Dodicilune - 2005
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Paolo Russo & Band au Neon
Oltretango
1. Sirtakino (P. Russo)
2. Light years (G. Salario)
3. Bandango (F. Calì)
4. Roms (P. Russo)
5. Jade (F. Calì)
6. La bicicletta (F. Mandolini)
7. Il segreto (P. Russo)
8. Life and death (F. Calì)
9. Tango mediterraneo (P. Russo)
10. Riviera (P. Russo)
11. La spiga (F. Mandolini
12. Ninna nanna per Freja (P. Russo)
Paolo Russo - bandoneon Francesco Calì - pianoforte Fabrizio Mandolini - sassofoni
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Via Ferecide Siro 1/e
73100 LECCE
Tel. +39 0832.091231 - 0832.092478
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web: www.dodicilune.it
Questo lavoro piace già a partire dalla foto di copertina (scatto di
Fabrizio
Mandolini): una serratura arrugginita, la vernice scrostata di una di
quelle porte colorate, tipiche delle baracche di spiaggia mangiate dalla salsedine….
fa pensare al mare che c' è anche se non si vede, o forse si percepisce pur non
potendo esserci.
Trovo che ciò sia perfettamente in linea con lo spirito di questo gruppo,
la cui musica è altamente evocativa di immagini: vale la pena abbandonarsi ad un
ascolto di tipo emotivo e lasciarsi trasportare dalle atmosfere in cui naviga questo
bel disco in cui nulla è prevedibile (un disco di tango che viene aperto, in realtà,
da un sirtaki???!?).
Il tango stesso, per questo gruppo, evidentemente non è un repertorio
né un genere, ma soprattutto un approccio, con il quale vengono affrontate melodie
di sapore mediterraneo (composizioni originali, quasi tutte a nome dei componenti
del gruppo). Mediterraneo è anche il sound (il bandoneòn di Paolo Russo è
spesso sostituito dalla fisarmonica di Francesco Calì): una contaminazione
non scontata, se si considera come il tango, spesso "spacciata" come musica
"latina", abbia in realtà anch'essa origini africane. In altri termini
Oltretango non ha niente a che vedere con
la rilettura in chiave modaiola che troppo spesso viene fatta di questo linguaggio:
i Band au Neon scelgono per il disco un titolo che richiama Piazzolla
ma contemporaneamente promettono di andare "oltre", e infatti si allontanano migliaia
di anni luce dalla riproposizione sterile di un cliché.
Dal punto di vista tecnico è un lavoro pregevole, molto ben arrangiato
e suonato impeccabilmente (Fabrizio
Mandolini ha un bel suono anche al sax soprano, strumento notoriamente
ostico). La formazione ha il pregio di essere essenziale ma allo stesso tempo elastica,
e qui va fatta una considerazione: si assiste spesso al fiorire di piccole formazioni
atipiche, agili e relativamente più facili da gestire. Probabilmente ciò è indicativo
di uno stato di crisi, che costringe a ridurre l' organico per abbattere, ove possibile,
il cachet. Ma quando la necessità si abbina al genio (il termine non paia eccessivo)
si riescono ad ottenere lavori come questo, e a guadagnarci è, in senso lato, la
Musica.
Gianni Rubolino per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/01/2007
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