno in teoria. I quattro artisti più Davide Poggi con il loro disco dimostrano, però, di meritare ampiamente il credito ricevuto, perché costruiscono un qualcosa di filosofico-poetico e musicale intelligente e originale.

Gianni Montano per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 02/11/2012

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