Frequentando lezioni e seminari di armonia e di improvvisazione mi è capitato
spesso di sentire dei riferimenti tra gli elementi musicali ed i colori, senza peraltro
ottenere mai delle spiegazioni plausibili in tal senso che nascessero da riscontri
oggettivi; insomma, il tutto si riduceva regolarmente in dei "luoghi comuni" privi
di fondamento.
La mia formazione e professione di Grafico Pubblicitario mi ha
portato, negli anni, a ricercare delle argomentazioni che fornissero una giustificazione
a tali accostamenti e che, al tempo stesso, aprissero un varco verso una metodologia
di studio della musica che tenesse in considerazione altre forme espressive quali,
appunto, la Forma ed il Colore con tutto ciò che ne influenza la nostra
percezione: aspetti dinamici, psicologici, simbolici...
Lo stretto legame che unisce l'universo musicale a quello dei colori è stato
"apprezzato" da sempre da compositori, musicisti e pittori (Schoenberg, Kandinskij,
Klee, Kupka, Finzi, Itten, Goethe, solo per fare alcuni nomi). Anche il linguaggio
spesso si avvale degli stessi termini come, ad esempio, "tono e tonalità", "consonanza
e dissonanza", "chiaro e scuro", "tensivo e distensivo", etc… tutti termini che
trovano da sempre un naturale e forse istintivo utilizzo nelle discussioni a carattere
musicale, grafico, pittorico.
Fatta questa lunga premessa (…me ne scuso!), l'intento delle mie lezioni
sarà quello di spiegare come tutto ciò può essere tradotto sulla nostra Chitarra
Jazz ed utilizzato praticamente per le nostre improvvisazioni e per il nostro comping
all'interno di uno Standard.
Il Circolo delle Cadenze (II-V-I maggiore e ii-v-i minore)
"Il principio fondamentale della musica, antica e moderna, ruota intorno
al concetto di tensione e distensione (o risoluzione, rilassamento), unico motivo
per cui la musica si rigenera in se stessa attraverso il movimento, ovvero al passaggio
tra queste due condizioni: di tensione, che equivale ad una condizione di moto,
e di distensione, che equivale ad una condizione di stato (condizione statica).
Personalmente preferisco utilizzare la definizione moto interiore per il concetto
di rilassamento e, per coerenza, moto esteriore per il concetto di tensione..."
Nota 1. Tratto dal Libro di Alberto Tebaldi Metodologie
di Linguaggio Musicale Chitarra Jazz: teorie sul suono, sul colore e sulla forma
applicate all'armonia e all'improvvisazione - Edizioni Musicali SINFONICA
JAZZ - Nuova Carisch®
Il grafico n.1, secondo la mia visione, è la rappresentazione, nonché la
sintesi, di tale concetto. In esso vengono evidenziati simultaneamente gli equilibri
fondamentali che regolano gli universi sensibili del Suono, del Colore
e della Forma.
Grafico 1
Ponendo attenzione al grafico potrete facilmente notare che le due Cadenze,
II-V-I maggiore e ii-v-i relativa
minore, sono per così dire "speculari" e ciascun elemento che le caratterizza
risulta, per "tipologia", diametralmente opposto, ossia: ad accordo di "preparazione"
si oppone accordo di "preparazione", ad accordo di "tensione" si oppone accordo
di "tensione", ed infine ad accordo di "distensione" si oppone accordo di "distensione".
La tesi di "complementarità" degli accordi viene avvalorata dalla opposizione
dei colori complementari: giallo diametralmente opposto al viola, rosso opposto
al verde, blu opposto all'arancio.
E' evidente come il Circolo delle Cadenze, sviluppandosi in senso orario,
determini una sorta di "effetto morphing" tra le figure geometriche, effetto al
quale siamo "percettivamente" poco abituati, così come al "morphing armonico" relativo
agli accordi. Ciò che invece risulta a noi tutti più familiare è il "morphing cromatico",
ovvero il passaggio tra due colori primari attraverso il colore secondario relativo;
ad esempio l'arancio (colore secondario) tra il giallo ed il rosso (colori primari).
Generalmente, la nostra percezione visiva è naturalmente (o culturalmente)
più "allenata" della percezione della forma e del suono.
Un'ultima curiosità... dal grafico, è evidente come anche la tonalità maggiore
(I grado) e la tonalità minore ad essa relativa (VI grado) siano diametralmente
opposte.
L'ideazione di questo grafico mi ha portato a dimostrare concretamente che
per ciascun accordo esiste un proprio complementare, così come accade per i colori
e le figure geometriche.
Suonare una cadenza II-V-I, a mio modo di vedere, necessita una conoscenza
approfondita degli equilibri naturali in essa contenuti.
Circolo delle Cadenze applicato alla sez.A di "I Love You" di Cole Porter
Il primo esempio di applicazione pratica delle considerazioni sin qui
esposte che vi propongo, riguarda la sez.A del noto standard "I
Love You" di Cole Porter.
Seguendo le indicazioni del Circolo delle Cadenze possiamo ricavare
una trasposizione visiva di come i II-V-I (maggiori) e, in questo caso, i ii-v (minori)
sono distribuiti nell'intera struttura. Non a caso ho scelto questo standard, poiché
trovo interessante, al fine del nostro "approccio percettivo" al brano, la presenza
di cadenze "ibride" laddove il concetto di "accordi complementari" risulta evidenziato
dai relativi colori complementari.
E' chiaro che questo sistema di visualizzazione offre un notevole aiuto
alla memorizzazione della struttura di uno standard. Ora sta a voi applicare il
Sistema alla sez.B di "I Love You" e successivamente a tutti gli standards che vorrete
studiare e memorizzare.
Siamo soltanto agli inizi... Nella prossima lezione vi condurrò nel cuore
di questo Sistema andando a svelarne le enormi potenzialità. Per il momento auguro
a tutti voi buon lavoro.
Sperando d'esservi stato utile, vi invito a scrivermi per qualsiasi richiesta
di chiarimento presso l'indirizzo e-mail:
info@albertotebaldi.com
Per ulteriori informazioni potete visitare il mio blog
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Grazie a tutti, alla prossima puntata.
foto by Peggy Picot © Copyright 2006
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© 2007 Alberto Tebaldi
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Data pubblicazione: 07/01/2007
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