Benchè oggigiorno si sia evoluto in varie forme, da quelle più tradizionali
(Tchavolo, Stochelo,
Basily,
Fapy...) a quelle contaminate da stili più moderni (Bireli, Robin,
Mandino, Dorado...), si può senz'altro dire che il così chiamato Gypsy
Jazz, ovvero lo stile soprattutto chitarristico che origina da Django Reinhardt,
affondi le basi del suo linguaggio improvvisativo nel Jazz tradizionale.
Chi desidera avvicinarsi a questo modo di suonare dovrà innanzitutto ascoltare
a fondo i prototipi, Django innanzitutto e i suoi vari gruppi storici, ma non solo,
anche i Grandi del periodo come
Charlie Christian,
Coleman Hawkins (Saint Joseph, Missouri, 21 nov 1904
– 19 mag 1969), Lester Young (Woodville, Mississippi,
27 agosto 1909 – New York, 15 Marzo 1959), Art Tatum
(13 ott 1909 - 4 nov 1956),
Louis Armstrong
(New Orleans, 4 ago 1901 – 6 lug 1971),
Benny Goodman (Benjamin David, Chicago, 30 mag
1909 - 20 giu 1986),
Lionel
Hampton (20 apr 1908 – 31 ago 2002) ecc.
in maniera da, per così dire, "farsi le orecchie" al sound, alle frasi, alle scelte
melodiche e ritmiche tipiche.
Un altro studio molto importante deve essere dedicato al suono della chitarra,
che dipende innanzitutto dal tocco della mano destra e in seconda battuta dall'attrezzatura
adatta: tipo di chitarra, corde, setup dello strumento e plettro… ma questo è un
altro capitolo, vedremo di approfondirlo a suo tempo.
Per cominciare, potrei definire questo stile come "arzigogoli sugli
arpeggi". Lo sviluppo della melodia si svolge spesso in verticale, cioè segue
su ogni accordo di tonica le linee base degli arpeggi maggiori e minori, mentre
sugli accordi di dominante, oltre al loro arpeggio di settima di dominante vengono
spesso usati come soluzioni di tensione arpeggi diminuiti ed aumentati. L'uso degli
arpeggi nella costruzione della melodia ("verticale") tende ad essere più rilevante
delle scale ("orizzontale").
Nella mia lunga esperienza di musicista e insegnante mi sono spesso trovato
di fronte a chitarristi (e altri strumentisti) di ottimo livello, preparatissimi
per quanto riguarda un approccio moderno all'improvvisazione, ma incapaci di suonare
con fluidità idee melodiche basate su semplici arpeggi maggiori, minori e di settima
di dominante. L'approccio di questi antichi musicisti, invece, era piuttosto pratico,
non c'erano la Berklee, le Scuole, i Seminari e le centinaia di metodi, DVD, libri
disponibili oggi! Si seguiva il giro degli accordi (ridotto spesso agli accordi
funzionali di base) svisando e infiorettando le note dei rispettivi arpeggi. A mio
avviso un approccio del genere non è da considerarsi adatto solo a stili "vecchi",
ma rappresenta un'ottima soluzione per creare piacevoli idee melodiche anche in
altri stili!
Per concludere. Come nello studio di qualsiasi stile: impariamo prima a farlo
nella maniera più rigorosa possibile. Poi, una volta padroneggiato, non esitiamo
a inserirci dentro le nostre varianti, la nostra esperienza musicale, i nostri colori!
Il Gypsy Jazz è uno stile vivo, in continua evoluzione, aperto a influenze, non
come ad esempio il Dixieland, stile ormai fermo da tanto tempo a una semplice rilettura.
Come diceva (mi sembra) Jimi Hendrix "prima impara le regole, poi infrangile"
e non il contrario!
Dritta n°1. Per creare tensione sull'accordo di settima di dominante
si può semplicemente suonare un idea melodica basata sull'arpeggio maggiore del
TRITONO: ad esempio, su un G7 (che risolverà in CM o Cm) si può suonare un'idea
basata sull'arpeggio di C#M… semplice ma efficace!
Dritta n°2. Su un accordo maggiore di risoluzione, provate a suonare
idee basate su un arpeggio maggiore UN TONO SOPRA: ad esempio se l'accordo di chiusura
è un CM, suonate su un arpeggio di DM… ne verranno fuori note di colore interessanti
come la II (o IX), la VI (o XIII) e la Vb (o XI#)… nota molto bebop!
Dritta n°3. Su un accordo di tonica minore, suonate idee basate
sull'arpeggio o scala aumentati a partire dalla sua dominante: ad esempio, su un
Cm suonate sull'arpeggio / scala aumentati a partire dalla nota G…
Dritta n° 4. Si possono sempre scambiare tra loro le tonalità relative,
cioè ad esempio su un CM si può suonare un arpeggio di Am, e viceversa ovviamente.
ESERCIZIETTO. Su una classica sequenza IIm /V7/ IM in C, proviamo questa
idea usando solo arpeggi maggiori: Dm = arpeggio di CM G7= arpeggio di C#M CM=arpeggio
di DM. Cercate un pattern carino e muovetelo cromaticamente in avanti… DO, DO diesis,
RE… e poi lavorateci sopra, magari uno ascendente e l'altro discendente… le idee
possibili sono tante e vedrete che trafficando verranno fuori!
05/04/2017 | LEZIONI (chitarra): (B. Patterson, T. De Caprio, M. Ariodante, G. Continenza, G. Continenza, G. Fewell, N. Di Battista, A. Ongarello, D. Comerio, A. Tarantino, S. Khan, A. Bonardi, M. Falcone, A. D'Auria) |
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Data pubblicazione: 01/03/2007
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