Riconosciuto da pubblico e critica come "il vate" della reinterpretazione
degli standard,
Keith
Jarrett ed il suo inossidabile trio, completato da Gary Peacock
e Jack
DeJohnette, rimarca a chiare lettere la formula che più lo ha reso
celebre.
Con questo "Yesterdays" Jarrett
ripropone come sua consuetudine una manciata di classici del jazz per lo più appartenenti
al periodo be-bop. Ma in realtà sono le tre imperdibili ballad presenti
a disorientare l'ascoltatore per bellezza espressiva e grande emozionante intensità.
Si tratta di della stessa Yesterdays - composizione
che da il titolo alla raccolta - la quale storicamente è stata negli anni interpretata
utilizzando un tempo generalmente fast (ovviamente esistono altre "recenti"
versioni che ne danno un tempo slow o blues: Lew Soloff, Gary Thomas
e altri). Di certo è un brano che indubbiamente si presta ad essere plasmato e innalzato
dalla sacralità introspettiva con la quale il pianista lo affronta. Decisamente
incantevole. L'altra ennesima versione di "Smoke Gets In
Your Eyes" ci mette invece in serie difficoltà per poter scegliere tra
quest'ultima è quella già pubblicata all'interno del doppio live "Tribute"
(ECM, 1990). La versione che appare in
questo disco coglie a fondo immagini remote e affascinanti grazie all'incipit introduttivo
sognante e pieno di dolcezza melodica. Ciò a differenza della precedente interpretazione
dove è la spiazzante coda a disseminare nel suo lungo finale aulici e interminabili
sentimenti di bellezza. Poi c'è anche "You've Changed"
(immortale classico celebrato da interpreti come Billie Holiday, quest'ultima profondamente
amata dal pianista di Allentown) caratterizzata da un breve ma immenso assolo di
Gary Peacock. Il settantaquattrenne contrabbassista è in tutto il
lavoro presente con interventi di assoluta profondità interpretativa.
Proseguendo con le altre tracce, l'incredibile parkeriana "Scrapple
From The Apple" ci riconnette alle consuete inestricabili peripezie di
un Jarrett concitato ma al tempo stesso elegante e preciso nella pronuncia.
Idem dicasi di "Shaw'nuff" dove la velocità
assoluta del trio testimonia l'enorme prova di coesione inscenata dai suoi impareggiabili
protagonisti.
Con estrema aderenza al testo e alla tradizione pur senza abbandonare
verve e adrenalina segnaliamo di seguito la differente "forbice" di linguaggio emanata
in pezzi come "You Took Advantage of Me", "A
Sleepin' Bee" e poi in "Srollin'",
brano di apertura compiutamente evocativo nella sua quasi composta e imperturbabile
classicità. Da non dimenticare infine le mobilissime traiettorie di "Stella
By Starlight" catturata durante un "normalissimo" (si fa per dire)
soundcheck.
Dunque una vera lezione di stile che non ha eguali e che conferma l'autorevole
dimensione di questa formazione sulla breccia ormai da oltre venticinque anni. Detto
ciò è inutile varcare soglie polemiche o scapigliarsi per diversificati ragionamenti
che negli ultimi tempi hanno gravitato attorno alla "staticità" di aggiornamento
del trio. Stando alle statistiche non abbiamo infatti notizie discografiche recenti
della formazione. "Up For It" risale infatti al
2003 ma contiene materiale concertistico del
2002 mentre analizzando "Yesterdays"
(pubblicato dalla ECM anche in doppio vinile), quest'ultimo costituisce un poker
di concerti tutti estrapolati da esibizioni risalenti al
2001 ("Always Let Me Go", "The
Out-Of-Towners" e "My Foolish Heart").
Sette anni di silenzio che contribuiscono di certo ad alimentare alcune
non edificanti considerazioni che vanno comunque lasciate al soggettivo ed esclusivo
parere di chi ascolta.
Gianmichele Taormina per
Jazzitalia
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Data pubblicazione: 14/04/2009
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