Anche la ECM sta ripubblicando diverso materiale della sua produzione iniziale, anni '70, a prezzi più contenuti di quelli usualmente proposti. Tra questi vi è questo
capolavoro assoluto di Jarrett e del pianismo jazz, che non deve assolutamente mancare in una buona discoteca. A distanza di ormai trent'anni dalla sua prima pubblicazione,
questo disco colpisce ancora per sintesi, modernità ed incisività e costituisce un imprescindibile punto di riferimento per chiunque intenda oggi eseguire un'opera in piano solo, sia essa incisa in studio, o in concerto. Anzi, come anche recentemente sostenuto da
Gianni M. Gualberto, potrebbe ritenersi Facing you addirittura "un punto d'arrivo del pianismo improvvisato
contemporaneo".
Ai tempi di questa incisione (Novembre
'71), prevaleva tra i musicisti l'utilizzo dei nuovi suoni "elettrici" su quelli "acustici" e non erano ancora molti i pianisti moderni ad aver già proposto opere in solo (mi vengono in mente solo
Dollar Brand e Chick Corea con le "Piano Improvisations") di nuova concezione e totalmente improvvisate, anche se in parecchi si apprestavano a farlo (ad esempio,
Paul Bley con "Open to
love" e "Alone again",
Cecil Taylor con "Spring of two blue J's", "Indent" e "Silent Tongues"). Presto questa sarebbe esplosa come una delle tante mode dell'epoca, forse proprio a causa di Jarrett e di quest'incisione.
E' incredibile constatare come un'opera così libera e ben concepita risulti essere stata
registrata solo in tre ore da Jarrett, negli studi di Oslo della ECM, in un giorno libero concesso durante lo svolgimento della tournée europea del
Miles Davis Group, di cui Jarrett faceva parte in quel periodo.
In un contesto generale ricettivo della cultura pianistica occidentale, soprattutto del tardo romanticismo e impressionismo a cavallo tra '800 e '900, Jarrett si rende protagonista di una fulminante sintesi di tutto il pianismo jazz evolutosi sino a quel momento. L'ascolto di
"In front"
(), in particolare, meglio di ogni altro brano conferma questo concetto. In poco più di dieci minuti di musica, Jarrett sintetizza, in modo molto originale, tutti gli elementi portanti della storia del piano jazz, dal ragtime al pop-rock, allora di moda, passando attraverso boogie woogie, gospel-soul, rhythm&blues e la tradizione pianistica classica europea. Jarrett riesce qui oltretutto a dar giusta forma a un così vasto e impegnativo contenuto musicale, il tutto condito con
tecnica prodigiosa e tocco purissimo: un capolavoro.
"Ritooria"
()
e "Lalene"
()
sono invece due ottimi brani esplicativi dei due lati in qualche modo opposti della sua estetica pianistica, ampiamente sviluppati poi nei suoi successivi e colossali concerti "live" in piano solo. Il primo ci rivela l'aspetto più positivamente accademico della sua musica, il secondo quello più solare e melodico, di estrazione popolare e più legato alla musica pop americana, per l'appunto.
Tra gli altri brani del disco, tutti di impegnativo ascolto, si distinguono inoltre sue notevoli composizioni come
"Starbright"
()
e l'intimista "My lady; my child"
(), di chiara dedica familiare.
Si tratta in definitiva di un disco meno celebrato e, forse, emotivamente meno coinvolgente del più noto e venduto "Koln
concert", ma anche di significato storico e valenza artistica nettamente superiore.
Riccardo Facchi
AMG EXPERT REVIEW:
La prima
registrazione di Keith Jarrett in piano solo rimane una delle sue migliori.
A questo punto, verso la fine del 1971, Jarrett aveva appena cominciato ad
improvvisare in modo completamente libero. Ciò non vuol dire che i suoi
solo fossero necessariamente atonali ma semplicemente che egli non
pianificava nulla in alcun modo anticipatamente. La musica in queste otto
improvvisazioni è spesso abbastanza melodica, molto ritmica e bluesy.
Questo lavoro funziona come un perfetto inizio per le molte registrazioni
di Jarrett in piano solo successive. Scott Yanow |
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Data pubblicazione: 17/06/2001
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