Pirouet Records
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Marc Copland
New York Recordings vol.1: "Modinha"
1. Half a Finger Snap
2. Modinha
3. Flat Out
4. Rain
5. Slap Happy
6. Sweet Peach Tree
7. Aglasia
8. Yesterdays
9. Taking a Chance on Love
Marc Copland - piano
Gary Peacock - contrabbasso
Bill Stewart - batteria
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"Modinha" inaugura una serie di registrazioni
in trio del pianista americano Marc Copland. Esistono svariati dischi nel
jazz con una formazione strumentale di pianoforte, contrabbasso e batteria e crediamo
che ne continueranno ad essere prodotti ancora. Da un po' di anni si tende a considerare
inarrivabile il trio "Standards" di
Keith
Jarrett. Ebbene, "Modinha" contribuisce, secondo noi, a dimostrare
come tale considerazione stia subendo delle smentite, grazie alla quantità di talenti
già esistenti o che si stanno affacciando sulla scena del jazz odierno.
Il disco suona che è un piacere, d'altronde
i tre ci erano apparsi ugualmente convincenti dal vivo nell'edizione
2007 del festival "Jazz & Wine" di Cormons (GO).
Oltre alla composizione che intitola il disco, che fa parte del vastissimo songbook
di Antonio Carlos Jobim, il CD contiene due standard americani, due pezzi
del leader, uno di Peacock e tre collettivi, creati probabilmente in forza
dell'affiatamento creatosi nello studio di registrazione. A memoria, ci sembra di
ascoltare per la prima volta una versione strumentale di "Modinha". Copland
affronta il tema con circospezione, quasi in disparte, lasciando spazio ad un
lungo assolo cantabile di Peacock, mentre Stewart agisce nella penombra
usando le spazzole e un piatto dal timbro oscuro, in maniera tale da contribuire
ad un'atmosfera misteriosamente panica.
Ottima "Rain" di Copeland.
Inizia con poche note ripetute a sottolineare quella sensazione di triste monotonia
in un giorno di pioggia, quando le gocce cadono con insistenza su una tettoia o
su un catino che presto arriva al colmo, provocando un suono sincronicamente sempre
uguale. Nel frattempo Stewart si inserisce negli spazi di queste poche note
che melodicamente si ripetono costruendosi un assolo che cresce emotivamente, parallelamente
allo sviluppo del brano che si dissolve in un finale elegante e ciò grazie a tocchi
via via più leggeri. Eccitante il breve frammento collettivo "Scap
Happy": due minuti aperti ancora da un fraseggio di Stewart, nel
quale sono gli altri a riempirne gli spazi vuoti e che nella scaletta del CD sembra
pensato per lanciare il secondo brano di Copland, lo swingante "Sweet
peach tree", nel quale Stewart, per la scelta dei piatti, del
modo di accordare i tamburi e nel procedere in un suo breve solo, ci ricorda lo
strepitoso Tony Williams delle incisioni Blue Note.
Cantabili e sognanti gli assolo di Peacock, mentre di Copland
apprezziamo il suo non voler mettersi in mostra, di modo che alla fin fine il CD
ci pare frutto di una creazione collettiva, più che ascrivibile ad un singolo musicista,
al pianista in questo caso.
Giovanni Greto per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 16/12/2008
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