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Enrico Rava
Quintet
Antiphonae Martina Franca - 15 Ottobre 2004
di Alceste
Ayroldi e Marco
Losavio
foto di Benvenuto Messia
Martina Franca è già avvolta da un primordiale freddo autunnale che la rende ancora più suggestiva
e il teatro Verdi, il cui foyer è già in parte occupato da persone che attendono di entrare,
si appresta ad ospitare il primo appuntamento di questa importante rassegna.
Pasquale Mega, anima organizzatrice della rassegna che prende nome dall'associazione promotrice,
Antiphonae, non nasconde una certa lecita tensione stemperata comunque
dalla sua consueta gentilezza e simpatia nonchè dalla consapevolezza di svolgere
con passione e professionalità un servizio molto importante e gradito alla
comunicatà non solo martinese ma anche della provincia.
Rava è già nel suo camerino ed ha appena temrinato il sound-check.
Aggirarsi nel back-stage di questa prima consente di assaporare l'odore dell'adrenalina dei musicisti condita dal frastuono della platea che sembra così lontano rispetto al vissuto delle quinte.
Il primo a fare ingresso è
Petrella, schivo e molto
concentrato, schizza letteralmente verso il suo camerino senza dare confidenza
ad alcuno. Arriva Andrea Pozza che sorride con dolcezza e simpatia disarmante e si reca, lento pede, anche lui verso i camerini. La sua calma e tranquillità traspaiono immediatamente, una tranquillità tanto seriosa quanto calorosa. Poco dopo, in contemporanea, giungono Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto. Entrambi hanno una tranquillità più sicura.
Il piccolissimo corridoio di
transito verso i camerini pulsa di maggiore vita: i quattro s'intersecano, quasi
scambiandosi le rispettive allocazioni;
si scambiano battute, parlano del più e del meno. Il gruppo poi si compatta intorno al leader, confabulano, scherzano. L'ambiente
pra appare molto disteso e sereno ma non tralasciando la concentrazione.
Anche Pasquale Mega è preso da tale preparazione, da tale training autogeno e coordina il service ed il personale invitando loro alla massima concentrazione.
L'apertura della bella ed importante rassegna martinese è imminente. Il brusio in sala si acuisce e ciò lascia comprendere come vi sia "il tutto esaurito" nel teatro.
Il quintetto inizia la sua
fase di training autogeno: cala un voluto mutismo tra i quattro spezzato solo da
alcune note della tromba di
Rava che
riscalda lo strumento.
Roberto Gatto apre la fila del quintetto,
ormai è tutto pronto, Pasquale Mega introduce, con una certa emozione, l'Enrico Rava quintet.
Si staccano subito i fiati di
Rava e
Petrella che disegnano le dolci armonie dei brani di "Easy Leaving", ultimo lavoro del trombettista, supportate dall'intelligente forza pianistica di Andrea Pozza.
Da
Sand
a Drops, passando per
Cromosomi,
Rava conduce il pubblico entusiasta attraverso il suoi suoni, attraverso il suo percorso musicale. Percorso vissuto e condiviso da tutto l'ensemble, con un poderoso Roberto Gatto e l'incessante moto di Rosario Bonaccorso.
Petrella ci mette l'anima: è difronte al pubblico pugliese, al suo pubblico (è barese) e non vuole tradire le aspettative.
Rava spesso esce di scena per
lasciare al trombonista lo spazio musicale che questi assorbe con tutta la sua
tecnica e giovane irruenza. Fuori di scena
Rava
è sereno, concentrato, scambia anche qualche battuta, richiede qualcosa "di più" al service, al fine di migliorare il suono.
Poi il quintetto esegue uno standard d'eccezione:
My funny valentine, con tanto ardore, con il cuore. Ognuno da il meglio di sé stesso, senza risparmiarsi.
Rava (e pensare che ci aveva
detto che non l'avrebbe mai suonata!) intona la sua voce che tocca il profondo
dell'anima.
Il quintetto esce di scena, letteralmente travolto dagli applausi del pubblico che ne invoca il rientro. Tutti i componenti si stringon attorno a
Rava che con una involontaria mano sul cuore, dice: "facciamo Poinciana
così li facciamo cantare...". E senza alcuna premeditazione la band torna sul palco donando a noi tutti il calore del brano di Simon-Bernier. Uno standard avvolgente, illuminato dal dettare di
Rava e
Petrella nonché dalle note di
Pozza.
Rava gioca con il pubblico invitandolo ad una estemporanea prova di canto. Divide le tonalità degli uomini da quelle delle donne alternandone l'esecuzione. Il pubblico si entusiasma ed esegue perfettamente quanto il loro
direttore impone. L'ambiente, già caldo per l'intera performance, diventa incandescente: è in piedi, canta ed applaude i cinque
musicisti presenti sul palco. L'affiatamento della perfetta sessione ritmica
Gatto
– Bonaccorso sorregge benissimo il gioco.
Il quintetto viene sommerso dalla gente che invade il back-stage per poterli ringraziare, solo per quello. E' una scena, anzi tante scene, tutte bellissime, ricche di pathos.
Rava risponde a tutti con il sorrido, sempre con una vitale e contagiosa energia.
La rassegna organizzata dall'associazione Antiphonae ha previsto per ogni appuntamento, un doppio set.
Prima dell'esibizione dell'Enrico Rava quintet, sul palco abbiamo avuto il piacere di ascoltare un consolidato duo tutto barese: Gaetano Partipilo(sax) e
Mirko Signorile (piano), il Telepathy duo. Infatti, i due musicisti, oramai, si conoscono a memoria anche nelle reciproche improvvisazioni.
Il viaggio medianico-musicale si snoda attraverso le sonorità tipiche del duo e del lavoro di
Partipilo con gli Urban Society, combo formato anche dall'ottimo
Pasquale Bardaro al vibrafono, dal talentuoso Giorgio Vendola al contrabbasso, dall'eclettico Massimo Greco alla tromba e percussioni e dal robusto drumming di
Vincenzo Bardaro. Suggestiva l'esecuzione del classicissimo
Tu vò fa l'americano
del grande Carosone, sapientemente arrangiato da Partipilo e contenuto
nell'ultimo album degli Urban Society, Basics.
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 08/12/2004
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