Bergamo Jazz: Maria Pia De Vito firma l'edizione
del 2020 con un cartellone che rende la manifestazione tra le migliori per respiro
e profondità a livello europeo
Non poteva presentarsi in modo migliore
Maria Pia De
Vito, neo direttore artistico di Bergamo Jazz, che per l'edizione
2020 ha posto la sua firma su un cartellone
estremamente interessante, rendendo la manifestazione tra le migliori per respiro
e profondità, nel novero di quelle annunciate sino a questo momento in tutta Europa.
Una direzione artistica illuminata e non omologata, che poggia su una conoscenza
ferrea della materia e di ciò che è veramente meritevole di attenzione, nell'affollato
orizzonte di proposte spesso vacanti. Non sarà certamente così per la 42esima edizione
di uno dei nostri festival più longevi e di tradizione, prevista appunto nella città
lombarda nella settimana che va dal 15 sino al prossimo 22 di Marzo, con una girandola
di concerti, happening, mostre ed altri eventi che avranno il loro clou musicale
nelle ultime quattro giornate: giovedi 19 presso il
museo della Cattedrale (ore 18), il ritorno ad alti livelli di Luca Aquino,
trombettista campano appena ristabilitosi da un lungo infortunio che non ha però
pregiudicato le sue chances di importante carriera. A seguire (dalle ore 21), nella
magnifica cornice del Teatro Sociale in città alta, si esibirà dapprima l'affiatato
trio del pianista polacco Marcin Wasilewki, che incide ormai in esclusiva
per la prestigiosa label tedesca Ecm e poi un prodigioso quartetto accreditato al
sassofonista americano Chris Potter, che ospita per la prima volta il luminoso
talento di Bill
Frisell, chitarrista al quale stanno strette definizioni come superlativi.
Ci si sposterà poi al teatro Creberg, in attesa degli ultimi ritocchi che dovrebbero
restituire lo splendido teatro Donizetti alla città nel prossimo autunno, dove
venerdi 20 (sempre dalle ore 21), sono attesi il trio
formato da
Kenny Barron,
Dave Holland
e Jonathan Blake, sodalizio parzialmente inedito nella classe adamantina
che ne riunisce i membri, cui seguirà un quintetto che allinea in front-line niente
meno che Joe Lovano ed
Enrico Rava
e poi una ritmica che teme pochi confronti, nelle individualità di Giovanni Guidi,
Dezron Douglas e Nasheet Waits. La giornata sarà aperta da un solo di Paolo Angeli alle 17:00 presso l'ex Oratorio di San Lupo.
Ricchissima la giornata di sabato
21, che partirà con iI rendez- vous stratosferico fra Theo Bleckmann
(voce) ed Henry Hey (tastiere), presso l'Accademia Carrara alle ore 11, doppiato
dall'inedito confronto fra i chitarristi Lionel Loueke e Roberto Cecchetto,
(ore 15 presso l'ex oratorio di San Lupo). Ancora le sofisticate atmosfere di casa
Ecm sugli scudi nel pomeriggio, con
Gianluca Petrella,
Eivind Aarset e Michele Rabbia che riproporranno alle ore 17 (auditorium
di piazza Libertà) il loro sognante e metafisico debutto assoluto, il cui evocativo
titolo è "Lost River". Dalle ore 21 sempre al Creberg, un'altro alfiere dell'estetica
cara al produttore Manfred Eicher, con il trio del chitarrista danese Jakob Bro
la cui ritmica è composta dai sensazionali Thomas Morgan e Joey Baron,
che per questa speciale occasione ospiterà anche il sassofonista Mark Turner,
forse il migliore del tenoristi della sua generazione. A chiudere la serata un tentetto
guidato dalla clarinettista Anat Cohen, sorella d'arte che ritorna a Bergamo
per presentare un disco dedicato al centenario della prima incisione discografica
di un clarinetto jazz, allargandone sensibilmente lo spettro ad altre sonorità.
Gran finale domenica 22 con un doppio appuntamento
in sala Piatti: dapprima (ore 11) con una rara esibizione di Karin Krog e John
Surman, binomio fondamentale per comprendere l'evoluzione del jazz europeo dalla
tradizione all'avanguardia, alle ore 15 cambio della guardia con l'ennesimo incontro
olimpico di questo festival, che sarà celebrato fra
Antonio Faraò
(piano) e David Linx (voce), accomunati dalla stessa classe e levigatezza.
Ci si sposterà poi alle 17 presso il teatro Sociale per il solo di Joao Bosco,
forse meno noto di altri nomi brasiliani da passerella, ma venerato dagli stessi
in forma plebisicitaria per le sue doti di poliritmico compositore e chitarrista.
Per chiudere le danze, la De Vito ha scelto il trio di
Brad Mehldau
(ore 21, Creberg), ovvero l'eleganza del pianista che nell'ultimo ventennio ha monopolizzato
l'attenzione di critica e pubblico grazie ai mille rivoli del suo fluente talento.
Da tenere in debita considerazione anche la sezione "Scintille di Jazz",curata
da Tino Tracanna
che ha selezionato dei gruppi che portano rinnovata speranza al futuro del jazz:
Oquk Collective, Beatrice Arrigoni quartet,
Mirko Cisilino, "effetto carsico", Federico Calcagno quintet, Rosa
Brunello e Francesco Chiapperini.
Fra gli altri appuntamenti di un cartellone ricchissimo, il tradizionale passaggio
di testimone tra Bergamo Film Meeting e Bergamo Jazz, domenica 15
presso l'Auditorium di Piazza della Libertà, scandito dapprima (ore 15.30) dalla
proiezione dal film noir Les Félins (Crisantemi per un delitto) di René Clément,
con Alain Delon e Jane Fonda, che gode della colonna sonora firmata da Lalo Schifrin.
Di seguito (ore 18.00), la sonorizzazione dal vivo di Herr Tartüff (Tartufo) di
Friedrich Wilhelm Murnau ad opera dello Star Splitter Duo, formato dal trombettista
americano Rob Mazurek, figura di spicco delle avanguardie jazzistiche contemporanee,
e dal collega di strumento Gabriele Mitelli, nuova rising star del jazz italiano.
Sempre nel solco dell'incontro fra arte della visione e arte del suono, mercoledì
18 si inaugura all'Ex Chiesa della Maddalena la mostra Closed Session del fotografo
statunitense Jimmy Katz, ritrattista di grande fama. La mostra sarà poi visitabile
dal pubblico nei giorni 19-22 marzo, 28 e 29 marzo e 4 e 5 aprile, dalle ore 15.00
alle ore 19.00.
Legittima la soddisfazione della De Vito: "All'idea di "creatività nella diversità",
portante nel pensiero e nella programmazione del mio predecessore Dave Douglas-
ha ribadito in sede di conferenza stampa- mi è piaciuto aggiungere come focus l'idea
di "legacy"ovvero l'eredità culturale che ognuno di noi artisti attivi in questo
campo dell'arte, in ogni parte d'Europa e del mondo, porta con sé e del proprio
patrimonio di nascita, terreno di coltura per nuovi organismi viventi, per nuove
radici e nuovi frutti."
Vittorio Pio
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