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Enrico Rava
Edizione Speciale
ECM (2021)
1. Infant
2. Once Upon a Summertime / Theme for Jessica Tatum
3. Wild Dance
4. The Fearless Five
5. Le Solite Cose / Diva
6. Quizás, Quizás, Quizás
Enrico Rava - tromba e flicorno Francesco Bearzatti - sassofono tenore Francesco Diodati - chitarra Giovanni Guidi - pianoforte Gabriele Evangelista - contrabbasso Enrico Morello - batteria
Una delle migliori qualità di
Enrico Rava
è quella di saper scegliere i compagni di viaggio, da sempre. E' quasi superfluo
ricordare che, nella sua lunga carriera artistica, ha fatto parte di gruppi che
comprendevano
Steve Lacy,
Carla Bley,
Cecil Taylor, Roswell Rudd… Il suo ultimo "New quartet", così, è completato da tre
giovani pieni di idee e di talento, a loro volta leader in proprio di altre formazioni.
Alla batteria di Enrico Morello, al basso di Gabriele Evangelista e alla chitarra
di Francesco Diodati nel 2019 il musicista torinese ha voluto aggregare due vecchie
conoscenze, Francesco
Bearzatti al sax tenore e il pianista Giovanni Guidi, già colonna di "Tribe",
una delle più interessanti band messe insieme da Rava negli anni duemila. Con questa
all stars, a tutti gli effetti, il trombettista ha girato l'Europa, riscuotendo
ovunque grande successo. In verità, in alcune date,
Gianluca Petrella
si è alternato con Bearzatti e in certe occasioni sono stati presenti entrambi a
rafforzare da par loro il collettivo, erigendo una front line di fiati perlomeno
sontuosa. Ad Anversa, però, in questo concerto documentato dalla ECM, compare solo
Bearzatti, insieme al "New quartet" e, ovviamente, a Guidi e già questo basta per
assicurare una musica ad alto tasso di adrenalina, vigorosa e poetica allo stesso
tempo.
L'album è composto da sei tracce, che fanno parte del songbook di
Enrico Rava,
da brani più antichi a pezzi di più recente produzione. Due episodi, però, hanno
un'altra paternità. "Once upon a Summertime" è di Michel Legrand, noto soprattutto
come autore di colonne sonore. "Quizaz, quizaz, quizaz" è una popolare canzone cubana,
eseguita da tantissimi artisti di risonanza internazionale. In Italia è famosa la
versione di Fiorella Mannoia, ad esempio.
Rava guida il sestetto con mano leggera, con le briglie allentate, si direbbe. Sa
di potersi fidare ciecamente dei suoi partners e li lascia scorrazzare senza remore
sui suoi cavalli di battaglia, introducendo, nello svolgimento dei medesimi temi,
elementi di libera interpretazione personale o di intrigante innovazione. Guidi,
in particolare, sparge una quantità sterminata di note negli assoli, con un virtuosismo
caldo e sbieco. Diodati, da parte sua, espone un fraseggio multi-stilistico, che
va da un certo tipo di chitarra elettrica anni cinquanta-sessanta (modello Wes Montgomery
o suoi epigoni-per intenderci) al rock più selvatico, ogni volta con misura e compostezza.
Bearzatti è semplicemente perfetto nei contrappunti, nei dialoghi con il trombettista
e, negli interventi in solo, si muove verso una sorta di jazz affermativo, crudo
e al contempo raffinato, plasmato su elementi della balera, del pop e della tradizione
pre-boppistica, in maniera sapiente ed appropriata. Evangelista e Morello, da parte
loro, si destreggiano abilmente fra ritmi di impronta africana, area new thing colemaniana,
come in "Infront", cadenze funky tirate, sequenze morbidamente espressive nei tempi
moderati, e non sbagliano mai l'approccio.
Rava lascia sfogare i suoi poulains, li osserva e li motiva con la forza di uno
sguardo magnetico, poi piazza la sua zampata con assoli che racchiudono una modernità
classica, forgiata nella storia del jazz, cioè, ma aperta al nuovo.
"Edizione speciale", in conclusione, riporta una delle migliori performance
del supergruppo riunito due anni fa da Rava, un musicista ancora e sempre sulla
cresta dell'onda, osannato dal pubblico e premiato dalla critica. Risale al mese
di gennaio, infatti, la sua affermazione come musicista dell'anno nel Top jazz 2021,
il referendum fra gli addetti ai lavori organizzato dalla rivista Musica jazz. La
parabola artistica del band-leader torinese non accusa flessioni, anzi punta ogni
volta più in alto, anche in virtù di scelte oculate e appaganti di valenti collaboratori.
Gianni Montano per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
21/06/2009 | Bologna, Ravenna, Imola, Correggio, Piacenza, Russi: questi ed altri ancora sono i luoghi che negli ultimi tre mesi hanno ospitato Croassroads, festival itinerante di musica jazz, che ha attraversato in lungo e in largo l'Emilia Romagna. Giunto alla decima edizione, Crossroads ha ospitato nomi della scena musicale italiana ed internazionale, giovani musicisti e leggende viventi, jazzisti ortodossi e impenitenti sperimentatori... (Giuseppe Rubinetti) |
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Data pubblicazione: 21/05/2022
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