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Greg Burk
As River
Tonos Records (2020)
1. One Day
2. Five Petals
3. Sun Salutations
4. As A River
5. Radiant Heart Blossom
6. The Slow Hello
7. The Union
8. Confluence Of Color
9. Serena al telefono
10. Into The Rapids
11. Love Wins
12. Beyond The Bend
13. The Slow Goodbye
14. Rivers To Tears
15. Sequoia Song
Greg Burk - pianoforte
Un racconto in
quindici episodi musicali, ovvero quindici racconti in un solo fluire
pianistico: quello di Greg Burk. Statunitense, ma in Italia da diverso tempo,
Burk non ha perso la mano mainstream di marca americana, ma ha acquistato anche
un gustoso senso melodico. Sentimento che si ascolta da subito con "One Day",
dove il Nostro ci rivela come sappia giocare con i registri e non far
rimpiangere il basso perfettamente acconciato nella mano sinistra.
Introspettiva, dalle note immaginifiche e pesate, arriva "Five Petals",
rintuzzata dal groove suggerito di "Sun Salutation". Il lirismo melodico
del main theme fa da alter ego alle note sparse che si raccolgono intorno a
intervalli arditi di "Radiant Heart Blossom". Nell'alternarsi di umori, fa
bella mostra "The Slow Hello", carica di eloquenti sospensioni, pause e
silenzi. Tra il gusto per la musica classica e quello per la song americana,
arriva "The Union", che spalanca le porte all'avventura nella classica
contemporanea con saggi tocchi avanguardistici jazz di " Confluence Of" Color.
Si affaccia ai gusti del primo Novecento, con le venature di jazz in
esposizione, "Serena al telefono", con il raddoppio delle note che la
rendono ancor più accattivante. L'evoluzione musicale racchiusa in questo
lavoro, porta Burk verso lidi da lui già esplorati: la sequenza di note, di
clusters, di argomentazioni in velocità di "Into The Rapids" è pura
onomatopeia. L'altalena di sentimenti continua con le carezze sicure di "Love
Wins" e nella coralità di "Beyond The Bend". "The Slow Goodbye"
riprende quella ricercatezza sonora già incontrata precedentemente nel quasi
omonimo brano. A "Rivers To Tears" mancano solo le parole per assurgere a
un brano che potrebbe diventare uno standard. La solida irrequietezza da canone
americano di "Sequoia Song" chiude un lavoro di pregio, suonato da Greg
Burk con ardore e amore.
Alceste Ayroldi
per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 06/09/2020
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