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Louis Sclavis Quartet
Characters On A Wall
ECM (2019)
1. L'heure Pasolini
2. Shadows And Lines
3. La dame de Martigues
4. Extases
5. Esquisse 1
6. Prison
7. Esquisse 2
8. Darwich dans la ville
Louis Sclavis - clarinetti Benjamin Moussay - pianoforte Sarah Murcia - contrabbasso Christophe Lavergne - batteria
Ernest Pignon-Ernest. Il pittore, apparentato con il movimento
Fluxs così come con quello del Situazionismo, ancora una volta funge da Musa ispiratrice
per la musica di Louis Sclavis. In realtà, a far compagnia al pittore, troviamo
anche Pierpaolo Pasolini, al quale il clarinettista – e compositore – francese dedica
il brano d'apertura: bello, struggente e filmico arriva "L'heure Pasolini",
con i cadenzati giochi di prestigio sonori di Benjamin Moussay contrappuntati da
Christophe Lavergne che aprono spazi per il lirico periodare, tra glissando e note
staccate, del leader. Un quartetto che sa coniare musica nuova di zecca, senza guardarsi
troppo alle proprie spalle. L'inserimento delle scure e dotte linee del contrabbasso
di Sarah Murcia, sono la marcia in più. E il groove suggerito ma ben presente, illumina
il crescendo armonico di "Shadows And Line", con i colpi di scena di Moussay,
che sa spezzare il tutto con caparbia contemporaneità, disegnando intervalli anomali
che si incastrano perfettamente nella logica del brano. E la colta introduzione
pianistica de " La dame de Martigues" ci proietta nel Romanticismo per una
ballad di rara bellezza, con le architetture armoniche del pianoforte che illuminano
la limpidezza del messaggio di Sclavis, che forgia suoni di grande purezza. Il clarinettista
di Lione non perde mai di vista il senso narrativo. E lo fa immergendo la sua prosodia
nella storia della musica, schiudendo la sua cassaforte sonora per mostrare i gioielli
a lui più cari: tra tradizione folclorica, lampi di improvvisazione, basamenti di
classica ("Extases").
"Esquisse" (parte I e II) rileggono l'insegnamento di Stravinskij e Prokofe'v,
ma anche dei maestri della musica classica contemporanea. Con "Prison" torniamo
nell'Europa jazzistica, quella di mezzo: tra accelerazioni e battiti più lenti,
con il contrabbasso di Murcia che mette in campo il suo fraseggio agile e nervoso.
"Darwich dans la ville" è la summa del vocabolario di questo disco: improvvisazione,
asperità contemporanee e linee melodiche mai dimenticate.
Sclavis (e sodali) sono in grande spolvero e la vena compositiva-creativa del leader
si inserisce nell'Olimpo delle sonorità più nuove attualmente in circolazione.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/10/2019
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