Un obiettivo ricorso da tempo e finalmente concretizzato
con grande soddisfazione e orgoglio di chi ne è stato artefice principale. E' l'incontro
tra Jimmy
Weinstein, batterista americano e i coniugi Sakoto Fujii e
Natsuky Tamura avvenuto per la prima volta in Giappone nel
1997 ma che ha lasciato nel cuore di
Weinstein
un segno incancellabile al quale bisognava dare un seguito. E il seguito si è compiuto
con l'aggiunta di Masa Kamaguchi, contrabbassista già più volte accanto al
batterista in altri progetti. Nasce così un quartetto superlativo che ci regala
un cd registrato a New York nell'aprile del 2005.
Per il batterista americano - allievo tra l'altro del grande Max Roach
e apprezzato insegnante in Italia con la Traveling School di Padova - una prova
da incastonare tra le sue produzioni più interessanti. I quattro sembrano perfettamente
amalgamati e nel contempo mostrano di condividere le medesime coordinate sonore
di un jazz che si muove tra free e avanguardia lambendo in qualche occasione anche
il lessico contemporaneo. Un quartetto dove non ci sono ruoli comprimari e dove
le innegabili punte di diamante, Fujii e Tamura, lasciano ampio spazio
alla sezione ritmica con
Weinstein
e Kamaguchi che si esprimono al pari dell'altra metà del quartetto. Ed è
in questo status che la straordinaria arte del fantasioso batterista americano si
può rivelare in tutta la sua grandezza.
Weinstein
ha sempre la soluzione giusta per ogni passaggio per ogni situazione, sa sempre
trovare la frase ritmica opportuna senza mai straripare sugli altri o irrompere
prepotentemente se l'ambient del brano non lo richiede. Il suo apporto è determinante
anche per la perfetta simbiosi con il contrabbassista Masa Kamaguchi che
aggiunge profondità e corpo al suono del quartetto senza per questo disdegnare interventi
solistici di assoluta espressività e che fanno da trait-d'union tra le delicatezze
e i furori in contrapposizione in questo cd.
La Fujii e il suo compagno sono naturalmente deputati a dispiegare
il loro verbo sonoro oscillante tra una liricità struggente e una spigolosità veemente.
Ogni ascolto aggiunge qualcosa di più nell' assimilazione di questa esperienza che
Weinstein
ha voluto definire come una naturale coincidenza di idee e modi di interpretare
il jazz contemporaneo.
Un'esperienza positiva e interessante malgrado una certa discontinuità
del discorso musicale che, pur avendo il pregio della varietà, denuncia una indefinibilità
delle proposta che se frequentata e approfondita può raggiungere livelli eccellenti.
Giuseppe Mavilla per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 19/09/2008
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