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The Taste of a 2nd life
Time Lapse
Dasè Sound Lab (2020)
1. The Beginning
2. Fold Or Raise
3. Slow Awakening
4. The Magician
5. Strenght For Alice
6. The Taste Of A Second Life
7. Welcome Federica
8. I'm Back
Gabriele Buonasorte - sassofoni, elettronica Greg Burk - pianoforte, sintetizzatori Gabriele Lazzarotti - basso elettrico John B. Arnold - batteria, elettronica "
La domanda nasce spontanea, dopo aver ascoltato questo disco:
perché non lo si ascolta in giro? Mette a fuoco e fiamme l'intero sistema musical-jazzistico
rimanendo sorprendentemente in bilico tra fusion, rock, avant-garde, tradizione,
grazie all'eccellente fusione tra strumenti acustici, elettrificati ed elettronica.
Gabriele Buonasorte è il leader indiscusso di un quadrumvirato di eccellenti musicisti
e sperimentatori e il suono, le armonie che qui sono restituite, per l'appunto,
viaggiano tra sperimentazione e melodie evergreen.
L'impatto è con le torride torniture di "The Beginning",
dove s'ascolta da subito quanto interplay ci sia tra i quattro e come il sassofono
di Buonasorte sappia essere torrenziale senza scadere nella becera muscolarità.
Burk utilizza le alchimie dei sintetizzatori e il piano con bella energia, supportato
da una ritmica incalzante: Arnold è un'infaticabile macchina del ritmo e Lazzarotti
tiene botta, costruendo golosi ponti tra gli strumenti. Ciò indipendentemente dalla
china che prende la vena compositiva di Buonasorte: nelle accomodanti note di
" Fold Or Rise" si sarebbe corso il rischio di scivolare in direzione della
chill out e dintorni. Ma qui non v'è traccia di banalità: tutto viaggia nella giusta
direzione e così anche in "Slow Awakening" con il tema in evidenza. Ma bisogna
stare attenti, perché l'imprevedibile è sempre in agguato e dopo lo sfavillante
assolo di Buonasorte, tocca a Burk involarsi strapazzando note e pianoforte con
abilità, esperienza e creatività. "The Magician" non sfigurerebbe
a far ballare in una dance-hall, mentre "Strenght For Alice" ci fa respirare
quell'antico profumo di fusion, di ottima fusion. Il brano eponimo è la summa del
disco, tra la malia mediterranea, venature acid, groove incalzante e improvvisazioni
impeccabili. Lo stesso dicasi per i due brani che chiudono il disco; in particolare
il blues suggerito di "I'm Back" che ne spinge la linea melodica – bella,
orecchiabile – è il sugo stesso di un lavoro che, si ribadisce, merita attenzione:
per la sua novità, creatività e spirito battagliero.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 07/06/2020
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