Innanzitutto chiedo scusa per il ritardo di questa seconda puntata… imperdonabile,
prometto che farò il possibile perché non accada più!!
Venendo a noi: nella prima parte
di questa serie ci siamo posti come obiettivo quello di riuscire ad orientarci su
un brano armonicamente complicato "senza perderci", e di acquisire un senso
intuitivo della struttura, al di qua di ragionamenti e processi intellettivi
(quando si suona non c'è tempo per "pensare"!). Abbiamo visto come il primo passo
in questa direzione consista in una sorta di "assuefazione" al brano, attraverso
un ascolto intensivo, anche –o soprattutto- in situazioni "distratte",
come sottofondo dei mille momenti della giornata dedicati ad altre attività (studio,
lavoro, faccende domestiche, macchina…). Abbiamo poi imparato il tema,
fino a suonarlo con naturalezza e poi… cantarlo sugli accordi, come
facciamo per una qualsiasi canzonetta "da spiaggia". La scorsa volta ci eravamo
lasciati con l'obiettivo di applicare tutto questo ad uno standard "ostico" come
"Stella By Starlight", abbastanza complesso
da diventare una buona cartina di tornasole: se il processo funziona su un brano
così arduo, a maggior ragione funzionerà su pezzi più semplici!
A questo punto potremmo anche incominciare a suonare, no? Beh, diciamo
che non è così semplice. anzi, è proprio qui che normalmente iniziano i dolori!
E allora? Allora, da qui in poi, ci alleneremo per sezioni di 4 battute
(andando a "parare" sulla successiva, la 5a di ogni gruppo di 4). Perché
proprio 4? Per un paio di buone ragioni:
- Sono abbastanza da tenerci impegnati, senza cedimenti, ma allo stesso tempo
abbastanza poche da essere gestibili;
- Sono un'unità di misura standard, assolutamente comune dal blues al formato
32-bars, e con un po' di lavoro sono facili da percepire musicalmente come un'insieme.
Diamo subito un'occhiata alle prime 4 battute di "Stella
By Starlight":
Come primo passo scegliamo un'area di tastiera da "attaccare" per prima:
è meglio orientarsi alla grande in una posizione che andare "così così" su tutto
il manico! Poi tanto ripeteremo il processo ovunque, per cui alla fine il problema
non si porrà, però nel frattempo avremo almeno una "zona" in cui siamo "signori
e padroni" di tutto quello che succede!
Il "primo approccio" all'improvvisazione, lo abbiamo già anticipato, consiste
nell'uso degli arpeggi. Perché proprio questi? Anche qui abbiamo un
paio di validi motivi:
- Trattandosi delle note degli accordi, è ovvio che suonano alla grande! Non
ci sono le "avoid notes" delle scale, tutto funziona alla perfezione;
- Per la stessa ragione, ci abituano a sentire l'armonia in maniera molto
forte, ci assuefanno alla sonorità degli accordi, per cui si arriva molto presto
a "sentirli" in anticipo! E il tutto in maniera intuitiva, mica pensandoci
sopra: l'orecchio si aspetta il prossimo accordo come un fatto "naturale"!
Ok, ma forse prima di metterli all'opera, gli arpeggi, potrebbe essere
una buona idea ripassarli. Come? Bella domanda! Immaginiamo di aver scelto di suonare
intorno alla VII posizione: prima di tutto, sarà utile trovarsi gli accordi in quella
zona, che ci diano dei riferimenti visivi forti per orientarci anche in termini
solistici. Prendiamo il primo accordo, Em7(b5), in una diteggiatura
"da queste parti", e prendiamo pure il rispettivo arpeggio:
Iniziamo a isolare l'arpeggio in un'ottava, per assimilare a fondo la
sonorità: alterniamo una battuta di accordo e una di arpeggio, ricordando sempre
di cantare quello che stiamo suonando!!
Se vuoi allenarti su una base, eccole qui:
base
per Em7(b5) a 80 bpm (midi)
base per
Em7(b5) a 100 bpm (midi)
base per
Em7(b5) a 130 bpm (midi)
base per
Em7(b5) a 160 bpm (midi)
Quando questo ti viene talmente facile da farlo a occhi chiusi, nel sonno,
senza nemmeno aver bisogno di aver davvero la chitarra in mano (?!), allora –e solo
allora– allarghiamo l'arpeggio a tutte le corde, sempre restando in VII posizione:
Questo è più impegnativo anche tecnicamente… fai con calma!! Prenditi
i tuoi tempi, non forzare la mano, e ricorda sempre di cantare quello
che stai suonando!! Se vuoi, puoi usare le stesse basi di prima…
Quando anche tutto questo è sotto assoluto controllo (deve venirti spontaneo
e intuitivo, senza bisogno di "starci a pensare"…), iniziamo a divertirci sul serio…
L'idea è di allenarci a improvvisare con le note dell'arpeggio per
una battuta, fino a che non diventi assolutamente intuitivo e naturale: un buon
passo potrebbe consistere, allora, nell'alternare una battuta di accordo e una di
improvvisazione con l'arpeggio, così:
In questo modo, nel giro di 5 minuti non solo l'arpeggio è diventato "automatico"
tanto sotto le dita quanto –più importante ancora- nell'orecchio, ma hai anche assimilato
la battuta come unità di misura, senza aver bisogno di contare i beat, perché ormai
la senti! Resta una difficoltà: il rischio, infatti, è che nella battuta di "improvvisazione"
ci si ritrovi invece a sciorinare l'arpeggio "formale", molto "esercizioso" e molto
poco musicale! Un buon trucco, in questo senso, consiste nel provare a farlo in
diversi stili: per un po' suoni cercando di tirare fuori qualcosa di jazz, poi magari
metti un suono distorto e tenti un approccio più rock, condito di bending, vibrati,
legati, tapping… poi magari puoi abbassare il gain e suonare con un'intenzione più
blues, tutta giocata sul "tocco" e l'espressione… Tutto questo ci forza, quasi inconsciamente,
a tirare fuori delle frasi, anziché dei semplici "arpeggi" (anche
se le note sono quelle!), ad essere drasticamente più musicali!!
Quando senti di aver "spremuto" tutte le possibilità dell'arpeggio (ma
ce ne vuole, oh se ce ne vuole…), passiamo all'accordo successivo, un A7(b9)
(per ora trascuriamo la 9a e ci fermiamo alla 7a…)
Come prima, iniziamo col lavorare sull'arpeggio in un'ottava:
NB: a costo di sembrare ossessivo… ricorda sempre di cantare quello
che suoni!
Eccoti qui le basi per allenarti:
base
per A7 a 80 bpm (midi)
base per
A7 a 100 bpm (midi)
base per
A7 a 130 bpm (midi)
base per
A7 a 160 bpm (midi)
Ora passiamo all'arpeggio completo, su tutte le corde (sempre rigorosamente
cantando!):
E per finire, alterniamo una battuta di accordo e una di improvvisazione
con le note dell'arpeggio:
Quando anche con questo sei a posto (e ormai sai che cosa vuol dire… dimestichezza
assoluta, fino a canticchiarlo sotto la doccia!), passiamo all'accordo successivo,
il Cm7:
Anche qui, iniziamo con l'arpeggio in un'ottava, come al solito
cantando quello che suoniamo:
Ecco le basi per allenarti:
base
per Cm7 a 80 bpm (midi)
base per
Cm7 a 100 bpm (midi)
base per
Cm7 a 130 bpm (midi)
base per
Cm7 a 160 bpm (midi)
Ora andiamo all'arpeggio completo su tutte le corde (ripetiamo insieme:
"Cantando"!! Bravo…)
Per concludere, improvvisiamo alternando accordo e arpeggio, una battuta
per uno:
Eccoci arrivati all'ultimo accordo, il F7:
Iniziamo come sempre isolandolo in un'ottava (va da sé che tocca
cantare mentre suoniamo…):
Come al solito, ecco le basi:
base
per F7 a 80 bpm (midi)
base per
F7 a 100 bpm (midi)
base per
F7 a 130 bpm (midi)
base per
F7 a 160 bpm (midi)
Andiamo adesso a suonarlo su tutte le corde:
E per finire improvvisiamo:
Con questo, la nostra preparazione è finita. Una volta che ciascun arpeggio
singolarmente è "sotto controllo" (non c'è niente da fare, quando ci sei te lo senti!),
possiamo cimentarci con tutte le 4 battute, di fila, senza interruzioni. Se abbiamo
lavorato bene prima, anche questa fase sarà piuttosto semplice: ormai riusciamo
a sentire l'accordo successivo prima che arrivi, e perciò siamo anche in
grado di immaginare (e di suonare!) quello che ci suoneremo sopra;
il tutto in tempo reale!
Anche qui, possiamo crearci qualche esercizio preparatorio, giusto per
assicurarci di arrivare allo scopo senza cedimenti.
Anche per questi passaggi, ecco le basi:
base
per battute 1-4 a 80 bpm (midi)
base per
battute 1-4 a 100 bpm (midi)
base per
battute 1-4 a 130 bpm (midi)
base per
battute 1-4 a 160 bpm (midi)
Iniziamo con gli arpeggi in un'ottava, solo ascendenti:
Quando "vengono da soli", li rovesciamo, suonandoli discendenti:
A questo punto, alterniamo ascendenti e discendenti:
E ora facciamo il contrario:
Già così, dovremmo aver portato il nostro livello di consapevolezza piuttosto
avanti… E attenzione: non stiamo parlando di una consapevolezza intellettuale, "di
testa"… no, quella è anche importante, ma inutile nel momento improvvisativo vero
(dove non c'è tempo per "pensare"). La consapevolezza di cui parliamo è tutta intuitiva,
di orecchio! Se hai fatto tutti questi passi dedicando a ciascuno il tempo necessario,
adesso in qualunque punto tu sia di queste quattro battute tu sai che suono aspettarti
dopo! Ed è davvero un suono, non una semplice "sigla". Questo è un fatto determinante,
perché così come la parola "cane" non è un cane vero, allo stesso modo la sigla
di un accordo non è quell'accordo!! Fintanto che non riesco ad accedere al suono
–per esempio– di un Em7(b5), non lo possiedo realmente, ma ne ho soltanto una rappresentazione
simbolica; importante, per carità, ma solo a patto di non confonderla con il Em7(b5)
reale, che esiste soltanto in quanto MUSICA, fenomeno ACUSTICO, mica visivo!
E adesso? Adesso inizia il bello… è l'ora di improvvisare!
In realtà, è proprio qui che iniziano i problemi, perché il passaggio
da "esercizio" a "musica" è il salto più ostico da affrontare, lo scoglio su cui
più facilmente si finisce con l'arenarsi. Proprio per questo, cerchiamo di individuare
alcune soluzioni pratiche che ci aiutino a suonare più musicali possibile:
prima
immagina; poi suona;
canta
quello che senti dentro, e lascia che le dita ti seguano;
non suonare
tutte le note di tutti gli arpeggi; non sempre;
non suonare
tutti i beat di tutte le battute; non sempre;
respira,
profondamente; stai rilassato e godi della musica.
Insomma, l'esercizio l'abbiamo fatto, adesso tocca alla Musica. E la musica
"succede" nel momento in cui riesco a comunicare a chi mi ascolta quello che voglio
dire, quello che provo. Il semplice espediente di canticchiare mentre suoniamo innesca
un meccanismo efficacissimo: magari non prenderò precisamente tutte le note esatte,
ma perlomeno seguirò di sicuro la divisione ritmica, e di solito anche l'inviluppo
melodico (il "movimento" della frase, verso il basso o verso l'alto); e come
insegna
Scott Henderson nel suo –imperdibile– video "Melodic
Phrasing" (ed. REH), questi due aspetti sono quelli cruciali, quelli
che contano davvero; persino più delle note in sé. Per inciso, suonando quello che
canto sono anche "costretto" a lasciare "respiro" nelle mie frasi, proprio perché…
devo prendere fiato! (ecco svelata una delle buone ragioni per cui i fiatasti
fraseggiano spesso in maniera più efficace rispetto a noi chitarristi…)
Un altro "dispositivo" particolarmente utile, proprio in questa direzione
comunicativa, consiste nel strutturare le proprie frasi a Domanda (Question) e Risposta
(Answer), generando così una "logica" nella propria improvvisazione (Q/A), logica
che viene percepita dall'ascoltatore in termini –preziosissimi– di musicalità:
Se poi vogliamo "spremere" questo meccanismo ancora più profondamente,
ecco che possiamo ripetere il nostro "hook" (gancio: l'elemento comunicativo
che "cattura" l'attenzione), modificando solo quel poco che serve per farlo "calzare"
sui nuovi accordi:
In questo caso, l'unica nota da modificare era il Mi, che diventa bemolle
(nel caso specifico è stata anche sostituita l'ultima nota, sul FA7, per tenere
aperto il discorso in vista delle battute successive). Ed ecco che, con poco, ci
siamo ritrovati a strutturare le nostre 4 battute in maniera efficacissima!! A questo
punto è tutto l'insieme dal MIm7(b5) al FA7 che costituisce un'unica "macro-frase"
i cui meccanismi interni "rapiscono" con forza l'orecchio di chi mi sta ascoltando,
perché si tengono insieme reciprocamente, come le parti di un discorso ben articolato;
è un po' quello che fa un certo Ludwig Van, quando con un'idea iniziale di
due-note-due riesce a calamitare l'attenzione per un'intera sinfonia!!
Procedendo di questo passo, spremendo idee su idee, l'unità di misura
delle 4 battute viene assimilata ad un livello inconscio, intuitivo (che poi è quello
che fa la differenza tra "esercitarsi" e "suonare"…); ma non solo: dopo un po',
la preoccupazione principale smette di essere "che cosa ci suono qui?" (nei
casi più gravi: "che scala ci suono?"), passando da un livello didattico,
scolastico, ad un altro, totalmente, liberamente musicale!!
Per chiudere, vediamo di dare qualche "dritta" pratica, molto concreta,
per lavorare efficacemente in questa direzione (ovviamente dopo aver
lavorato a fondo sui singoli accordi…)
"Dritte" per una transizione fluida tra un accordo e il successivo
pensa
avanti!!
usa note
in comune!
muoviti
al massimo di un tono!
continua
la tua direzione!
segui l'idea!!
Per stavolta può bastare… Se invece qualcuno ha interesse ad approfondire,
fatevi sotto!
Ciao, a presto (stavolta per davvero!),
Andrea "il coccia" Cocciardo
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COMMENTI | Inserito il 4/9/2010 alle 5.45.50 da "giangiscotto" Commento: l'articolo e' molto buono e, ma manca la continuazione stare in 4 battute non e'anti, maga stare nella struttura di un AABA o in un 12 battute etc. dovresti andare avanti magari ti pongo qualche domanda specifica quando l'ho ben assimilato.... gigi | | Inserito il 31/3/2011 alle 8.56.56 da "max.rav8" Commento: Ottimo articolo! Spesso quello che manca e' un metodo di apprendimento e questo articolo da una giusta direzione. Spero tu vada avanti con le lezioni anche perche' hai un modo chiaro e diretto nello spiegare i concetti. Complimenti. Massimo | | Inserito il 18/5/2015 alle 18.07.53 da "salvatore.morviducci" Commento: Complimenti. Ho trovato la lezione molto utile per uno che si avvicina all'improvvisazione. Spero che Tu vada avanti su questo argomento estremamente interessante.
Comunque ..grazie. Morvan | | Inserito il 3/5/2018 alle 10:51:08 da "Vitodigiuseppe21" Commento: Mi piace moltissimo il tuo approccio verso l'improvvisazione jazzistica e aspetto con ansia la prosecuzione dei tuoi articoli | |
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Data pubblicazione: 15/03/2007
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