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Matt Renzi, Stefano Senni, Jimmy Weinstein
4 Stories
El Gallo Rojo (2011) 314 – 48
1. First Story 15:13
2. Second Story 13:33
3. Third Story 13:33
4. Fourth Story 15:25
All compositions by M. Renzi, S. Senni, J. Weinstein.
Matt Renzi
- tenor saxophone, clarinet
Stefano Senni
- bass
Jimmy Weinstein
- drums
Padova, 12 ottobre 2010.
www.elgallorojorecords.com
info@elgallorojorecords.com
Il trio costituito da Renzi, Senni e Weinstein racconta il loro approccio a una
certa improvvisazione jazzistica cui si accostano con concentrazione e colta e spigliata
sicurezza, mostrando una assoluta padronanza di un jazz che esiste, in questa forma,
sin dagli anni Settanta del Novecento, con precedenti illustri come il trio di Sam
Rivers. Se Renzi e Weinstein, entrambi statunitensi ma cittadini del mondo, collaborano
da anni, Senni, nostro connazionale, si inserisce a meraviglia tra i due, costituendo
a tratti il perno su cui si sviluppano le improvvisazioni, che peraltro, come ricordano
le note di copertina, sono nate in modo assolutamente imprevisto e non erano state
pensate originariamente per una registrazione discografica.
L'incedere delle quattro lunghe tracce – delle vere e proprie suite improvvisate
- è spesso pacato, come si coglie all'inizio della First Story, guidata dal
fraseggio complesso del sax tenore che si reca dietro i delicati ricami percussivi
di Weinstein, poggiando sulla cavata massiccia e strutturante di Senni, per pervenire
a dei crescendo e diminuendo di tensione sempre estremamente controllati, tra sezioni
spiccatamente informali e altre che si accostano a suggestioni melodiche. La
Second Story ruota intorno al suono delicato del clarinetto, che induce i compagni
a ricamare trame fini e suggestive. Il felice incipit danzante della Third Story,
con la sua gradevole cellula tematica, conduce poi a sviluppi improvvisativi forse
più risaputi, mentre l'assolo di contrabbasso che apre la Fourth Story riporta
il clima generale alla creatività iniziale.
In sintesi, un lavoro rigoroso e avvincente, a patto di essere ben avvezzi alle
forme più aperte del jazz contemporaneo.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 09/07/2012
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