Le scale (non quelle di casa...) sono uno dei punti cardine dell'improvvisazione
in qualsiasi genere. Stranamente però, per molti chitarristi (e non) per molto tempo
comportano dei problemi di utilizzo. Insomma, ci mettiamo un quarto d'ora a imparare
la diteggiatura e un quarto di secolo a usarla in modo melodico.
Spesso l'uso di una scala dopo un po' diventa stantio,
il risultato diventa monotono.
Difatti usando le scale giuste sull'accordo giusto il suono diventa
prevedibile e quello che è prevedibile a volte stanca.
Allora proviamo con gli arpeggi! E dopo un po' stancano anche quelli!. Allora
mettiamo insieme qualche nota di passaggio ma nel farlo finiamo per toccare le
note sbagliate e ci si accapona la pelle! Alcuni concludono di non essere portati
per l'improvvisazione, altri (peggio) improvvisano male e pretendono che il loro
modo di suonare sia considerato originale.
Forse tutto quello di cui abbiamo bisogno è un metodo che ci permetta di pensare
velocemente quali sono le note di passaggio che possiamo inserire senza toccare
quelle sbagliate. Vediamo cosa si può fare. Partiamo dall'accordo Major7.
Immaginiamo per esempio di improvvisare su un Cmaj7.
Che scala usiamo?
"Beh! Una scala di C Ionico" (che sarebbe poi la scala maggiore di DO) direte!
Ok, bravi, si può fare ma, occhio!
C'è un tranello nella scala!
Quali sono le note coinvolte?
Il Cmaj è formato da C-E-G-B e la scala C Ionico è C-D-E-F-G-A-B.
Come si vede sotto:
E fin qui ci siamo. Ora però immaginate cosa può succedere se suoniamo un
F durante la nostra improvvisazione: le note sono C-E-G-B-F (le prime
quattro fanno parte dell'armonia e la 5° la suoniamo noi, il F appunto).
Si deve osservare ora che abbiamo inserito un tritono, ovvero un intervallo
di tre toni (F-B). Molti di voi già sanno che il tritono ha un carattere
molto forte e tende a dominare dal punto di vista armonico essendo una dissonanza.
In parole povere perciò non ci sta! Sapete Perché?
Perchè l'accordo che stiamo suonando cambia natura, diventa una specie di
G7 con al basso la 6° (C).
Il problema è che mentre l'accordo di Cmaj è rilassante e risolutivo
il G7 è tensivo e così potremmo accorgerci che il risultato non è
piacevole all'orecchio. Non possiamo dire che sia sbagliato in senso assoluto, ma
manca qualcosa alla sonorità Jazz. Sono quei passaggi che i grandi musicisti che
ci piacciono, non fanno!
Un altro problema che incontriamo è che il F si trova una 9°b sopra
il E. La maggioranza di voi sa che la 9°b è una dissonanza molto forte
e dal punto di vista armonico, se inserita in un accordo maj, normalmente da la
classica stonatura.
L'effetto auditivo è quello di una vera è propria stecca! (provate a suonare insieme
un E e un F per rendervene conto)
Come muoversi allora? Alcuni risolvono il problema suonando l'accordo di Cmaj senza
la 5° e cioè C-E-B e questo permette di aggirare il problema. C'è
però un modo più semplice, o meglio, più modi. Vediamone alcuni:
ESEMPIO 1
Mettiamo che il nostro pezzo abbia un colore blues o jazz blues o rock o comunque
una sonorità abbastanza grezza, non troppo ricercata che ci permette di usare i
suoni tipici delle scale pentatoniche. Le scale pentatoniche sono identiche a una
scala maggiore ma sono prive della 4° (F se siamo in C) e della
7° (B se siamo in C).
Allora la nostra scala diventa questa:
Come vediamo non c'è più la 4° che dava tutti quei problemi ma non c'è
più nemmeno la 7° che invece ci serviva per dare l'effetto di accordo maj.
Dobbiamo perciò mettere in cantiere che togliamo un problema ma ne creiamo un altro.
Alcuni perciò si sono ingegnati in un altro modo:
ESEMPIO 2
I problemi più seri ce li dava il F dicevamo. E allora perché non spostarlo
un semitono più avanti al F#? La nostra scala così diventa:
Questo utilizzo vi può sembrare strano, dopo tutto il F# non fa parte
della scala maggiore di C. Ma vi accorgerete che può funzionare in molti
pezzi. Da un tocco di modernità e raffinatezza molto usato nel jazz. Certo dovete
tenere presente che il F# rappresenta una dissonanza e crea una 9°b
con il G. Questo significa che non può essere utilizzato come nota di
riposo ma solo come nota di passaggio. All'inizio dell'articolo ci siamo
posti il problema delle note di passaggio che sono in grado di dare colore.
Dobbiamo stare attenti a non fermarci su una nota di passaggio o invece che dare
colore daremo l'idea che non sappiamo cosa fare!
Il F# o 4°# è una di queste. Rimane però il problema dell'utilizzo.
Infatti per gli strumentisti è deconcentrante pensare a quale nota aggiungere
o togliere. Almeno all'inizio! Dobbiamo pensare alla scala finita perché
è quella che abbiamo nelle dita.
Facciamo allora un ragionamento: qual è la scala che contiene il F# e che
più si avvicina alla nostra di C Ionico? I più bravi e preparati risponderanno
la scala di D misolidio che per quelli che non hanno fatto i compiti è
D-E-F#-G-A-B-C. Ottimo! E per l'utilizzo?
Questo vuol dire che se stiamo improvvisando su un Cmaj possiamo usare la scala
di D Misolidio. Ma possiamo renderlo ancora più semplice questo ragionamento:
la scala di D Misolidio si costruisce sul 5° della scala di G maggiore,
di conseguenza se sto improvvisando su un accordo di Cmaj posso usare
una scala di G Ionico (la facilissima scala di SOL) che tutti sappiamo a menadito
e questa scala ha la 4°# che da un tocco di classe alla nostra improvvisazione
ed evita il tritono!!!
Per riassumere su un accordo maj posso usare una scala Ionica (scala maggiore)
una 5° sopra (o una 4° sotto se preferite).
Semplice no? Provate e attenti però a non fermarvi troppo sul F#! E' pur
sempre una dissonanza!
ESEMPIO 3
C'è un' altra bella possibilità se vogliamo dare un suono pentatonico alla nostra
performance e non vogliamo perdere il B! Facciamo il ragionamento di prima:
qual è la scala che contiene il F# e che più si avvicina alla nostra di
C Pentatonico? La risposta esatta (ho vinto qualche cosa?) è D pentatonico
(D-E-F#-A-B).
Come noterete qui "siamo a cavallo", c'è il F# e non il C#. Si
è vero, mancano la tonica e la 5° di C (C-G) ma di solito su
queste note gira il basso e la ritmica e perciò nessuno ne sentirà la mancanza.
Così riusciamo ad avere un suono pentatonico che contemporaneamente è raffinato
(non noioso perlomeno) e siamo sicuri di non toccare note "proibite", il tutto spostandoci
avanti di un tono e suonando una semplice e conosciutissima pentatonica.
Per oggi ci fermiamo qui. Il concetto spero sia chiaro: capire le note da aggiungere
e cercare le scale che già le hanno.
Ricapitolando su un accordo di maj possiamo usare (oltre alle solite Ionica
e Pentatonica)
- una Ionica una 5° sopra (o 4° sotto)
- una Pentatonica una 2° sopra (un tono sopra si pensa più velocemente credo)
PS: Molto spesso chi vuole aggiungere una 4°# usa una scala Lidia. Questo però porta
a dover ragionare su una scala meno conosciuta di quelle che abbiamo citato sopra.
Alla fine il risultato è lo stesso ma si fa prima nel passaggio cervello/dita!
Ora mi raccomando di mettere su una base che abbia un accordo maj suonato a ripetizione
e provare entrambe le scale per sentire l'effetto. Alternatele finché non è chiaro
all'orecchio la differenza di colore. E fatelo per parecchi giorni… almeno fino
alla prossima lezione J.
Se desiderate contattare Alle Montecchi per lezioni private on line,
per avviare un corso di improvvisazione privato o in una scuola,
o per altre collaborazioni potete utilizzare i seguenti contatti:
aalle@katamail.com
www.allemontecchi.com
www.myspace.com/allemontecchigiulymodesti
05/04/2017 | LEZIONI (chitarra): (B. Patterson, T. De Caprio, M. Ariodante, G. Continenza, G. Continenza, G. Fewell, N. Di Battista, A. Ongarello, D. Comerio, A. Tarantino, S. Khan, A. Bonardi, M. Falcone, A. D'Auria) |
|
Inserisci un commento
© 2009 Jazzitalia.net - Alle Montecchi -
Tutti i diritti riservati
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 32.296 volte
Data pubblicazione: 07/04/2009
|
|