Intervista a Simone Gubbiotti
di
Eva Simontacchi
Foto di repertorio di Simone Gubbiotti
Nato ad Assisi il 22/09/1974 inizia
lo studio della chitarra da auto-didatta dopo aver conseguito il diploma in lingue
nel 1993. Suona in diverse band locali
Rock, Blues e Pop. Nel 1998 studia teoria e
armonia con Gabriele Mirabassi e scopre la passione per il jazz e
la musica improvvisata, iscrivendosi subito dopo ai seminari estivi del Berklee
College of Music dove studia con Jim Kelly e Mark White.
In questo periodo Simone è coinvolto nelle prime esperienze jazzistiche in duo e
con il Quintetto stabile di Rieti, formazione composta da giovani musicisti
che si esibirà, nel 1999, al Rieti Jazz Festival
al fianco di
Enrico
Pieranunzi e
Irio De Paula.
Suona nella Perujazz Big Band. L'orchestra ha all'attivo numerose presenze
in ambito nazionale, in festival (Duke Jazz Fest) e rassegne di cinema e
poesia.
Nel 2000 studia a Parigi con Pierre
Cullaz e si esibisce con un trio formato da Pascal Salè contrabbasso
e Guillame Guino alla batteria. L'anno successivo,vista l'amicizia con
Jim Kelly, decide di passare un periodo a Boston per approfondire il
proprio linguaggio jazzistico. Suona con Jim Kelly e studia con
Jon Damian, a sua volta maestro di
Mike Stern
e Bill Frisell.
Sviluppa la propria propensione alla composizione. Tornato in Italia, nel
2002 frequenta i seminari estivi di
Siena Jazz
dove studia con
Pietro Condorelli.
Nel 2003 vince una borsa di studio per il
Guitar Institute of Technology di Los Angeles dove ha il grande privilegio di
incontrare il suo grande amico e grande educatore Sid Jacobs.
Suona e studia con lui. Grazie a Sid, Simone suona con Joe Diorio.
Nell'area di Los Angeles, Simone suona con Joe Labarbera, Darek
Oles, Dave Carpenter, Tim Pleasent, John Pisano, Jimmy
Wyble.
Nel Giugno 2004 registra il suo primo
disco con Sid Jacobs e Marco Collazzoni intitolato
Simykyo e ricco di composizioni originali. Ne
segue un tour italiano che ha toccato molte città del centro-nord tra cui Bologna,
Genova, Livorno. E' del 2005 il disco
Tracce di Eoni, registrato al No-Sound studio di
Pasadena, California e interamente composto da brani originali. La band è composta
da Joe Labarbera alla batteria, Darek Oles al contrabbasso,
Marco Collazzoni al sax. Ospite d'eccezione è Sid Jacobs. Nell'Autunno
2005 il trio Simykyo suona un altro tour
in giro per l'Italia.
Tornato a Los Angeles nel 2006, Simone
suona con Arthur Blythe, Nick Rosen, Corey Christiansen e
Danny Gottlieb.
E' attualmente attivo in diverse formazioni dalla Big Band al duo, svolge attività
didattica e ha scritto un metodo attualmente in attesa di produzione che è stato
valutato positivamente anche dalla Mel Bay.
Hai iniziato lo studio della chitarra da autodidatta,
per poi studiare con dei grandi nomi anche negli Stati Uniti. In brevissimo tempo
sei uscito con 2 album, contenenti per la maggior parte pezzi composti e arrangiati
da te. Parlaci del tuo percorso e di come sono nati questi due progetti diversi.
Ho cominciato a suonare la chitarra abbastanza tardi,intorno ai 20 anni,da autodidatta
ma la vera spinta ad intraprendere questa carriera mi è arrivata 4 anni dopo ad
un concerto di
Ornette
Coleman del quale non ho capito assolutamente nulla.
E'
così che mi sono innamorato del jazz,per cercare di capire. Ovviamente,sentivo dentro
una grande voglia e passione ma non avevo idea di dove sarei andato. Sapevo solo
di dover lavorare molto e così è stato ed è. Stati Uniti e composizione sono per
me indissolubilmente legati. Sono andato per la prima volta nel
2001 a Boston grazie all'amicizia con Jim
Kelly. Lui mi ha indirizzato verso Jon Damian col quale ho studiato per
qualche settimana. E' stato lui a incoraggiarmi. Mi dava esercizi sulla melodia,
su come esprimersi, su come riuscire a tirare fuori la nostra natura. Da quel momento
ho sempre scritto molto. Beh…poi c'è Los Angeles.Nel 2003
ho deciso di fare un'esperienza un po' più intensa a livello umano e mi sono trasferito
per un periodo in California. La mia vita è cambiata, specialmente grazie a Sid
Jacobs che non solo mi ha insegnato molto a livello didattico, ma mi ha introdotto
nella comunità locale di jazzisti,da Joe Diorio a John Pisano, a
Joe Labarbera fino a Darek Oles. I miei progetti discografici vengono
da qui. Avevo un duo in Italia con Marco Collazzoni al sax e invitai Sid
in Italia per qualche concerto in trio e decidemmo di incidere, tanto più che avevo
molta musica già pronta. Così è nato "Simykyo".
Il disco "Tracce di Eoni" è stata la conseguenza
di questo percorso. Avevo sviluppato diversi brani che sentivo con una sezione ritmica
e qualche arrangiamento di massima. Joe Labarbera e Darek Oles, che
già conoscevo, sono stati entusiasti dei pezzi e abbiamo registrato a Pasadena.
Pensa che la maggior parte dei brani è stata registrata al primo colpo. E' incredibile
lavorare con questi musicisti dopo così poco tempo. Per quello che riguarda i brani,
ogni pezzo racconta una storia ed è stato composto in momenti particolari, c'è sempre
una dedica.
In Italia, come un po' dovunque, è difficile per un
giovane musicista farsi conoscere e trovare produzioni a livello discografico. Come
sono distribuiti i tuoi album e dove si possono trovare?
E' difficile ovunque. In Italia credo ci sia scarsa disponibilità alla progettualità,
specialmente di idee nuove e originali ed è davvero complesso entrare in contatto
con le persone, molto spesso con gli stessi musicisti. Le agenzie vogliono lavorare
sul sicuro e difficilmente offrono occasioni e così finiscono per lavorare sempre
gli stessi nomi. Negli Stati Uniti la novità è sempre accettata ben volentieri,
c'è scambio di idee e anche i grandi musicisti si interessano con dedizione alla
musica di uno sconosciuto come me. Poi certo..il business è duro per tutti. I miei
dischi sono in vendita su
jazzos.com e sul sito della casa discografica
Comar 23.
Che progetti hai per il tuo futuro?
Ho tante idee,davvero!!Sto lavorando ad un progetto con un giovane e talentuoso
contrabbassista, Nick Rosen. Sarà un quartetto con Arthur Blythe al
sax e Lewis Nash alla batteria, appena finita l'estate. Poi sto pensando
ad un disco a New York con due chitarre, insieme a Corey Christiansen, e
una ritmica d'eccezione,
Danny Gottlieb
e Jay Anderson.
Una tua forza...
Musicalmente parlando il senso della melodia e nella vita beh…non mi arrendo
mai tanto facilmente.
Una tua debolezza...
Il ritardo con cui sono approdato alla musica e alla chitarra a volte mi rendono
insicuro. Sto imparando a credere di più in me stesso.
Che dischi stai ascoltando in questo periodo, e quali
dischi hai consumato in passato?
Ho letteralmente divorato tutti i dischi di
Jim Hall,
un maestro. Posso citarti "All across the city"
e un disco meraviglioso con cui ho imparato ad accompagnare, in duo col trombonista
Bob Brookmeyer, dal vivo al North Sea Jazz Festival (ndr Live at The North
Sea Jazz Festival). Poi c'è "Grand Slam",
un progetto con Joe Lovano. Ho ascoltato e ascolto Joe Diorio, tutto
quello che c'è in giro incondizionatamente, è una costante fonte di ispirazione.
In questo periodo ascolto molto
John Coltrane,
ho un cofanetto della Prestige strepitoso. Infine, sto massacrando le incisioni
di Keith
Jarrett dal vivo per la Blue Note perché sto studiando qualche
sua introduzione per il mio progetto di chitarra solo
Un tuo sogno che è diventato realtà...
Trovarmi con questi grandi musicisti è un sogno che adesso è realtà. Di norma
si appendono poster. Ho ascoltato per mesi il trio di
Bill Evans
con Joe Labarbera e poi me lo sono trovato davanti. Abbiamo suonato insieme.
Joe Diorio, Sid Jacobs, Lewis Nash e altri. Il vero sogno è
avere un rapporto umano molto forte con loro. Sai, la musica non è mai solo musica,
e stare con loro è come stare in una grande famiglia.
Un sogno nel cassetto...
Un giorno…un progetto con Joe Lovano.
25/03/2010 | Hal McKusick si racconta. Il jazz degli anni '40-'50 visti da un protagonista forse non così noto, ma presente e determinante come pochi. "Pochi altosassofonisti viventi hanno vissuto e suonato tanto jazz quanto Hal Mckusick. Il suo primo impiego retribuito risale al 1939 all'età di 15 anni. Poi, a partire dal 1943, ha suonato in diverse tra le più interessanti orchestre dell'epoca: Les Brown, Woody Herman, Boyd Reaburn, Claude Thornill e Elliot Lawrence. Ha suonato praticamente con tutti i grandi jazzisti tra i quali Art Farmer, Al Cohn, Bill Evans, Eddie Costa, Paul Chambers, Connie Kay, Barry Galbraith e John Coltrane." (Marc Myers) |
|
Invia un commento
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 6.788 volte
Data pubblicazione: 07/01/2008
|
|