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Gary Peacock Trio
Now This
ECM (2015)
1. Gaia
2. Shadows
3. This
4. And Now
5. Esprit de Muse
6. Moor
7. Noh Blues
8. Christa
9. Vignette
10. Gloria's Step
11. Requiem
Marc Copland - pianoforte Gary Peacock - contrabbasso Joey Baron - batteria
Se la mente corre allo Standards Trio con (di)
Keith
Jarrett, nel pronunciare il nome di Gary Peacock è bene fare
non un passo indietro, bensì avanti nella storia del contrabbassista dell'Idaho.
La sua vena poetica, il suo sound, non si sono cristallizzati: sono illuminati e
illuminanti.
Ottant'anni magnificamente portati, in barba a chi lo aveva già ibernato. E li festeggia
guidando una coppia di musicisti d'altissimo profilo, come Marc Copland e
Joey Baron, che qui non si risparmiano e rivitalizzano le loro già prolifere
vene artistiche.
Le ottanta primavere di Peacock suonano tutte, ma non con incedere imbolsito, bensì
con una poetica nuova e fresca che mette in chiaro tutto il passato del contrabbassista
(ricco e variegato) e la sua cifra autoriale scintillante. L'universo sonoro di
Peacock attraversa il cielo vespertino con ripetizioni di accordi e il suono granuloso
del suo contrabbasso picchettato dalle invenzioni ritmiche di Baron ("Gaia").
Etereo e arioso con cenni di una velocità sempre disponibile ("Shadows"). I
tempi sono sempre slow, anche in "This" dove la struttura è aperta e la linea
melodica s'infila di tanto in tanto, spennellata dalle note calibrate e pesate da
Marc Copland, che firma la title-track attingendo dal suo vocabolario contemporaneo
con lo swing suggerito da spiazzole e piatti di Baron e le larghe note proposte
dal leader. Anche Baron parla lo stesso linguaggio nell'unica composizione a sua
firma, "Esprit de Muse" aperta da un grappolo di note e armonici di Peacock
e resa argentina dalle note acute del pianoforte. "Moor" sembra lì per lì per
esplodere, ma rimane nel suo cerchio – ampio e vigoroso – di corde, piatti e pelli
che s'incrociano, cedono rispettosi il passo l'uno all'altro e fluttuano intorno
a un tema accennato. La bella sensazione di vibrare nell'aria la si avverte anche
quando la scena tocca a una ballad deliziosa, con Copland che tiene il tema e lo
accarezza a meraviglia ("Christa"). Non poteva mancare lo chapeau a Scott
La Faro, qui con "Gloria's Step" che esalta il vibrato di Peacock.
Un disco di rara bellezza: impegnativo e da ascoltare per l'accuratezza del suono
e per la passione di Peacock e i suoi sodali per i nuovi profumi del jazz.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
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Data pubblicazione: 10/08/2015
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