Dato per scontato che avete praticato gli arpeggi della
prima parte dell'argomento e che ne avete
memorizzato i diagrammi, procediamo con il discorso per vedere come inserire altre
note per avere più possibilità melodiche.
Partiamo con il nostro Cmaj7 (primo accordo della sequenza armonica).
Abbiamo visto che l'accordo è formato da DO MI SOL SI: proviamo ad appoggiarci ad
ognuna di queste note partendo un semitono sotto.
Esempio: SI - DO - MIb - MI - FA# - SOL - SIb - SI
In questo modo abbiamo incluso delle note più o meno estranee al nostro
accordo che però vanno a cadere sulle note dell'accordo stesso:dico note più o meno
estranee perché ad esempio la nota si che si appoggia al DO non è affatto estranea
visto che è una settima maggiore che si appoggia alla fondamentale;anche la nota
FA# che si appoggia a SOL potrebbe rientrare nel Cmaj7 se per un attimo pensassi
a questo accordo come lidio di Gmaggiore che porta FA# in chiave (il nostro accordo
è uno ionico essendo I°grado della tonalità di Cmaggiore). MIb e SIb sono note estranee
usate come approccio alle note dell'accordo MI e SI.
Potete notare che, qualsiasi nota può essere inclusa nel nostro accordo:
voglio dire che quando suoniamo su di un accordo l'importante è avere le lampadine
accese che delineano il diagramma dell'arpeggio sulla tastiera (nel caso di Cmaj7
do-mi-sol-si) per poi poterci girare intorno come si vuole per costruire linee melodiche.
Nel nostro caso ho utilizzato un approccio un semitono sotto ad ogni nota dell'accordo
ma avrei potuto fare anche un diverso tipo d'approccio (vedremo in seguito). Alla
fine è come se quasi ci ritrovassimo a suonare su di una scala cromatica che a seconda
dell'accordo che si deve dipingere deve comunque far risaltare le note formanti
l'accordo stesso. Per fare questo senza creare confusione bisogna avere una buona
padronanza della sonorità e visualizzazione degli arpeggi al loro stato primordiale.
Qualcuno magari crede che è inutile mettersi a rompersi il capo con certe cose visto
che ci sono musicisti manouche come Tchavolo Schmitt che riescono a suonare
in un modo pauroso senza avere conoscenze musicali: certo non avranno molte conoscenze
musicali, ma è anche vero che hanno comunque ben presenti gli schemi degli arpeggi
nelle svariate forme e le rispettive sonorità; che poi non pensino in termini di
note è molto relativo visto che alla fine quello che conta è ciò che si riesce a
tirar fuori dallo strumento e non quello che si sa dal punto di vista teorico (che
però in alcune situazioni può venire utile ai comuni mortali). Ognuno comunque è
libero di pensarla come vuole e di continuare per la sua strada basta che lasci
fare il suo lavoro a chi lo sta facendo senza polemizzare se non si ha un'alternativa
da proporre; questo tanto per mettere le mani avanti visto che in passato sono nate
polemiche riguardanti delle mie lezioni, polemiche che lasciano il tempo che trovano,
ma il mondo è bello perché è vario.
La musica manouche è nata per essere suonata e non per essere letta; un
manouche impara vedendo un'altro che suona cercando di imitarlo, l'altro che suona
ha imparato a sua volta da un altro e così via fino ad arrivare a Django Reinhardt.
Bisogna fare molta pratica sugli arpeggi al punto di averli dentro non tanto come
denominazione di note ma come sonorità per poter poi dare spazio alla creatività
senza pensare in termini di note. Per poter improvvisare non è indispensabile conoscere
la musica, ma è sufficiente avere per ogni accordo un percorso da seguire, l'orecchio
farà poi la sua parte e i musicisti manouche ci danno un bell'esempio. Chiudiamo
questa parentesi e proseguiamo con il discorso.
Ecco un esempio su come applicare le note d'approccio a semitono sugli
accordi delle prime otto misure della sequenza armonica in questione: nell'esempio
ho utilizzato tutte suddivisioni di ottavi (le pennate sono tutte alternate per
mantenere un movimento costante sul tempo, ma in un secondo momento potrete usare
pennate diverse come ad esempio pennate consecutive in giù nei passaggi tra note
che si trovano su due corde diverse ed adiacenti).
Notate che risolvo sempre su una nota dell'accordo.
Le note cerchiate sono quelle appartenenti all'accordo mentre le altre
per il momento diciamo che sono estranee: dico per il momento perché come vedremo
in seguito alcune note che apparentemente risultano estranee possono entrare nel
discorso dell'accordo in questione come vedremo avanti.
Prendiamo ora come esempio l'accordo di E7: come abbiamo visto nella nostra
analisi della prima parte abbiamo considerato
l'accordo come dominante del VI grado(Am) e perciò dominante secondaria nella tonalità
di Cmaggiore. Essendo E7 in relazione con Am provate ad applicare su tale accordo
la scala minore armonica di Am: LA SI DO RE MI FA SOL# LA e vedrete che funzionerà.
Potete notare che nella scala le note DO e FA se vengono riferite al nostro E7 sono
rispettivamente:
DO(13b) o il suo suono omologo SI#(5#)
FA(9b)
A questo punto possiamo includere nel diagramma del nostro arpeggio ognuna
di queste note.
Nel primo arpeggio è stata inclusa la 9b
Nel secondo arpeggio è inclusa la 9b e la 5#
A questo punto aggiungiamo anche la 5 giusta del nostro arpeggio base:
Cercate di fraseggiare sempre sugli ottavi trovando combinazioni diverse
di collegamento tra le note. Inutile dire che, per quanto riguarda la diteggiatura
le cose possono cambiare a seconda dei passaggi che si fanno, ma qui starà a voi
trovare i movimenti che più vi risultano naturali (è un fatto molto soggettivo).
Ecco un esempio di come combinare le note fraseggiando sugli ottavi:
Lo stesso procedimento è da applicare su A7 dominante secondaria di Dm;
in questo caso la scala di riferimento è quella di Dm armonica: RE MI FA SOL LA
SIb DO# RE. Il Sib sarà la 9b e il Fa (Mi#)la 5# o la 13b. Aggiungete le note sul
diagramma base dell'arpeggio.
Per quanto riguarda il D7 non possiamo prendere come riferimento la scala
di Gm armonica essendo tale accordo V del V(G7) che è un accordo maggiore. Senza
dilungarci troppo nel discorso diciamo che in questo caso possiamo suonare l'arpeggio
con la sola aggiunta della 9b. L'orecchio comunque poi farà la sua parte.
Il primo esempio audio riguarda la sequenza suonata con gli arpeggi ad
ottavi senza pause ad un tempo di 120 di metronomo per il quarto. Nel secondo esempio
il tempo di metronomo è raddoppiato a 240 ed il fraseggio sempre sugli ottavi includendo
però pause di quarti e ottavi qua e là(quando suonate includendo le pause cercate
di mantenere sempre il movimento di polso che viaggia sugli ottavi). Buon lavoro
e alla prossima.
Esempio audio 1
Esempio audio 2
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Data pubblicazione: 04/02/2007
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