L’organizzazione armonica della chitarra secondo Pat Martino
Lezione 2: Triade aumentata (seconda parte) di Alessandro Cossu
Sempre considerando le triadi maggiori e minori come derivanti da quella aumentata,
facciamo un passo in avanti aggiungendo alcune diteggiature a cui Martino affida
nella pratica armonica un ruolo di rilievo, ovvero i gruppi di corde non adiacenti.
Il punto di partenza sono i voicings analizzati nella scorsa lezione, cioè
quelli delle forme strette. Spostando all'ottava superiore la nota centrale, quello
che otteniamo sono le forme allargate di questi accordi e per essere suonati sulla
chitarra ci è richiesto di saltare una corda. Ipotizzando di suonare con questa
diteggiatura una triade maggiore con fondamentale sulla sesta corda, la quinta corda
rimane muta, mentre vengono suonate quarta e terza dove si trovano rispettivamente
la quinta e la terza dell'accordo.
La triade aumentata che prendiamo ora in considerazione sarà dunque strutturata
come 1 - #5 - 3. Da qui in poi il procedimento rimane invariato rispetto alla precedente
lezione.
Triadi maggiori
Triadi minori
Questa volta, se le trasposizioni in "orizzontale" rimangono tre, quelle verticali
non sono più quattro ma anch'essere sono limitate a tre (questo almeno era vero
fino a quando le chitarre si limitavano ad avere sei corde; oggigiorno non si capisce
più quante corde ci siano in una chitarra!).
Quello che rimane il punto focale è che anche così le 24 triadi a nostra disposizione
(12 maggiori e 12 minori) sono comunque racchiuse nello spazio di cinque tasti.