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        |  dodicilune - ED217
 | Scrignoli - Martino - Laviano Changing Trane - The music of John Coltrane
 
 1. Afro blue
  2. Like Sonny
 3. Dear Lord
 4. Syeeda's song flute
  5. Naima
 6. Fifth house
 7. Ikra
 8. Nana del nino
 9. After the rain
 10. Big Nick
 11. Some other blues
 12. Three shades of blue
  13. Wise one
 
 Valerio Scrignoli - guitars
 Giulio Martino - tenor and soprano sax
 Alfredo Laviano - percussioni
 
 
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 Una rilettura moderna delle musiche di
John Coltrane, 
ma non solo. Per chi infatti si aspettasse un disco di maniera, ricalcato sugli 
stilemi sassofonistici coltraniani, non troverà conferma nella musica di questo 
interessante "Changing Trane", 
in cui la voglia di aprire i confini stilistici alla comunicazione espressiva, sembra 
essere il vero, e forse l'unico, punto di contatto col sassofonista di Hamlet. Sì, 
perché dalle note di questi brani traspare la volontà di suonare una musica libera 
da schemi ed etichette, che insomma cerca di non porsi dei limiti.  Il dinamismo dell'interazione fra le parti, i giochi di dialogo, e gli 
impasti timbrici, rivelano piuttosto presto nell'ascolto la vera natura di questo 
progetto, che di 
Coltrane preferisce trasmettere la poetica e il messaggio artistico, 
piuttosto che ricalcarne lo stile. Detto ciò rimane poco altro da aggiungere.
 La rilettura del repertorio coltraniano è decisamente originale, come 
peraltro lo sono gli stili strumentali dei tre musicisti: Scrignoli, affidandosi 
ad un ampia gamma di colori, passa dalla stesura di fluttuanti tappeti sonori ad 
una condotta ritmata ed incalzante; Martino    , che neanche 
per un momento cade nella tentazione di citazioni stilistiche, si esprime 
in un linguaggio contemporaneo ed originale, senza inciampare nella retorica; e per ultimo
Laviano, dinamico e fantasioso, pronto ad interagire con ogni spunto solistico 
dei suoi compagni. Un disco coerente e ben riuscito. Marco De Masi per Jazzitalia
 
 
 
 
 
 
 
 
 | | 25/03/2010 |  Hal McKusick si racconta. Il jazz degli anni '40-'50 visti da un protagonista forse non così noto, ma presente e determinante come pochi. "Pochi altosassofonisti viventi hanno vissuto e suonato tanto jazz quanto Hal Mckusick. Il suo primo impiego retribuito risale al 1939 all'età di 15 anni. Poi, a partire dal 1943, ha suonato in diverse tra le più interessanti orchestre dell'epoca: Les Brown, Woody Herman, Boyd Reaburn, Claude Thornill e Elliot Lawrence. Ha suonato praticamente con tutti i grandi jazzisti tra i quali Art Farmer, Al Cohn, Bill Evans, Eddie Costa, Paul Chambers, Connie Kay, Barry Galbraith e John Coltrane." (Marc Myers) | 
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| Questa pagina è stata visitata 6.827 volte Data pubblicazione: 31/08/2006
   
 
 
 
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