Alberto Tebaldi
Manuale Creativo di Chitarra Jazz
Teorie sulla visione armonica di J. Coltrane
Edizione NUOVA ARGOS
Prezzo € 10,00 - 64 pagine a colori (formato cm 12,5x18)
Prima edizione giugno 2007
© 2007 Alberto Tebaldi
© 2007 Dat Donat Dicat srl
Per informazioni sull'acquisto visitate il sito
www.albertotebaldi.com
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Un trattato di Geometria, di Numerologia o meglio ancora di filosofia
della musica.
Tutto e il contrario di tutto direbbe qualcuno. Ma a mio parere c'è tutto
quello che può interessare il fenomeno musica e in special modo ciò che ha interessato
l'esperienza musicale di
John Coltrane.
Quello di
Tebaldi è un manuale dalle dimensioni
tascabili, ben fatto e ordinato nella grafica, rigorosamente articolato nell'avvicendarsi
delle argomentazioni. Un libello dai contenuti originali frutto di anni di ricerca
del didatta-musicista romano.
Nelle sue teorizzazioni, Tebaldi
tende a collegare logicamente le diverse sfere disciplinari dell'uomo, attraverso
la scienza dei simboli, come la pittura (con la teoria dei colori), la geometria
e la matematica (con l'espressione visiva di forme e numeri), con quella uditiva
e musicale nello specifico. Mentre si susseguono interessanti punti di vista sulla
concezione musicale che muoveva l'arte di uno dei più grandi musicisti del nostro
secolo, Tebaldi cerca di rendere
lo scritto fruibile e comprensibile ai molti, anche laddove sembrerebbe di ostico
intendimento. E così ogni dissonanza viene dissolta o, meglio, risolta in consonanza
razionale, ogni dubbio è subito chiarito dalla teorizzazione seguente. Nulla è lasciato
al caso. Sarebbe follia pura se non si avesse cognizione di causa!
Un modo diverso, per questo originale, di provarsi in un campo apparentemente
semplice, dove tutto o moltissimo è stato detto a più livelli e dove si rischia
di banalizzare ogni argomento utile all'accrescimento musicale di ognuno.
Il nostro autore con coraggio, e ne dimostra tanto, va a scomodare uno
dei personaggi più importanti e controversi della storia del jazz: il mitico saxofonista
John Coltrane.
Scava nel profondo di quelle che erano le sue teorie e le sue afflizioni spirituali,
cercando di giungere alla consapevolezza e alla coscienza di sé. Si parla di risveglio
spirituale, di chiave d'accesso all'Armonia Universale, di Enneagramma, di Spirale
Aurea, di Simmetria quintupla di Giant Steps…e tanto altro ancora. Argomenti non
certamente semplici!
Per l'appunto Giant Steps, un brano di
Coltrane
che racchiude in sé il pensiero dello stesso autore, un pensiero filosofico e religioso
(se vogliamo) al contempo, da sempre vero banco di prova per le sfide dei jazzisti.
Sarebbe riduttivo, però, considerarlo brano di mera sfida tecnica. È molto di più
di una semplice sequenza melodico-armonica. Vi è già dietro quella inquieta religiosità
e quell'ascesi mistica che caratterizzerà il suo percorso finale e dove nella modalità
troverà la forza di liberarsi dalle costrizioni strutturali tradizionali.
Tebaldi si rifà a questi umori
filosofici: scompone letteralmente il brano e prova ad analizzarlo cellula per cellula,
attraverso analisi armoniche e melodiche. Indica scrupolosamente quelle che secondo
lui potrebbero essere vie diverse alla costruzione di un'improvvisazione su Giant
Steps. E ci riesce, sempre facendo uso di rimandi al simbolismo utilizzato già
dalle prime pagine.
Insomma, un lavoro coerente, frutto di sacrosanta ricerca, che richiede
tanta concentrazione e un buon livello musicale acquisito. Un saggio completo e
ricco di curiosità, mai banale. L'uso continuo di immagini e colori, aiuta moltissimo
nella lettura e rende esplicativo ciò che è il suo alto contenuto.
Dino Plasmati
per Jazzitalia
05/04/2017 | LEZIONI (chitarra): (B. Patterson, T. De Caprio, M. Ariodante, G. Continenza, G. Continenza, G. Fewell, N. Di Battista, A. Ongarello, D. Comerio, A. Tarantino, S. Khan, A. Bonardi, M. Falcone, A. D'Auria) |
25/03/2010 | Hal McKusick si racconta. Il jazz degli anni '40-'50 visti da un protagonista forse non così noto, ma presente e determinante come pochi. "Pochi altosassofonisti viventi hanno vissuto e suonato tanto jazz quanto Hal Mckusick. Il suo primo impiego retribuito risale al 1939 all'età di 15 anni. Poi, a partire dal 1943, ha suonato in diverse tra le più interessanti orchestre dell'epoca: Les Brown, Woody Herman, Boyd Reaburn, Claude Thornill e Elliot Lawrence. Ha suonato praticamente con tutti i grandi jazzisti tra i quali Art Farmer, Al Cohn, Bill Evans, Eddie Costa, Paul Chambers, Connie Kay, Barry Galbraith e John Coltrane." (Marc Myers) |
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Data pubblicazione: 19/10/2008
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