Dodicilune - ED258
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Federico Casagrande
Spirit Of The Mountains
1. Beyond
2. New
3. Himalaya
4. Desert
5. Running Slow
6. Foroyar
7. Pelmo
8. Point of View
9. Signore delle Cime
Federico Casagrande - guitar
Stefano Senni
- bass
Ferenc Nemeth - drums
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Via Ferecide Siro 1/e
73100 LECCE
Tel. +39 0832.091231 - 0832.092478
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email: ufficiostampa@dodicilune.it
web: www.dodicilune.it
Casagrande è musicista raffinato, sensibile, dotato di talento e musicalità
cristallini; gli ottimi
Stefano Senni
contrabbasso e Ferenc Nemeth batteria completano questo interessantissimo
trio.
Premettiamo, non siamo di fronte ad una musica di facile
ascolto, nonostante i ritmi e gli accenti contagiosi accortamente distribuiti,nonostante
il suono e la tecnica esecutiva aggiornati; non troviamo melodie orecchiabili e
ariose nè sviluppi ritmico armonici rassicuranti, quella di Casagrande, musica che
poco o nulla concede, richiede ripetuti e attenti ascolti.
Se ascoltata superficialmente o distrattamente, così pensando comunque di poterne
coglierne il segno e il senso, rischia di fuorviare: la musica del trio reclama
- ma senza urli - una dedizione totale ed esclusiva; dedizione che ritroviamo ad
ogni singolo passo di questo disco granitico. "La meditazione è la cosa più dura
al mondo", ed è anche pratica di preparazione dei più importanti scalatori.
Già la montagna. Quella di Casagrande e soci è musica che nasce da una quasi meditazione
sulla formazione del suono e del linguaggio di matrice afro- americana con un formazione
cameristica. Musica che nasce dal silenzio e a questo si riferisce continuamente
desiderando tornarvi. Musica di grande compattezza e coesione, "Desert" è
un' esempio di equilibrio e interplay tutto giocato sulla ricerca timbrico-ritmica
tra la chitarra che si ricorda di essere anche uno strumento ritmico e la batteria
strumento timbrico coloristico. Musica che alla montagna, cui è dedicata, rimanda
continuamente e di questa riprende la varietà dell'estremamente piccolo con una
precisione, determinazione e coerenza strabilianti. Il mondo musicale di Casagrande
è, come la montagna, un mondo a sé per potersi muovere nel quale occorre grande
umiltà e disponibilità d'ascolto. Quella che in un primo momento potrebbe apparire
come una certa eccessiva omogeneità, si rivela invece coerenza e compattezza.
Il disco si apre su una lunga cadenza per la sola chitarra con largo ed efficace
uso del delay. Poi un riff contagioso diventa il punto di partenza per un tema,
obliquo, come tutti gli altri, ed è subito evidente la coesione ed inteplay di un
trio che fa della ricerca sul suono, sulla dinamica e della varietà e ricchezza
timbrico ritmica della batteria di Ferenc Nehmet i suoi punti di forza e
di distinzione. E procede senza indecisioni per circa un ora. E' un disco faticoso
come una scalata che forse poteva trovare al suo interno un elemento di attrazione
e variazione, ma è solo un marginale appunto per una formazione che speriamo di
poter ascoltare presto dal vivo e nuovamente in studio
Grande plauso va infine alla Dodicilune per aver "ospitato" questa importante testimonianza
di un autore del quale non si devono perdere le tracce; la produzione della registrazione,
per inciso di qualità eccelsa, è a cura del Festival di Montreaux, quella esecutiva
dello stesso Casagrande.
Andrea Gaggero per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 03/05/2010
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