I modi della scala maggiore traggono origine dal sistema musicale usato
dai greci nell'antichità, poi adottato e trasformato nel corso dei secc. VIII-IX
dai cristiani per i loro canti gregoriani dando luogo ai modi ecclesiastici o, appunto,
gregoriani, più vicini a come li conosciamo noi oggi. Sono tornati attuali con l'avvento
del jazz modale, vale a dire dopo il 1959, anno
in cui furono pubblicati Kind Of Blue di
Miles Davis, opera-manifesto in cui sono rivisitate le forme classiche della
canzone e del blues attraverso la tecnica dell'improvvisazione modale e sono tentate
nuove forme che detta tecnica permette, e il testo
The Lydian Chromatic Concept of Tonal
Organization for Improvisation di George Russell, che propone
un uso di tipo tonale della modalità lidia.
I sette modi più usati sono quelli che si ottengono partendo dai diversi
gradi della scala maggiore; in questa puntata focalizzeremo la nostra attenzione
sul modo dorico, una scala minore con la sesta maggiore costruita sul secondo grado
della scala maggiore. DO dorico, ad esempio, è il secondo grado di SIb maggiore
e dunque ha le stesse alterazioni (sib e mib).
Molti musicisti, i chitarristi in particolare, sfruttano molto questa
scala nelle loro improvvisazioni perché amano semplificare le progressioni armoniche
sostituendo gli accordi dei brani con accordi minori. Dunque si tratta di convertire
a minore le quattro specie di accordi di settima della scala maggiore [7, m7, m7(b5),
maj7], o meglio le tre da convertire [7, m7(b5), maj7].
Vediamo come:
- L'accordo di settima di dominante viene convertito nel minore costruito
sulla sua quinta, ovvero il II della progressione II V di cui eventualmente
fa parte (ad es. Do7 diventa Solm, Fa#7 diventa Do#m).
- L'accordo minore settima quinta bemolle, detto anche semidiminuito, viene
convertito nel minore che si trova un tono e mezzo sopra, cioè quello costruito
sulla sua terza [ad es. Dom7(b5) diventa Mibm, Fa#m7(b5) diventa Lam).
- L'accordo di settima maggiore viene convertito nel suo relativo minore,
ossia quello situato un tono e mezzo sotto (ad es. Domaj7 diventa Lam, Fa#maj7
diventa Re#m).
Questo sistema di conversione è usato da chitarristi come Pat Martino
che lo illustrò in Linear Expression
(© 1983 Hal Leonard Publishing Corporation),
un testo che ha influenzato più di una generazione di chitarristi, compreso il sottoscritto!
Ora andiamo ad arricchire il nostro vocabolario con idee solistiche che
sfruttano questa nuova struttura melodica (scala). Le prossime cinque frasi sono
degli esempi di composizione melodica sulla scala dorica di DO (do, re, mib, fa,
sol, la, sib) attorno alle cinque diteggiature chitarristiche; applicando le formule
di conversione al contrario, è facile dedurre che questi fraseggi possono essere
suonati anche sugli accordi di Fa7, Am7(b5) e Mibmaj7, oltre che, ovviamente, sul
Dom7.
Dopo averle analizzate e imparate a memoria, proviamo a inserirle nelle
nostre improvvisazioni, prima su un unico accordo, quindi su progressioni più articolate.
Il passo successivo è quello di produrre frasi doriche originali.
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Data pubblicazione: 03/06/2006
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