Afrologic Jazz Studio: perché "Afrologic" ? Perché il jazz è una musica
occidentale che ha fatto proprie logiche (strategie e parametri estetici) tipicamente
africane!
"Non si può dipingere di bianco il bianco e di nero il nero, ciascuno ha bisogno
dell'altro per rivelarsi." (Manu Dibango, musicista di musiche tradizionali africane).
Questo saggio inquadra l'evento-jazz in una prospettiva storica ed estetica
che, tenendo conto delle categorie del moderno e del postmoderno, contribuisce a
chiarire alcune attuali problematiche concernenti questo genere musicale. Uno scritto
tanto polemico e in controtendenza quanto minuzioso e sorprendentemente documentato.
Prefazione
Nella stesura di questo lavoro il target di riferimento è stato la comunità del
jazz italiano. Essa è rimasta, nel bene e nel male, costantemente presente nello
scrivere queste pagine. Una comunità che, per quanto coesa su una delle forme d'arte
più significative del 900', si è mantenuta tuttavia separata ed avulsa dal dibattito
culturale sull'arte e sull'estetica che si è svolto negli altri campi artistici.
Ciò è particolarmente vero se si pensa ai musicisti e al pubblico! Dagli argomenti
dei loro discorsi ai criteri di giudizio adottati, tutto sta a testimoniare un piano
di realtà limitato e superficiale rispetto a quello del cosiddetto mondo della cultura
con la "C maiuscola". Ovviamente ho sviluppato questo discorso secondo il
mio personale angolo di visuale, utilizzando cioè gli strumenti analitici e quella
nuova-sensibilità maturati nell'incomparabile periodo storico degli ‘anni
sessanta', un periodo in cui l'onda lunga della modernità non si era per il
jazz ancora esaurita. Strumenti analitici e nuova-sensibilità che portano
a vedere nel Jazz non tanto una fase determinata nell'evoluzione della musica occidentale,
quanto una "scoperta", il venire alla luce di una nuova facoltà espressiva
da sempre sopita, l'emergere infine di un momento ricorrente ed eterno dello spirito.
Una scoperta rivoluzionaria essenziale per quel nuovo umanesimo modernista
oggi prevaricato e de-costruito dall'invasione tecnocratica della più arida insignificanza
post-moderna. Insignificanza che riflette la crisi di progettualità di un sistema
di dominazione arroccato su ormai estremi meccanismi di auto-difesa. Meccanismi
tra i quali in campo artistico predomina il revisionismo-storico il quale, coinvolgendo
tutti i campi della cultura, non si vede come mai non debba investire anche il Jazz.
05/04/2017 | LEZIONI (chitarra): (B. Patterson, T. De Caprio, M. Ariodante, G. Continenza, G. Continenza, G. Fewell, N. Di Battista, A. Ongarello, D. Comerio, A. Tarantino, S. Khan, A. Bonardi, M. Falcone, A. D'Auria) |
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Data pubblicazione: 22/09/2009
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