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Raffaello Pareti
The Roar At The Door
Artesuono 2011
1. Pentalife
2. Diavoletti ingegnosi
3. Agghiornò
4. The scary millennium
5. Mara e Meo
6. De profundis per il ceto medio
7. The roar at the door
8. Mari Ermi
9. Poggibonsi state of mind
Raffaello Pareti
- contrabbasso
Francesco Bearzatti
- sassofono tenore / clarinetto
Mauro Ottolini - trombone / bombardino
Walter Paoli - batteria
Una bella tavolozza di colori vivaci, frizzanti sonorità e brillanti intuizioni
sono gli ingredienti fondamentali di questo interessantissimo lavoro del bravo contrabbassista,
compositore e arrangiatore
Raffaello
Pareti.
Si tratta di un jazz moderno con varie influenze, un lavoro articolato e ben strutturato,
che si fa apprezzare per l'ampio spazio dedicato allo sviluppo delle singole composizioni,
per gli accurati arrangiamenti oltre che per la splendida registrazione ottenuta
presso il celebre Artesuono Studio di Stefano Amerio.
Le qualità dei suoi compagni d'avventura sono messe ben in mostra, così come la
loro capacità di tessere assieme un ampio e coloratissimo arazzo musicale. "The
roar at the door" è in primo luogo un lavoro corale, che, a momenti, richiama
storici autori quali Mingus, Bley e gli esponenti dell'avanguardia e della sperimentazione
newyorchese.
Le atmosfere, spesso nervose e spigolose, sono ricche di momenti solistici e di
spazi espressivi per tutti i componenti della formazione: dall'aggressività esplosiva
di Francesco Bearzatti,
alla duttilità di Mauro Ottolini fine disegnatore di contrappunti di altissimo
pregio stilistico, all'eclettico dinamismo di Walter Paoli, oltre che per
l'ottimo leader Pareti, precisissimo col contrabbasso e acuto autore e arrangiatore
di tutte le composizioni.
In tutto il disco si susseguono momenti di forte intensità dinamica come in "Pentafile"
o in "The roar at the door" ad altri più pacati e lirici come in "Agghiornò",
in "Mari Ermi" o divertenti e scanzonati come in" Mara e Meo".
Lavoro sfaccettato ma non eccessivamente complesso, intelligente, vitale e al tempo
stesso perfettamente fruibile, è l'ennesima testimonianza della grande vitalità
del jazz nostrano.
Alessandro
Carabelli per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 16/01/2012
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