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Andrea Pozza
Siciliana
Trio Records (2016)
1. Bolivia
2. Siciliana
3. Wee See
4. My one and Only Love
5. Dat Dere
6. Fleeting Visions
7. Windows
8. Quiet Now
9. Isfahan
10. Tango for Sebastian
11. Celia
Andrea Pozza - pianoforte Andrew Cleyndert - contrabbasso Mark Taylor - Batteria
Andrea Pozza, a quattro anni di distanza dalla pubblicazione
di A Jellyfish from the Bosphorus, si ripresenta con un trio internazionale in un
disco registrato a Londra nel 2015, durante una tournée nel Regno Unito. Sono con
lui l'inglese Andrew Cleyndert al contrabbasso e l'americano Mark Taylor alla batteria,
due musicisti di assoluta affidabilità. In questo cd il pianista genovese mette
insieme undici titoli, andando a pescare fra le composizioni di suoi colleghi di
strumento, da Monk a
Chick Corea, da Bobby Timmons a
Cedar Walton,
non dimenticando Billy Strayhorn. Completano l'album due originals del leader del
gruppo, un paio di standards illustri e una versione jazzata della Siciliana di
Bach. Pozza opera su un repertorio classico, apportando qua e là cambiamenti e modifiche
nel ritmo o nella tonalità, ma soprattutto suonando i pezzi alla sua maniera, densa
di note, di variazioni sui temi, di abbellimenti, ma priva di fronzoli.
Si comincia con l'hard-boppistica "Bolivia", cavallo di battaglia di
Cedar Walton,
Pozza accelera il tempo del brano e mette alla frusta i due accompagnatori, costretti
a inseguirlo nella sua veloce scorribanda, quasi scevra da momenti di distensione
o di pausa. In "Siciliana", rielaborata da Bach, viene messa in luce una melodia
dolce e sentimentale, su cui il trio lavora di cesello, per mantenere intatta la
grazia, la delicatezza del motivo. "Wee see" è un'incursione nel pianeta Monk, poeta
dell'errore consapevole e giustificato. Il pianista ligure ne accentua l'anima swing,
tirando fuori la normalità di "Sphere" o meglio la sua appartenenza alla grande
tradizione, più che la sua unicità nel panorama della storia della musica afroamericana.
"My one and only love" è una ballad notissima, eseguita da nomi altisonanti quali
Sinatra e la Fitzgerald, ma ripresa più recentemente anche da Sting. Qui l'introduzione
solitaria del pianoforte canta letteralmente le parole del testo, sottolineandone
le nuances espressive. L'entrata in scena di basso e batteria non rompe l'incantesimo,
ma aggiunge lirismo a lirismo in un insieme giocato su toni morbidi e levigati.
"Windows", valzer jazzato di
Chick Corea
è resa in souplesse, elegantemente, cercando di discostarsi un minimo dalle versioni
famose delle superband riunite attorno al tastierista americano di origine italiana.
"Dat Dere" di Bobby Timmons è più mossa, conserva il suo stile bop ed è proposta
senza particolari aggiustamenti. I tre procedono spediti, infatti, in scioltezza,
su una partitura che conoscono perfettamente, avendola interpretata innumerevoli
volte nei più svariati contesti. Delle due takes a firma del titolare dell'incisione
si raccomanda in particolare Tango for Sebastian, per la curiosità dell'accostamento
fra Bach e la danza argentina, in un brano che contiene cambi di tempo, di clima
e mantiene sempre alto il tasso di swing al suo interno. "Isfatahan" di Billy Strayhorn,
così come "Quiet now" di Zeitlin ci permettono, per contro, di ammirare l'abilità
solistica del bassista Cleyndert, una seconda voce melodica all'altezza della situazione
in ogni frangente, oltre che prezioso accompagnatore. Chiude il disco "Celia" di
Bud Powell.
I tre in questo brano usano le marce alte, danno luogo a botta e risposta efficacissimi,
testimoniando un'intesa davvero ragguardevole
Con "Siciliana", infine,
Andrea Pozza
si conferma pianista di livello europeo, in grado di dire la sua nell'ambito di
un jazz legato saldamente alla tradizione, non per questo prevedibile o routiniero.
Gianni Montano per Jazzitalia
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 09/07/2017
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