Jazz a Juan 2006
46^ Festival de Jazz Antibes Juan Les Pins
Keith Jarrett - Gary Peacock
- Jack DeJohnette
Sabato 22 Luglio 2006
di Patrizio Gianquintieri
Photo by APJPhoto by
P.Gianquintieri
www.apj.it
Rieccoli di nuovo assieme sul palco della Pinède Gould e ufficialmente
da questa sera, 40° anniversario dalla prima apparizione di
Jarrett
su questa scena con
Charles
Lloyd, inizia la tournée europea del
Keith
Jarrett Trio.
Come sempre l'atmosfera della Pinède, benché immersa in una canicola soffocante
che fa boccheggiare gli addetti al lavoro alle prese con proiettori, strumentazioni,
paratie mobili anticalore per gli artisti, ha sempre un fascino ineguagliabile.
E il Trio 'Magique', come lo definiscono da queste parti, trova sempre un'ispirazione
particolare quando arriva qui.
E' dal primo pomeriggio che l'onnipresente Steve Cloud, l'uomo
che precede e poi segue sempre
Jarrett
come un'ombra, si agita sul palco per cercare di rendere il più confortevole possibile
l'esibizione, il regalo, che
Keith
Jarrett concede sempre durante il sound-check; un centinaio di impavidi,
accalcati dietro le transenne, in condizioni di vera sofferenza (siamo sui 35°),
attendono da circa due ore l'arrivo del Maestro.
Sono le h.18 quando DeJohnette e Peacock compaiono sul palco.
Iniziano subito a duettare. Nonostante l'aria soffocante il clima è giusto. I due
sorridono e si divertono. DeJohnette ad un certo punto inizia ad armeggiare
con la sua strumentazione finchè non riesce a ricavare dalle pelli e dai piatti
una sonorità del tutto inusuale rispetto al solito.
Il tempo di riprendere a duettare con Peacock ed ecco Mr.
Jarrett
salire sul palco con a fianco la sua inseparabile Rose-Anne. Un abbraccio
molto affettuoso con Jack DeJohnette, giunto nella mattinata e che ancora
non si era incontrato con
Jarrett
e…inizia il gioco. E' questo che traspare nell'osservare i tre musicisti 'dialogare'
nella lingua che meglio conoscono. Sorridono, si stuzzicano con interpretazioni
e sviluppi tecnici, si compiacciono l'un dell'altro.
Jarrett
in particolare sembra particolarmente affascinato dalle esecuzioni di DeJohnette
che in effetti pare molto ben ispirato e le cui nuove sonorità sono di particolare
gradimento al Maestro. Tanta complicità in quell'ora 'regalata' agli abitanti della
Pinède.
Prima delle h.21 oltre 3500 spettatori sono già ai loro posti. 'No
photos', 'No video' come al solito (quest'anno anche un accurato controllo
agli ingressi a borse e tasche capienti...) e alle 21:20 il Trio appare sul palco.
Alle loro spalle il tramonto inizia a colorare di rosso il mare e nella Pinède e
di colpo si sentono solo le cicale.
Esibizione
diversa dal solito. Due sets per un totale di circa un'ora e quaranta di musica
durante i quali il Trio ha spaziato dalle ballate al blues ad improvvisazioni che
hanno suscitato momenti di forti emozioni nel pubblico. Lo stesso
Jarrett
ha dato l'impressione di 'soffrire' particolarmente la serata agitandosi più del
solito sulla tastiera del suo Steinway
e accompagnando le sue esecuzioni con gorgheggi e lamenti che, amplificati dai microfoni
del pianoforte, accentuavano il 'pathos' dell'esecuzioni. L'impressione è stata
di un
Jarrett alla ricerca di nuovi orizzonti.
Poi I thought about you,
Basin street blues,
brani che il pubblico ed i numerosi fans jarrettiani in particolare provenienti
da ogni dove hanno seguito con trasporto e calore.
Ben tre bis hanno chiuso la serata macchiata, per così dire, da un piccolo
incidente di percorso durante le ultime esecuzioni. Da una barca alla fonda ad un
centinaio di metri dal palco sono partiti alcuni razzi di segnalazione provocando
dei 'botti' non proprio graditi dal Maestro particolarmente sensibile a qualsiasi
'disturbo'. La reazione di Mr.
Jarrett
è arrivata al momento dell'inchino di ringraziamento quando, con una smorfia sul
viso, ha scagliato l'asciugamani sullo
Steinway.
Fortunatamente nel 'foyer' del dopo concerto, al quale abbiamo avuto l'onore
di essere invitati, abbiamo trovato un
Jarrett
molto disponibile e affabile. Al suo fianco il grande amico Aldo Romano,
esibitosi la sera precedente, e la onnipresente M.me Rose-Anne. Un
Jarrett
decisamente scherzoso che, dichiarandosi molto soddisfatto per la riuscita del concerto,
racconta, mimando con le mani, i diversi modi di applaudire nel mondo; momento di
particolare ilarità è stato quando parlando del pubblico italiano ha commentato:
"…lì non è importante come ti applaudono, ma è decisamente importante come suoni
perché se va male ti può arrivare addosso di tutto..." sottolineando la grande
attenzione e competenza che ha sempre trovato in Italia.
Appena un accenno alla serata di quarant'anni addietro quando per la prima
volta calcò il palco di Juan con
Charles
Lloyd, con la voce che celava l'emozione; la Sig.ra Rose-Anne percependo
il momento interviene variando l'argomento e prendendolo sotto braccio.
Un sempre pimpante Gary Peacock al quale gli anni sembrano scorrere
senza lasciar traccia. Una grande serata anche la sua forse ispirato da un DeJohnette
che lo ha trascinato su ritmi e sonorità, come detto all'inizio, di nuova creazione
e di rara bellezza. Una complicità veramente sorprendente che esalta l'esecuzione
di Jarrett.
Inutile sottolineare la consueta ottima organizzazione e la calorosa accoglienza
riservata a fotografi e giornalisti; un particolare encomio va alla splendida padrona
di casa M.me Béatrice DiVita, Responsabile dell'Ufficio Stampa dell'Azienda
di Turismo del Comune di Juan Les Pins, e alla sua Assistente Lucy Howard,
che con professionalità e tempestività hanno assistito la stampa estera presente
nell'arco di tutta la manifestazione.
Circa 29.000 (27.000 nel 2005) gli
spettatori paganti è il bilancio di quest'anno con 64 concerti eseguiti nell'arco
dell'evento tra serali e pomeridiani nei vari angoli della città. Un risultato che
indubbiamente premia e di cui il Comune di Juan Les Pins può essere orgoglioso.
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Data pubblicazione: 01/10/2006
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