Gianicolo in Jazz 2018
direzione artistica Roberto Gatto
nell'ambito della manifestazione
Gianicolo in Musica - II edizione
Organizzazione/Direzione Giuseppe Coretti
Piazzale Garibaldi – Gianicolo, Roma
INGRESSO LIBERO
Info line cell. 331.7098854
Programma completo su
www.ilgianicolo.it
info gianicoloinmusica@gmail.com
Una location straordinaria, la terrazza più esclusiva e famosa di Roma, con una
vista ineguagliabile sulla Città Eterna, nella splendida cornice di Piazza Garibaldi
al Gianicolo.
Uno dei luoghi più belli, suggestivi e rappresentativi, ospiterà
la seconda edizione del Festival "GIANICOLO IN MUSICA 2018" nell'ambito dell'Estate
Romana, che annovera professionisti di comprovata esperienza nel settore culturale
e artistico.
L'Ass.ne Culturale "Roma Musica e Cultura" e l'organizzatore Giuseppe Coretti
quest'anno si avvarranno della direzione artistica del grande batterista di chiara
fama internazionale Roberto Gatto, che ha invitato sul magico palco della
rassegna Jazz alcuni tra i più importanti artisti italiani e internazionali, da
Enrico Rava a Rita Marcotulli, da Fabrizio Bosso a Enrico Pieranunzi,
da Rosario Giuliani a GeGé Telesforo e Dario Deidda, Christian Sands, Seamus Blake
e ancora Ben Wendel, Jed Levy, Peter Bernstein e molti altri.
Alcuni concerti saranno aperti da gruppi selezionati tra i giovani talenti della
storica scuola Saint Louis College of Music, istituzione di alta formazione
artistica musicale.
Il Jazz non sarà l'unico protagonista della manifestazione che spazierà tra vari
differenti stili musicali, dal Soul al Blues, dallo swing alle appassionate serate
danzanti di tango e milonga, fino alla canzone d'autore.
La Manifestazione sarà a INGRESSO LIBERO ad eccezione di alcune serate speciali
con prima consumazione obbligatoria €8 - €12
"L'iniziativa è parte del programma dell'Estate Romana promossa da Roma Capitale
Assessorato alla Crescita culturale e realizzata in collaborazione con SIAE"
**
"Sono particolarmente contento di presentare "Gianicolo in Jazz", la sezione
che farà parte della manifestazione Gianicolo in Musica, e che si svolgerà
in una delle cornici più uniche e suggestive della Capitale. Da musicista e da romano
sono felice che mi sia stata affidata la possibilità di lavorare ad un nuovo evento
estivo dedicato al miglior jazz italiano ed internazionale. Il cartellone sarà ricco
di appuntamenti immancabili.
Una programmazione molto variegata che spazierà dalla musica della tradizione
al jazz nelle sue forme più contemporanee, ma soprattutto sarà una vetrina per numerosi
giovani talenti che, con i loro gruppi, presenteranno nuove interessantissime proposte.
Ho cercato di proporre un programma equilibrato e multistilistico, attraversando
almeno quattro generazioni di musicisti.
Il ruolo di un direttore artistico non è mai semplice, soprattutto per la difficoltà
oggettiva di poter accontentare tutti i musicisti, amici e colleghi, ma sarà una
mia promessa quella di poterlo fare nelle prossime edizioni con una appropriata
"rotazione". L'importante è partire. Non sarà un festival di etichetta, ma semplicemente
un luogo dove ascoltare bella musica, incontrarsi, sperando di ricostruire quel
senso di "Jazz Community" che personalmente negli ultimi anni mi è mancato
un po'. Quello di quest'anno sarà un impegnativo banco di prova per qualcosa che
speriamo diventi un appuntamento ricorrente per la nostra meravigliosa città. Un
sentito ringraziamento a tutti i musicisti che hanno accettato la sfida. Vi aspettiamo!"
Roberto Gatto
Domenica 1 luglio ore 21,30 - FIORENTINO / ZEPPETELLA Duo
Umberto Fiorentino chitarra - Fabio Zeppetella chitarra
TEMI VARIAZIONI E METAMORFOSI è nato come progetto discografico. I dodici brani
registrati contano otto composizioni originali che costituiscono altrettante 'variazioni'
e 'metamorfosi' basate su quattro classici del jazz che assumono così colori e umori
che ne moltiplicano i caratteri.
La formula del duo trova ampio riscontro nella storia della chitarra, le caratteristiche
stesse dello strumento, che lo rendono al contempo armonico, ritmico e melodico,
gli consentono una funzione da 'piccola orchestra' mobile e autonoma. Nello specifico
di questa formazione i due chitarristi, non limitandosi ad alternarsi nella duplice
veste di solista e accompagnatore, ricercano una fusione tra interplay e contrappunto.
I temi, gli assoli, la tessitura armonica, l'improvvisazione pura sono spesso frammentati
e distribuiti in modo estemporaneo, con l'obiettivo di mantenere distinta e chiara
la voce di ciascuno dei due musicisti pur cercando momenti in cui le due chitarre
suonano come un solo strumento.
Martedi 3 luglio ore 21,30 THE ST. LOUIS FUNK HEADQUARTERS
Lello Panico chitarra e BG voce - Marco Siniscalco basso - Michele Papadia
tastiere - Daniele Chiantese batteria - Francesco Sacchini voce open
act BEAT4TET
Questa band nasce per amore della American Black Music, in tutte le sue forme e
stili. Dopo una jam in un'aula del St Louis Music College, alcuni insegnanti hanno
deciso di formare una band all'insegna del groove e del divertimento. Brani di Sly
Stone, James Brown, Prince, Stevie Wonder, D'Angelo, Meters, Temptations, classici
del Gospel etc, sono stati completamente riarrangiati per questo organico, affiancati
da brani originali che formeranno la track list dell'album in via di registrazione.
Mercoledì 4 luglio ore 21,30 HAZELTINE / ODORICI / BENEDETTINI / GATTO
David Hazeltine pianoforte - Piero Odorici sax tenore e soprano - Paolo Benedettini
contrabbasso - Roberto Gatto batteria
Il David Hazeltine 4tet è una formazione nata nel cuore della Grande Mela,
che vede affermarsi il sodalizio tra il sassofonista bolognese Piero Odorici e il
pianista David Hazeltine, il contrabbassista Paolo Benedettini e il batterista Roberto
Gatto.
Si tratta di quattro musicisti d'alto livello, esponenti di punta della scena del
"modern mainstream", conosciuti in tutto il mondo per il loro virtuosismo e per
le collaborazioni con i più grandi jazzisti del momento.
Martedi 10 luglio ore 21,30 GIROTTO / MANGALAVITE
Javier Girotto sax - Natalio Mangalavite piano
Javier e Natalio sono due musicisti dalla pluridecennale attività concertistica
e didattica a livello internazionale, dopo aver lavorato in trio con Peppe Servillo,
si sono trovati di nuovo insieme per realizzare e produrre un disco in duo: Estándars
(2017).
La parola ‘estándar' è l'equivalente spagnolo del termine ‘standard', utilizzato
in contesto anglofono per indicare composizioni jazz di grande successo che, interpretate
ed incise innumerevoli volte, sono divenute brani di repertorio, riconosciuti come
patrimonio musicale comune. In Argentina e in America Latina, parallelamente, con
‘estándar' ci si riferisce ad un insieme di canzoni e temi tradizionali del folklore
autoctono, dai generi più disparati: zamba (una danza in tre tempi, ma assai diversa
dalla samba brasiliana), chacarera (un'altra danza argentina di coppia che si balla
in gruppo), chamamé (un genere proprio dell'Argentina settentrionale, di lontana
origine europea), milonga (tipica della regione del Rio de la Plata), tango e candombe
(dalle radici africane).
I due musicisti hanno dichiarato: "Siamo entrambi argentini e proveniamo
dalla stessa città: Cordoba. Riproporre dunque in chiave jazzistica i ‘nostri' standard
ha significato per noi ripercorrere insieme alcune tappe fondamentali della nostra
formazione e della nostra evoluzione artistica, partendo proprio dalle comuni origini
ed esperienze. Con sole due eccezioni in realtà: il brano San Pedro en El Espinal,
che è un tema classico colombiano, dedicato al nostro amico Alvaro Aterhotua e la
celebre canzone di Armando Trovajoli Roma nun fa' la stupida stasera, che rappresenta
un omaggio alla nostra città di adozione, reinterpretato alla nostra maniera. La
seduta di registrazione del disco è stata effettuata in studio con del pubblico
presente nella stessa stanza di ripresa. Una sorta di live in studio, in stile ‘buona
la prima', per mantenere il carattere spontaneo e qualche ‘perfetta' imprecisione".
Sabato 14 luglio ore 21,30 CHRISTIAN SANDS TRIO
Christian Sands piano - Jerome Jennings batteria - Eric Wheeler basso
Giovane pianista candidato per tre volte ai Grammy, presenterà come leader il
suo primo album "Reach" edito da Mack Avenue.
Un album che si offre al jazz con un nuovo sguardo, caratterizzato da un'energia
contagiosa, che ha attirato anche Christian McBride, che lo ha scelto per il suo
trio portandolo in tutto il mondo e nei palchi più importanti del jazz.
Un vero talento creativo ed emozionante che McBride definisce come uno dei massimi
professionisti contemporanei e Wynton Marsalis come una futura stella nascente
Che si tratti di swing, bebop, progressive, fusion, musica brasiliana o afro-cubana
Sands sviluppa il linguaggio del passato, ancorandolo al presente con uno sguardo
al futuro, esprimendo un vocabolario esteso di modelli e strutture sorprendenti
e affascinanti, con delicatezza, sensibilità e gusto.
Con Reach Sands rende omaggio a grandi innovatori del jazz – in particolare
Chick Corea e Bud Powell – e lo fa avvalendosi di un linguaggio del tutto personale
e assolutamente contemporaneo che, seppur strizzando l'occhio al passato, si distacca
da tutto ciò che è stato.
Domenica 15 luglio ore 21,30 PAOLO DAMIANI Santa Cecilia Jazz Ensemble
Daphne Nisi voce - Francesco Fratini tromba - Andrea Molinari chitarra - Fabio
Sasso batteria - Paolo Damiani, contrabbasso, musiche.
"Questo nuovo progetto comprende giovani musicisti ormai molto affermati e leader
di proprie formazioni. Qui sono guidati da Paolo Damiani, compositore, violoncellista
e direttore del Dipartimento jazz di S. Cecilia. Il repertorio prevede composizioni
originali di Paolo Damiani, caratterizzate da un'originale vena melodica che affonda
le proprie radici nella musica etnica del Mezzogiorno e nell'Opera italiana.
Nei brani, pur fortemente strutturati, le linee del contrappunto tendono a generare
spazi sonori aperti e flessibili in cui il respiro e il gesto improvviso danzano
liberamente e con gioia. La cantabilità delle composizioni non rinuncia mai alla
ricerca, intesa soprattutto come ascolto curioso, invenzione, stupore, ironica erranza,
piacere, godimento."
Martedì 17 luglio ore 21,30 DARIO DEIDDA feat. GEGE' TELESFORO "My favourite
strings"
Dario Deidda basso el. - GeGé Telesforo voce e percussioni - Marco De Gennaro
piano - Stefano Costanzo batteria
"My Favourite Strings" è il titolo del nuovo, sorprendente album di Dario Deidda,
prodotto da GeGè Telesforo. I due amici, dopo la pubblicazione di "3 From The Ghetto"
del 2002, si ritrovano nel GrooveMaster Studio con l'ingegnere del suono Riccardo
Bomarsi, per realizzare in solitudine un album che conferma l'arte e il talento
di un campione di Musica come Dario Deidda, contrabbassista di rara preparazione
e sensibilità, stimato nel mondo come virtuoso e geniale innovatore del basso elettrico.
Il suono dei 9 brani che compongono "My Favourite Strings" è caratterizzato dallo
scarno tappeto ritmico creato dalle essenziali percussioni di GeGè, sul quale Dario
disegna, con i suoi strumenti, tutto l'impianto melodico e armonico di questo progetto
più unico che raro.
Il repertorio che spazia dallo stile "manuche" di Bye Bye Blues, passando per lo
swing irresistibile di AirMail Special di Benny Goodman, fino al groove ipnotico
di un nuovo arrangiamento di Freedom Jazz Dance, sarà proposto dal vivo con un
concerto speciale, elegante, innovativo, carico di passione e di valori umani ed
artistici.
Mercoledì 18 luglio ore 21,30 "THE ITALIAN TRIO" - MORONI / BONACCORSO / GATTO
Dado Moroni pianoforte - Rosario Bonaccorso contrabbasso - Roberto Gatto batteria
The Italian Trio è nuovo progetto che riunisce tre Maestri sacri della musica Jazz
e dell'improvvisazione quali Moroni, Bonaccorso e Gatto, i tre massimi esponenti
del jazz riconosciuti a livello internazionale per la prima volta insieme, in un
progetto totalmente esclusivo con brani originali scritti dai tre musicisti.
Dado Moroni
Edgardo Dado Moroni nasce a Genova nel 1962 e venne in contatto con la musica jazz
molto presto, grazie alla collezione di dischi dei suoi genitori. Iniziò a suonare
il pianoforte all'età di 4 anni, mentre la sua carriera professionistica decollò
all'età di 14 anni, suonando in tutta Italia con alcuni dei più importanti musicisti
italiani come Franco Cerri, Tullio De Piscopo, Luciano Milanese, Gianni Basso, Sergio
Fanni e Massimo Urbani e Tullio de Piscopo.
Rosario Bonaccorso
Rosario Bonaccorso, nato l'8 dicembre 1957 a Riposto (CA), trasferitosi in Liguria
nel 1960, sin dai sedici anni inizia a suonare il basso elettrico. Successivamente
scopre il contrabbasso e si innamora della musica jazz. Ron Carter, Charles Mingus,
Oscar Pettiford, Paul Chambers, Ray Brown, Charlie Haden: questi i primi artisti
cha hanno ispirato Rosario Bonaccorso, seguiti poi dai grandi bassisti della musica
afroamericana.
Roberto Gatto
Esordisce nel 1975 con il Trio di Roma insieme a Danilo Rea ed Enzo Pietropaoli.
Ha poi collaborato con moltissimi musicisti, tra i quali si possono ricordare: Mina,
Teresa De Sio, Lucio Dalla, Pino Daniele, Ornella Vanoni, Gino Paoli, Ivano Fossati,
Riccardo Cocciante, Sergio Caputo, Gilberto Gil, Riz Ortolani, Ennio Morricone,
Domenico Garzone (Mimmo Magic).
Giovedì 24 luglio ore 21,30 ROSARIO GIULIANI "THE HIDDEN SIDE"
Rosario Giuliani sax - Alessandro Lanzoni piano - Jacopo Ferrazza contrabbasso
- Fabrizio Sferra batteria
A sfogliare le pagine di un dizionario, la voce "nascosto" non regala particolari
emozioni, o sorprese, o significati (appunto) appartati, solitari, desueti. Il senso,
però, che al termine vuol attribuire Rosario Giuliani con questo suo nuovo, emozionante,
lavoro, va al di là delle convenzioni, e delle attese. Perché la parte che viene
sottratta alla vista, il lato oscuro al quale, lungo tutto l'arco del disco, il
sassofonista allude, è qualcosa d'altro. Arriva, cioè, da un'epifania, dalla manifestazione
di un nuovo orizzonte, dall'aprirsi – improvviso – di nuove prospettive. Dallo sbocciare
di pratiche della creazione, della visione, e dell'ascolto alle quali Giuliani si
è avvicinato con la cautela di chi è abituato a soppesare ogni gesto, ma con la
curiosità che rende grande un'artista, costringendolo quasi a una curiosità febbrile
e spasmodica verso mondi e orizzonti lontani. L'epifania è la scoperta, elementare
e semplice, di un'idea musicale appartata, fatta di ragionamenti ai quali il musicista
pontino non era prossimo, ma dentro la quale si è proiettato senza schermi, o corazze.
Partecipando a una registrazione di Paolo Damiani, si è materializzato l'incontro
– l'epifania, appunto – con una musica diversa, che forse rappresentava la parte
nascosta di quella che Giuliani aveva sempre frequentato e scritto. Un impianto
dentro il quale far muovere le idee, i suoni e i ritmi come pedine di un risiko
dell'anima, in cui gli spazi non si occupano ma si controllano, in cui la strategia
non è vincere, ma abbandonarsi al piacere del canto sospeso, del gesto accennato,
dell'alea.
Come conciliare, dunque, questa diversa prospettiva dentro un quadro di riferimento
– emotivo prima che musicale – del tutto nuovo? Come trovare i tratti comuni per
identificare sia il percorso regolare che l'imprevista deviazione? Sta tutto qui
il (gioco di) prestigio che Rosario Giuliani estrae dal cilindro: non un trucco,
sia chiaro, e neanche un'illusione, quanto piuttosto la creazione ex novo di un
sistema di significati debordante, affrontata senza pudore, cercando oltre le consuetudini
la parte nascosta di qualcosa che si è sempre visto parzialmente, di cui non si
è talvolta avuta la capacità di guardare oltre, o attraverso.
Tradurre in musica una simile congerie di sensi non era facile. Per farlo, Giuliani
ha dapprima inventato un suono, una cubatura timbrica, un sostegno sonico capace
di essere elastico e cedevole al tempo stesso: resiliente. La presenza del violoncello
e dell'arpa – nelle mani, rispettivamente, di Paolo Damiani e Marcella Carboni –
è solo un indizio; la prova del ragionamento è nella scelta della sezione ritmica,
costruita con altrettanta geniale lungimiranza, e ottenuta alchemicamente contrapponendo
il più immaginifico, icastico e visuale dei batteristi italiani, Fabrizio Sferra,
al giovanissimo pianista Alessandro Lanzoni, dal timbro ossimoricamente brillante
e pensoso, e all'eclettico Luca Fattorini, a suo agio sia con lo strumento elettrico
che col contrabbasso.
Sistemato il presupposto timbrico, Giuliani ha composto musiche che sorprenderanno
l'abituale ascoltatore, abituato forse a un jazz più muscolare, energico e vibrante.
Ragionando sugli spazi, il sassofonista ha esplorato un versante diverso e pieno
di promesse, sperimentando forme e vuoti, lavorando su ritmi e armonie, così come
sulla loro assenza. Un affresco emozionale, dentro il quale il rischio, il gioco,
l'alea e la poesia abitano con le stesse credenziali. Per un progetto così personale,
quasi privato, Giuliani non si è limitato a comporre: ha anche immaginato una sorta
di musica a programma. I titoli del disco alludono a molte delle cose con le quali
perdiamo contatto: la forza dell'amore, la magia dei colori, una voce ascoltata
e forse dimenticata, il cielo la luna e le stelle. Ogni brano è l'invito a guardare,
osservare, cercare, se è il caso, la parte nascosta delle cose, i sensi più riparati,
i lati invisibili. A non fermarsi all'apparenza.
Tutti, tranne l'ultimo. Tamburo, infatti, è dedicato a Marco Tamburini. Ma sappiamo
che Marco non se n'è andato, come tutti credono. Semplicemente, da qualche parte,
si è nascosto.
Vincenzo Martorella
Sabato 28 luglio ore 21,30 ALESSANDRO PRESTI 5tet
Alessandro Presti tromba - Alessandro Lanzoni piano - Gabriele Evangelista
contrabbasso - Daniele Tittarelli sax - Enrico Morello batteria
Il suono del gruppo si basa sulla capacità di "interplay" dei componenti del gruppo
costruendo così un discorso "collettivo" che possa dare spazio alla creatività di
ognuno dei musicisti.
Il repertorio è formato principalmente da composizioni originali di Alessandro Presti
e da standard della tradizione Jazzistica.
Alessandro Presti, trentenne siciliano, sta imponendo all'attenzione degli ambienti
jazzistici nazionali il suo talento, con uno sguardo sempre attento ai nuovi stilemi
del jazz provenienti da New York. Da quattro anni è membro del quartetto di Roberto
Gatto.
Forte è per il trombettista l'identificarsi nella tradizione italiana ed europea
attribuendo alle figurazioni melodiche e alla cantabilità un peso di grande importanza.
Presti ha pubblicato per CAMJazz (distribuzione Goodfellas) il primo lavoro a suo
nome, Halaesa, con brani originali di sua composizione e registrato in compagnia
di alcuni tra i migliori musicisti italiani degli ultimi anni come il sassofonista
Daniele Tittarelli, il pianista Alessandro Lanzoni il contrabbassista Gabriele Evangelista
e il batterista Enrico Morello.
Martedì 31 luglio ore 21,30 Roberto Gatto "PERFECTRIO"
Roberto Gatto batteria - Alfonso Santimone piano, fender rhodes - Pierpaolo
Ranieri basso
"Una formazione veramente speciale. Ha colpito soprattutto la caratura dell'improvvisazione
(a ben vedere quanto è difficile oggi ascoltarne di autentica); una concentrata
ricerca di vari gradi di tensione e di diversi mood è stata espressa istantaneamente
dai tre, tutti bravissimi: oltre al leader, Alfonso Santimone alle tastiere e Pierpaolo
Ranieri al basso elettrico, tutti anche abili manovratori di effetti elettronici.
Situazioni puntillistiche o rumoristiche sono cresciute gradualmente per sfociare
nei temi di vari autori, esposti mai pedissequamente ma in modo obliquo e armoni
camente deformato" Libero Farnè, Allaboutjazz.com, 2013
Nel corso di una lunga e fortunata carriera che lo ha portato al vertice del jazz
Italiano, del quale è uno dei musicisti più rappresentativi, Roberto Gatto ha iniziato
a spostarsi dal ruolo di sideman di lusso a quello di leader, creando una serie
di gruppi che, c'era da aspettarselo, hanno raccolto sempre un immediato successo.
Senza smettere di arricchire un curriculum di collaborazioni nel quale spiccano
i nomi di Johnny Griffin, George Coleman, Curtis Fuller, Joe Zawinul, Pat Metheny,
oltre che i principali musicisti Italiani, ora Roberto vive fra Roma e New York
e coltiva innanzitutto la propria musica. Dopo una serie di situazioni più legate
alla tradizione jazzistica (come gli omaggi in quintetto a Miles Davis e Shelly
Manne), si rivolge ora a esplorare nuove sonorità, richiamando alla memoria un suo
altro recente progetto che ripercorreva il repertorio del progressive rock. Senza
dimenticare il legame con la tradizione, questo trio si muove all'insegna della
sperimentazione legata alle nuove sonorità e conduce il pubblico nel mondo dell'elettronica
e dell'improvvisazione, dando vita ad una performance multiforme. Momenti di grande
energia e groove si alternano a momenti di alto lirismo e sonorità progressive.
Il suono del trio è connotato dal piano Fender, dai synth analogici, dai loops,
dall'utilizzo di live electronics da parte di tutti e tre. Roberto Gatto ha dato
a questo gruppo il nome di "trio perfetto", a indicare la formazione in cui attualmente
si trova più a suo agio e che gli permette di suonare tutta la musica in assoluta
libertà.
I compagni di palco del leader batterista sono il pianista e tastierista Alfonso
Santimone, uno dei più intraprendenti e creativi musicisti in attività, e Pierpaolo
Ranieri al basso elettrico, un giovane straordinario strumentista attento conoscitore
delle nuove tendenze.
Alfonso Santimone è nato a Ferrara e durante gli anni '90 è stato membro stabile
del quintetto di Giulio Capiozzo. Ha suonato e collaborato in Italia e in Europa
con, tra gli altri, Harold Land, Robert Wyatt, Gorge Cables, Jimmy Owens, Tony Scott,
Bruce Forman, John Clark. Come compositore e arrangiatore scrive musica per opere
teatrali, video e multimedia. Collabora da vari anni a molteplici progetti di musica
sperimentale, elettronica e improvvisata, e ha partecipato a diversi lavori discografici
come compositore e performer.
Pierpaolo Ranieri bassista e contrabbassista, ha collaborato o collabora attualmente
in ambito jazz e pop con i seguenti musicisti e artisti: Paola Turci, Marina Rei,
Carmen Consoli, Massimo Ranieri, Giorgia, Teresa De Sio, Bungaro, Paolo Di Sabatino
trio con Antonella Ruggiero, Mike Stern, Kurt Rosenwinkel, Greg Howe, Bop Mintzer,
Bob Franceschini, Paul Gilbert, Robin Eubkans, Joy Garrison, e molti altri.
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