Ed. Artesuono Produzioni Musicali 2005
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Mauro Ottolini
Ecologic Island
1. Ecologic Island (M. Ottolini) - 4:56
2. Lisa (M. Ottolini) - 3:09
3. Soap Bubble (F. Bearzatti) - 4:15
4. Cool Lips (F. Bearzatti) - 4:54
5. Chakra Ouverture (M. Ottolini) - 3:12
6. Funeralband (M. Ottolini) - 5:12
7. Pig Desire (M. Ottolini) - 2:46
8. Tony's Lament (U.t. Gandhi) - 4:11
9. G Point (F. Bearzatti) - 3:03
Mauro Ottolini - trombone, tuba, loop machine, didgeridoo, Shells U.t. Gandhi - batteria, percussioni Francesco Bearzatti - sax tenore, clarinetto
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Rifiuti solidi urbani stoccati. L'isola ecologica evoca le montagnette
mal accatastate e non idonee nel proteggere la salubrità degli uomini e degli animali
che vi sguazzano dentro. Gli uni e gli altri, purtroppo. Uno scenario post industriale
a noi troppo noto, ma fortunatamente le note che questo lavoro sprigiona hanno un
altro senso storico. Un senso legato ai materiali sonori che furono. Il passato
che si ricicla e che trova la sua più ampia attualizzazione sonora. Lembi di vita
musicale. Passioni sopite che trovano nuova linfa.
Mauro Ottolini non si fa sentire molto. Non appartiene a quella schiera
di "eternit" che impazza in ogni dove. Forse un genio mal considerato? Forse la
sua è spocchia artistica? O, forse, suona solo quando ha effettivamente qualcosa
da dire e dare?
Ecologic Island è un lavoro polimorfo, dalle
tante sfaccettature, dai tanti risvolti. E' un progetto, è già questo è tanto in
un momento di sclerosi musicale. E' un lavoro meditato con altri due musicisti di
grande talento: U.t. Gandhi e
Francesco Bearzatti.
Due istrioni creativi che strapazzano le note pur conoscendo perfettamente l'essenza
del jazz. Odi et Amo: riescono a stuprare il loro sentimento più profondo
per dar vita ad una sorta di catarsi. Amano il jazz, ma forse – e per certe soluzioni
può essere vero – lo odiano.
Tre Erinni divoratrici del Sacro Fuoco dell'Arte. E tutto ciò traspare
a chiare lettere da questo lavoro che ha una forza destabilizzante ben consistente.
Nove brani tutti originali, composizioni in ordine sparso dei tre. Dal
funk di Ecologic Island che già pone in evidenza l'interazione tra il trombone
di Ottolini ed il sax di
Bearzatti
passando alle ironiche e laceranti armonie di Lisa
dove l'ostinato di U.t. Gandhi, corroborato dal trombone di Ottolini,
steccano il sonno sonoro mentre
Bearzatti
tornia le note del suo sax.
Le bolle di Sapone (Soap Bubble) ci
conducono nelle irridenti ed irriverenti scene care a Fellini grazie al vibrante
clarinetto di Bearzatti
che stride ed offusca. Un valzerino leggiadro e sognante, con armonie disegnate
nell'aria.
La voce strumentale di
Sonny Rollins,
nel tenore di Bearzatti,
sembra alzarsi nei ritmi caraibici tessuti da Gandhi e Ottolini in
Cool Lips.
Agave tormentosa è Chakra Overture,
esotica ispiratrice di suoni archetipici. Poi Funeralband
che odora di "Satchmo" in chiave elettronica ed acquista groove in ogni battuta.
Tanto a confermare che nel vecchio c'è sempre qualcosa di buono da recuperare. E
meno male!
Pig desire è un tormento elettronico che
da fiato. Tormenta ed incanta sulle vibrazioni sostenute dagli ostinati.
Tony's Lament riveste con un cascame di luce
nuova i tempi andati. Il clarinetto di
Bearzatti
zigzaga nelle note del trombone di Ottolini mentre Gandhi cesella
la ritmica.
G Point chiude il lavoro con un crescendo
di ritmi e della melodia che si fa strada con
Bearzatti,
attraverso le armonie scolpite da Ottolini e U.T. Gandhi.
L'interplay suona alto e si può suggere in ogni brano.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 20/11/2006
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